giovedì 23 dicembre 2010

Cortei creativi: "Una risata vi seppellirà"

Le manifestazioni studentesche di ieri in tutta Italia sono state una festa, un grande happening. Pur non essendoci al momento alcunché da festeggiare (anche perché il decreto Gelmini che loro contestano, pur tra mille difficoltà sembra destinato a passare e, una volta finiti gli studi, se nulla cambia si saranno guadagnati la precarietà), hanno sfilato in ordine (salvo un paio di eccezioni senza gravi conseguenze): hanno suonato, cantato, ballato, ignorato a Roma la "zona rossa" , che era stata blindata dalla polizia a protezione dei palazzi del potere, offerto fiori agli agenti. Una vittoria bellissima contro i corvi che avevano presagito violenze e invitato le famiglie a non far uscire i ragazzi.
"Una risata vi seppellirà", vecchio sberleffo degli anarchici contro le sopraffazioni del potere, sembra il titolo migliore per quanto accaduto ieri nelle nostre piazze.

martedì 14 dicembre 2010

Berlusconi: grazie ai Giuda giudizio rinviato

Berlusconi ha appena incassato il corrispettivo di quel che ha pagato ai Giuda: la fiducia.
Non so che cosa accadrà adesso. La maggioranza, che non ha governato quando aveva oltre cento parlamentari più dell'opposizione, dovrebbe governare adesso, con pochi voti di differenza a suo favore?
Bisognerebbe sfiduciare questo Parlamento inquinato dal malaffare e dalla corruzione. Lo strumento, si sa, è il voto. Ma l'esito delle ormai inevitabili elezioni (difficile che il governo possa andare avanti), con una legge elettorale come quella vigente, potrebbe essere poco incoraggiante. Tuttavia voglio continuare a sperare, nonostante il risultato di oggi.
E nonostante la forte attrazione che esercita su di me la seguente citazione: "Quando la miseria si moltiplica e la speranza fugge dall'uomo, è tempo di rivoluzione".
L'ha detta alcuni anni fa il "grande vecchio" dell'architettura, il brasiliano ultracentenario Oscar Niemeyer, uno che di situazioni di crisi per la democrazia (America Latina) ne ha viste certamente tante.

lunedì 13 dicembre 2010

Chi sentiva la mancanza del digitale terrestre?

Alla signora Laura Bertola che, nella sua lettera su Repubblica di ieri, si dice finalmente felice di pagare il canone Rai perché, grazie al canale Rai 5, ha potuto assistere alla diretta della Valchiria dalla Scala, voglio dire che lei è stata una dei pochi fortunati. Io no.
Non sono pregiudizialmente contraria, ci mancherebbe, all'innovazione. Tuttavia nel caso del digitale terrestre sono molto infastidita dai discorsi che hanno accompagnato il suo arrivo, peraltro molto travagliato: "Finalmente anche noi", "Si vedranno molti più canali" eccetera.
In molti casi, naturalmente con i vecchi televisori (bisognerebbe saperlo), il decoder da solo non basta (io l'ho appena scoperto). Quindi sarebbe stato più corretto dire che può essere necessario aggiungere un altro dispositivo che si chiama modulatore. E qui anche le spese aumentano; oltretutto diventa indispensabile ricorrere a un antennista.
Senza contare che, quando tutto questo armamentario non basta, è inaccettabile e immorale dover subire a tutti i costi il diktat della sostituzione del vecchio televisore che funziona perfettamente con un modello con decoder integrato. Dove vanno a finire gli apparecchi scartati? In una montagna di rifiuti speciali che poi....
C'era proprio bisogno di introdurre questa novità in questo momento? Non c'era qualcos'altro di più urgente da fare per questo disgraziato Paese?
Mi viene in mente una vicenda di tanti anni fa, quando Ugo La Malfa, segretario del Pri, si oppose in Parlamento all'introduzione del colore in Italia (arrivato nel 1977) perché preoccupato che gli italiani spendessero troppo e s'indebitassero per avere in salotto il tv color.

sabato 11 dicembre 2010

Auguri a mia figlia e alla sua generazione

Oggi mia figlia compie trent'anni. Quando è nata, in una gelida notte di luna piena, da un finestrone del reparto maternità dell'allora già vetusto ospedale "Principessa Jolanda" di Milano (oggi non c'è più) suo padre e io abbiamo potuto ammirare uno spettacolo inaspettato: la cupola di Santa Maria delle Grazie del Bramante incorniciata da un cielo terso, luminoso e azzurro da sembrare finto, nel quale, a far da contrappunto alla luna, brillava solitaria una stella. Uno scenario di rara bellezza che ci è sembrato subito di ottimo auspicio per la nostra bambina.
Da quattro anni mia figlia lavora con ripetuti contratti "a progetto". Fa molta fatica a progettare il suo futuro appartenendo a una generazione con la quale la realtà è stata, ed è, avara di occasioni e ladra di sogni. Una generazione sfortunata che, per la frustrazione e l'impotenza che la pervade, ma anche per necessità (quando non si è "garantiti" è più difficile mettere il gioco il poco che si ha) non riesce neppure a reagire.
A mia figlia e ai suoi coetanei voglio dedicare una simbolica melagrana (nella foto), segno di prosperità: per sentirsi "ricchi" che cosa c'è di meglio oggi di un lavoro stabile? E poi una frase di Paul Valéry che mi ha colpito: "Il modo migliore per realizzare i propri sogni è svegliarsi". Cioè non mollare, non rassegnarsi, credere nelle proprie possibilità, fare gruppo e restare uniti, creare movimento attorno agli articoli 1 (L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro) e 4 (La repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto) della Costituzione.
Voglio raccontare adesso un'altra esperienza personale. Quando è nata mia figlia lavoravo da pochi mesi al Corriere della sera. Vi ero arrivata dopo una breve trattativa durante la quale mi ero però accorta d'essere incinta. Con qualche tormento, lo confesso (in me era sorto quasi un conflitto tra due sogni che si stavano realizzando: un figlio e il Corriere (traguardo importante per ogni giornalista), prima di firmare il contratto andai dal direttore Franco Di Bella e gli dissi in tutta sincerità che ero disposta a rinunciare al Corriere (benché la battaglia per i diritti delle donne avesse già portato dei risultati, avevo la sensazione che essere assunta in un nuovo posto di lavoro, e nel contempo essere incinta, non fosse proprio il massimo per chi ti assumeva). Di Bella mi ascoltò, si rallegrò con me e bonariamente mi disse: "Io non assumo la mamma, assumo la giornalista". Un gentiluomo (qui la sua adesione alla P2 non c'entra): peccato dover aggiungere "d'altri tempi". Come in altri tempi, sia pure solo trent'anni fa e non tre secoli fa, è potuto succedere un fatto come questo.
Perché ho raccontato questo episodio? Perché è il metro per capire che cosa e perché, come diceva Gaber, la mia generazione ha perso. E che cosa le ultime generazioni stanno perdendo.
Abbiamo perso il valore del lavoro, la sua dignità, il suo ruolo nella crescita individuale e nella società perché non siamo stati capaci di difenderlo e di difendere così il futuro dei nostri figli. Abbiamo creduto che bastasse aver acquisito certi diritti per avere la certezza che sarebbero durati all'infinito. Complice un diffuso benessere, amplificato in principio dal "riflusso" degli anni Ottanta, abbiamo un po' dormito sugli allori. Ben altre responsabilità hanno tutti i governi degli ultimi vent'anni, la classe dirigente, le parti sociali. Come se nessuno volesse mettere fine a questo scandalo perché ci sono troppi altri interessi da difendere.
Basta con l'alibi della crisi globale e dell'esigenza di flessibilità del mercato del lavoro: in molti casi sono pretesti per creare precarietà. Anche il welfare familiare, su cui peraltro solo una parte di giovani può contare, è destinato a impoverirsi. Si vive male tutti, genitori e figli.
Auguri affettuosissimi a te, figlia mia, e alla tua generazione.

mercoledì 8 dicembre 2010

Sant'Ambrogio: la Scala delle vanità

La "prima" alla Scala la sera di S. Ambrogio è l'evento cultural-mondano milanese per eccellenza. Bene ieri la rappresentazione della Valchiria di Wagner, ottima la direzione di Daniel Barenboim. Ma non sono un'intenditrice e qui mi voglio soffermare su altro.
Dentro al teatro, la presenza sobria e attenta del presidente Napolitano e di sua moglie Clio. Poi, teatro nel teatro, il solito spettacolo delle vanità: molti rottami del governo e sottogoverno (si spera in uscita), molti ricconi e vip televisivi in continua ricerca di visibilità, i resti della borghesia "illuminata" ambrosiana e ospiti invitati dal sindaco Moratti (elezioni vicine) e dagli sponsor. Qualcuno si è presentato con la famiglia. Sarà forse un po' demagogico, ma mi piacerebbe sapere quanti hanno pagato il biglietto.
Per spettatori comuni invece, la diretta televisiva su Rai 5 che, grazie al digitale terrestre qualcuno ha visto e, per colpa del digitale terrestre molti non hanno visto, la diretta in alcuni cinema (12 euro) e sul maxischermo in Galleria (in piedi, al freddo). Insomma, una "prima" come al solito, per i soliti (del resto, siamo realisti, la Scala non può contenere tutti quelli che vorrebbero assistere allo spettacolo).
Fuori dal teatro, sotto la pioggia, le sacrosante proteste degli studenti contro la riforma Gelmini e dei lavoratori dello spettacolo contro i tagli alla cultura.
Non sarà il '68, ma qualcosa per disperazione comincia a muoversi.

lunedì 6 dicembre 2010

La Germania va. Noi no: però siamo "creativi"

Tra le rivelazioni pubblicate dal sito Wikileaks ce n'è una che merita di essere ben meditata (soprattutto dal nostro governo) e riguarda Angela Merkel. Il sito, che ha messo in agitazione le diplomazie di mezzo mondo, ha detto che gli Stati Uniti giudicano la cancelliera tedesca "una che evita i rischi e raramente è creativa". E allora?
Due giorni fa la Bundesbank ha reso pubblici alcuni dati interessanti: il Pil tedesco (che nel 2009 era sceso a -4,7%) è aumentato fino ad arrivare a +3,6 (non era mai successo dopo la riunificazione).
La disoccupazione, attualmente al 7,5%, conferma la tendenza a diminuire. Naturalmente i consumi crescono.
Nelle fabbriche automobilistiche (Mercedes, Bmw, Audi) sono aumentati gli straordinari e verranno ridotte le ferie natalizie per far fronte alla domanda di nuove vetture. Volkswagen ha annunciato nuove assunzioni.
Sono dati che si commentano da soli. A solo vent'anni dalla riunificazione tedesca la Merkel sta guidando con fermezza la locomotiva tedesca fuori dalla crisi, sui binari dell'alta velocità. Al traino, i vagoni traballanti dei "creativi" che da un momento all'altro possono deragliare.

giovedì 25 novembre 2010

Studenti in rivolta. Si ricomincia....

Prima gli studenti inglesi. Il raddoppio delle tasse universitarie da 3 a 6 mila sterline mediamente, fino a un massimo di 9 mila sterline, ha scatenato la rabbia dei giovani contro il governo (straordinaria analogia con il '68 italiano esploso alla Cattolica di Milano nel novembre del 1967 a causa del raddoppio delle tasse di frequenza deciso dal CdA dell'ateneo nell'agosto dello stesso anno). Adesso, in molte città, la rivolta degli studenti e dei ricercatori italiani contro la riforma dell'università firmata dal ministro Mariastella Gelmini.
Nonostante la suggestiva somiglianza però quel che sta avvenendo non sarà un altro '68. Lo scenario è cambiato. Allora il Paese viveva ancora del benessere degli anni '60, quel "miracolo economico" arrivato dopo la fine della guerra e la ricostruzione. Oggi gli effetti di una delle più devastanti crisi economiche internazionali, cominciata due anni fa e per un anno e mezzo negata dal nostro governo, continuano a farsi sentire. Anche i protagonisti dei movimenti sono cambiati. Per esempio, le lotte studentesche di 4o anni fa per il diritto allo studio, la democrazia e "agibilità politica" dell'università erano combattute da studenti di estrazione per lo più borghese (ricordate il celebre articolo di Pasolini sul Corriere della Sera?) cui si aggiunsero gli operai, lavoratori rappresentati da un sindacato unitario e molto forte, che nell'"autunno caldo" si batterono insieme per conquistare garanzie, posti di lavoro che, una volta acquisiti, non era pensabile di poter perdere. Il lavoro era un diritto e in molti casi poteva perfino essere scelto fra diverse opportunità.
Oggi non è così. Oggi tra i giovani c'è la diffusa frustrazione e delusione di non poter, neppure dopo studi brillanti, stage, master all'estero eccetera, progettare il proprio futuro. Al lavoro che poteva garantire una vita dignitosa si è sostituito il lavoro low cost che fa tirare la cinghia. Molti giovani (ma anche quarantenni) sono costretti a farsi sfruttare in un call center o in un qualsiasi altro posto, nella galassia dei contratti atipici privi dei più elementari diritti. I meno sfortunati possono contare sul welfare familiare, ma nessuno può contare sulla solidarietà concreta di altri lavoratori, perché nessuno si sente sicuro nel suo posto di lavoro (ci sono sempre una ristrutturazione o una delocalizzazione che incombono). A complicare le cose, il sindacato, già indebolito e impreparato di fronte a sfide nuove, di recente si è pure diviso.
In queste condizioni è molto difficile che avvenga una saldatura tra studenti e lavoratori che dia il via a un movimento più ampio, capace di arrestare l'iter di una riforma universitaria unilaterale e sgradita a studenti e professori, e capace di arrestare l'emorragia dei diritti dei lavoratori. Per questo dimostrazioni come l'occupazione del Colosseo, la scalata della Torre di Pisa e la salita sui tetti di edifici pubblici e monumenti da parte dei nostri studenti e ricercatori rischiano di restare le spie di un malessere che, non curato, può solo diventare cronico e peggiorare la paralisi del nostro Paese.
Le domande dei giovani sono sacrosante. Tocca alla politica rispondere al più presto. Tocca al sindacato chiamare a raccolta tutti i lavoratori perché i diritti perduti non siano perduti per sempre. L'arrivo di una donna capace e determinata, come Susanna Camusso, alla guida della Cgil, è il miglior auspicio perché questo avvenga. Non sarà il '68, l'importante è che si ricominci a chiedere rispetto e dignità per le persone e il lavoro.

martedì 23 novembre 2010

Non toccate il "5 per mille"

Questo appello, lanciato da tutti coloro che colmano con grande generosità e sacrificio le lacune dello Stato (non solo assente sui molti fronti della solidarietà ma, se non lo fermiamo, presto anche predatore di risorse destinate a scopi umanitari), dovrebbe assolutamente essere sottoscritto da tutti. Io l'ho appena fatto e invito chi legge a firmarlo (www.iononcisto.org) e a diffonderlo. Grazie

Al Parlamento Italiano, al presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, al presidente del Senato, Renato Schifani

Negli scorsi giorni, gli organi di stampa hanno riportato la notizia che la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha esaminato il testo della nuova "legge per la stabilità" di prossima discussione e approvazione in Parlamento, legge che limiterebbe a 100 milioni di euro i fondi da destinare al "5 x 1.000" per l'anno 2011. Questo significherebbe non rispettare la volontà dei cittadini che liberamente decideranno di versare alle associazioni destinatarie la loro quota del 5 x 1.000 con la prossima dichiarazione dei redditi: solo 100 milioni, rispetto all'intero ammontare del 5 x 1.000, verranno infatti distribuiti alle associazioni, mentre il resto verrà trattenuto dallo Stato.

Si tratterebbe, se la notizia fosse confermata e tale tetto fosse effettivamente approvato, di una riduzione del 75% rispetto all'importo destinato nell'anno precedente (peraltro già oggetto di una limitazione rispetto al totale dei fondi raccolti). Tale ulteriore taglio si aggiunge a quelli effettuati al bilancio della cooperazione internazionale italiana, ai contributi alle istituzioni internazionali che si occupano di aiuti ai paesi in via di sviluppo e a quelli per la ricerca scientifica, universitaria e sanitaria.

Questi tagli si ripercuotono significativamente sull'operatività delle organizzazioni del terzo settore, che hanno dimostrato, negli ultimi anni in modo ancora più evidente, una professionalità molto elevata, oggetto di apprezzamento in Italia e all'estero e dunque motivo di orgoglio per il nostro Paese. Tali organizzazioni, non diversamente da altre realtà sociali ed economiche, basano la loro attività sulla programmazione finanziaria degli impegni attuali e futuri per rendere sostenibile il proprio agire nei diversi settori di riferimento.

Non è la prima volta, purtroppo, che si interviene, con tetti massimi di impegno, per limitare l'operatività del "5 x 1.000", uno strumento che, come poche altre misure di natura fiscale, ha dimostrato di riscuotere un gradimento molto alto dei cittadini italiani sin dalla sua prima applicazione.

Tagliare i fondi a disposizione del "5 x 1.000" significherebbe quindi limitare drasticamente la libertà dei cittadini di decidere come destinare la propria quota dell'imposta sui redditi direttamente a sostegno degli operatori del terzo settore.

Per queste ragioni chiediamo al Parlamento Italiano di intervenire per eliminare, nel testo della "legge per la stabilità" di prossima discussione, il tetto di 100 milioni di euro da destinare al "5 x 1.000" per l'anno 2011, ripristinando quanto meno l'importo dei fondi previsti nell'anno 2010.

Promotori:

Emergency, Libera, Gruppo Abele, Greenpeace, Coordinamento Italiano Network Internazionali,ActionAid, AMREF, Save the Children, Terre des hommes, VIS, World Vision e WWF, Medici Senza Frontiere, Amnesty International - Sezione Italiana, Mani Tese, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Sezione Provinciale di Milano, UNICEF Italia, Comunità Nuova, Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, Centro Nazionale per il Volontariato, Albero della vita, Volontariato Oggi, Bambini Onlus, UILDM Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, Fondazione Serena Onlus, Intervita Onlus, Fratelli dell'Uomo, Fondazione Roberto Franceschi Onlus, Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, Associazione Italiana Parkinsoniani, FIAGOP Onlus,Associazione Dianova Onlus, Associazione Risveglio Onlus, LAV, Parada Italia, Fondazione Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Ivo de Carneri Onlus, Global Humanitaria Italia Onlus, ACRA, Seacoop Società Cooperativa Sociale Onlus, FIAB Onlus Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Più Vita Onlus, CAF Onlus, Associazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi, CCS Italia, La Quercia Millenaria Onlus, Fund-raising.it, Scuole di Fund Raising di Roma, Insieme nelle Terre di Mezzo Onlus, Ai. Bi. Associazione Amici dei Bambini, Medici con l'Africa Cuamm, Associazione Cuore Fratello, Istituto Oncologico Romagnolo Coop. Soc. ONLUS, Cena dell'Amicizia Onlus, CESVI, CBM Italia Onlus, Associazione Missioni Don Bosco, Associazione Italiana Rett onlus, Il Sole Onlus, Progetto Continenti Onlus, Fondazione Renato Piatti, Associazione Italia Uganda Onlus, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII,Associazione SOS Villaggi dei Bambini Onlus, FAI Fondo Ambiente Italiano, AIRC, Telefono Azzurro, Cooperativa Fraternità Capitanio di Monza, Fondazione Neuroblastoma, Associazione Neuroblastoma, Associazione La Nostra Famiglia, Fondazione Pangea Onlus, Sightsavers International Italia Onlus, Telethon, Fondazione Progetto Arca Onlus, Fondazione Theodora,Axè Italia Onlus, Lega del Filo d'Oro, Vidas, LIPU, Green Cross Italia Onlus, Fondazione San Raffaele del Monte Tabor, Touring Club Italiano, AISMME Associazione Italiana Sostegno Malattie Metaboliche Ereditarie ONLUS, Jesuit Social Network Italia Onlus, Associazione Casafavola Onlus, Associazione Festival del Fundraising aps Philanthropy Centro Studi aps,Università di Bologna, Master in Fundraising per il non profit, Professionetica, Istituto David Chiossone, Associazione Piera Cutino Onlus, Fondazione Opera San Francesco per i poveri Onlus, Associazione Bambini in Romania Onlus, Associazione Shaleku, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus, CIAI Centro Italiano Aiuti all'Infanzia, LILT Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Sezione Provinciale di Trento, AGICES Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale, AIL Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma ONLUS, ASTS Associazione per il Terzo Settore, Sainam Europe Italia ONLUS, ANPAS Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze.

giovedì 18 novembre 2010

Una mostra - Italiani a Berlino oggi

Non so quanti sono gli italiani che vivono a Berlino. So invece che essi sono davvero ben rappresentati in ogni categoria: studenti, insegnanti, dirigenti, attori, ristoratori, architetti, musicisti, ricercatori, giornalisti, casalinghe, eccetera.
La comunità italiana a Berlino è molto attiva e presente nella vita della città. E Berlino, la metropoli certamente più vitale, ricca di fermenti culturali e moderna d'Europa, sa rispondere alle aspettative di chi, per diversi motivi, ha lasciato l'Italia.
Questa corrente continua tra gli italo-berlinesi e la loro città d'adozione è ben documentata da una interessante e bella mostra fotografica (www.annarenzo.de), appena inaugurata e in corso fino al 22 gennaio 2011 all'Istituto italiano di Cultura (Hildebrandstrasse 2), dove sono esposte le immagini scattate da sette fotografi italiani che hanno illustrato lo stile di vita dei loro concittadini: "Anna, Renzo e tutti gli altri. Italiani a Berlino oggi" è infatti il titolo dell'esposizione.
I fotografi sono: Piero Chiussi (ha ripreso l'attività dei circoli italiani), Christian Del Monte (gli intellettuali che lavorano nella gastronomia), Benedetta Grossrubatscher (la quotidianità delle famiglie per metà italiane), Emanuele Lami (persone nel loro ambiente privato e lavorativo), Gino Puddu (la vita e le visione della prima generazione d'immigrati), Paolo Risser (l'omosessualità in età diverse), Luca Vecoli (l'attrazione per Berlino dei giovani italiani).

martedì 16 novembre 2010

Per Haiti non c'è tempo da perdere

Prima il terremoto, poi il colera. Haiti era già uno dei Paesi più poveri del mondo; adesso, dopo queste catastrofi, non ci sono parole per descrivere e denunciare quel che sta accadendo nella repubblica caraibica nell'indifferenza quasi generale. Diversi organismi internazionali e molte associazione di volontariato non hanno mai abbandonato il territorio e gli haitiani dopo le devastanti scosse dello scorso gennaio, ma i loro sforzi non bastano e la situazione sta andando sempre più fuori controllo.
Mentre nei Paesi dell'Occidente ricco si sprofonda nell'abbondanza e nel superfluo delle feste di fine anno (festeggiare è lecito, sprecare è immorale), ad Haiti donne, uomini e bambini muoiono come mosche falciati da una epidemia che il loro Paese, pur poverissimo, non aveva mai conosciuto.
Tra chi sta facendo molto per questo popolo segnalo la Fondazione Francesca Rava (www.nphitalia.org) e Medici senza Frontiere (www.medicisenzafrontiere.it), due organizzazioni alle quali è urgente inviare contributi di qualsiasi entità. Ma subito.

domenica 14 novembre 2010

Montalbano contro Fazio e Saviano

Ieri, appena ho visto in tv un nuovo spot per l'amato commissario Montalbano ho pensato: ma com'è "furbo" Mauro Masi, direttore generale della Rai, non potendo annullare la puntata programmata per lunedì 15 novembre di Vieni via con me, ha pensato bene di mettere contro il duo Fazio-Saviano nientemeno che l'eroe di successo creato da Camilleri. L'ennesima replica de Gli arancini di Montalbano andrà infatti in onda lunedì 15 alla stessa ora su Rai1 al posto dell'ennesima replica della miniserie La baronessa di Carini che era in programma. Luca Zingaretti prende il posto di Vittoria Puccini e Luca Argentero contro la "corazzata" di Rai3.
Ma perché la Rai deve sempre farsi male da sola? Fanno proprio paura Fini e Bersani, invitati da Fazio e Saviano a recitare "Che cos'è la destra e cos'è la sinistra" - tema peraltro già affrontato con mirabile bravura e ironia in un celebre pezzo di Giorgio Gaber -? Mah.
Io invece avrei spianato la strada a Fini e a Bersani (prego, accomodatevi), così forse, nella nebbia sollevata dalla "caduta delle ideologie", avremmo finalmente riconosciuto quali differenze sono rimaste.

Primarie Milano: ho votato Pisapia

Stamattina ho votato alle primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra a Milano. Ho votato per Giuliano Pisapia. All'inizio ero un po' perplessa; Pisapia, persona inappuntabile, mi sembrava troppo connotato a sinistra per raccogliere anche possibili voti dal centro (Stefano Boeri su questo punto mi pareva più attrezzato). Logica e consuetudine vogliono infatti che più che all'uomo e al suo programma in una competizione elettorale, che vede alla partenza singoli concorrenti, si pensi prima di tutto a quante possibilità quel candidato ha di vincere dopo, contro un avversario ostico (in questo caso Letizia Moratti).
Durante lo svolgimento della campagna elettorale mi sono invece convinta che Pisapia era la persona giusta. Un po' carente sul piano della comunicazione, l'avvocato milanese sostenuto da Vendola ha imparato a "parlare" con tutti gli elettori, a trasmettere nuove emozioni e speranze attorno al suo programma.
Non so se Pisapia la spunterà contro l'architetto Boeri, appoggiato in toto e forse anche un po' discutibilmente dal Pd. Spero che ci riesca perché credo che saprà almeno frenare l'inarrestabile degrado, in senso lato, della mia amata città, e poi saprà rilanciarla nell'interesse di tutti.

sabato 13 novembre 2010

Pompei "in affido"

Forse l'Unesco è troppo generosa nel dare il riconoscimento di "Patrimonio dell'Umanità" a beni culturali e ambientali che non vengono tutelati nei Paesi d'origine. L'Italia è uno dei Paesi più ricchi di beni universali, ma non rispetta i vincoli di difesa di questo immenso patrimonio stabiliti dall'organismo culturale delle Nazioni Unite per potersi fregiare del prestigioso titolo.
Pensando a quanto accaduto a Pompei mi piacerebbe che, in casi d'incuria palese, l'Unesco avesse il potere non solo di inviare ispettori, ma anche di "commissariare" il bene in questione sottraendolo alla gestione nazionale. Abbiamo tesori che, se non siamo capaci di conservare, sarebbe giusto che venissero affidati a chi lo sa fare.

A chi giova lo "Statuto dei Lavori"?

Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro e Politiche sociali, ha inviato a sindacati e Confindustria la bozza dello "Statuto dei Lavori", il disegno di legge per la riforma dello "Statuto dei Lavoratori". Che cosa cambierà (crisi di governo permettendo)? E' presto detto: basta pensare che al centro di questa riforma ci sono i "lavori", non i "lavoratori".

venerdì 12 novembre 2010

Che fine ha fatto l'attentatore di Belpietro?

Ma che fine ha fatto l'attentatore di Maurizio Belpietro? A un mese e mezzo dai colpi di pistola sparati sulle scale dell'abitazione del direttore di Libero di quell'episodio non si è più saputo nulla. E nulla forse si saprà. Diventa sempre più concreta l'ipotesi di una clamorosa bufala.

lunedì 8 novembre 2010

Non solo Bondi. Bisogna "sacrificarli" tutti.

Si sfiduci senz'altro il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi per il crollo della "Domus dei Gladiatori" a Pompei (finora sopravvissuta all'eruzione del Vesuvio, ai terremoti e ai bombardamenti), metafora della caduta del sistema che indegnamente governa il nostro Paese. E' un sacrificio necessario per il bene della Patria.
E poi si proceda con gli altri suoi illustri colleghi (quelli con portafoglio) per i "meriti" conseguiti nell'esercizio delle loro funzioni: Franco Frattini, ministro degli Esteri, per non aver mai denunciato l'impossibilità di difendere il prestigio internazionale del nostro Paese, sempre sotto attacco a causa delle "intemperanze" del premier che ci hanno ridicolizzato in tutto il mondo. Angelino Alfano, ministro per la Giustizia, per i tentativi reiterati di mettere il bavaglio alla stampa e di sottrarre il presidente del Consiglio alle patrie galere; Ignazio La Russa, ministro per la Difesa, per le tragiche e fallimentari spedizioni di "pace" dei nostri militari nei punti caldi del mondo; Giulio Tremonti, ministro del Tesoro, per aver reso più poveri gli italiani poveri e più ricchi gli italiani ricchi, per lo scudo fiscale di cui hanno senz'altro beneficiato i piccoli risparmiatori (già messi in ginocchio dai crack Parmalat, Cirio e dai bond argentini), per l'incapacità di raddrizzare la fragile economia del Paese se non a prezzo di tagli indiscriminati a scuola, sanità, ambiente, eccetera; Altero Matteoli, ministro Infrastrutture e Trasporti, per la cocciutaggine con cui difende l'indifendibile progetto del ponte sullo Stretto di Messina, per la regolare assenza di manutenzione che fa deragliare i treni, per la lentezza con cui vengono portati avanti i lavori per mettere in sicurezza e per completare (si sa mai....) l'autostrada Salerno-Reggio Calabria; Maurizio Sacconi, ministro Lavoro e Politiche sociali, per aver approvato politiche industriali che hanno fatto lievitare il ricorso alla cassa integrazione e il numero di disoccupati e precari e per i molti morti sul lavoro che si sono uccisi da soli; Ferruccio Fazio, ministro per la Sanità, per l'ingente acquisto di vaccini inutili l'inverno scorso, il loro smaltimento chissà dove e il degrado-killer di diverse strutture ospedaliere soprattutto nel Sud; Mariastella Gelmini, ministro Istruzione, Università e Ricerca per aver precisamente ucciso con la sua riforma istruzione, università e ricerca. Stefania Prestigiacomo, ministro per l'Ambiente, per aver pianto sui morti della frana di Giampilieri (Messina) e aver detto che era urgente intervenire per sanare il dissesto idro-geologico del nostro territorio. Le sue lacrime hanno finito per inondare il Veneto.
Ma anche i ministri senza portafoglio hanno i loro "meriti": Renato Brunetta, Pubblica amministrazione e innovazione, per non aver ridotto il peso e i costi della burocrazia su aziende e cittadini; Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, per non aver attuato, appunto, le pari opportunità (perché, a parità di qualifica e di mansioni, le donne sono pagate meno degli uomini?) e per non aver difeso, nel suo progetto di legge contro la prostituzione, la punibilità dell'"utilizzatore finale"; Umberto Bossi, ministro delle Riforme per il Federalismo, per aver introdotto in politica un somaro come suo figlio Renzo "la trota" invece delle riforme; Giorgia Meloni, ministro per la Gioventù, per aver solo giocato a fare il ministro insieme ai suoi compagni di scuola; Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa, per essere il padre della vigente legge elettorale, da lui medesimo ribattezzata "legge porcata" senza alcuna vergogna (il rossore che normalmente infiamma il suo viso non sembra generato da imbarazzo, ma piuttosto da qualche bicchiere di vino di troppo); Michela Vittoria Brambilla, ministro per il Turismo, per essere riuscita a far retrocedere l'Italia nella classifica dei Paesi preferiti da turisti e villeggianti.
Ci sarebbero altri nomi, ma ho già scritto troppo. Vista la situazione, non si farebbe prima, dico a voi parlamentari del Pd, IdV, Sel, Fli e Udc, a sfiduciare l'intera squadra governativa e il suo capo piuttosto di immolare solo il capro (espiatorio) Bondi? A casa. Mandateli tutti a casa.

sabato 6 novembre 2010

L'autunno di "Spartacus"

A Pompei, per infiltrazioni d'acqua e soprattutto per l'incuria che purtroppo ormai caratterizza tutto il nostro patrimonio culturale, è crollata la "Casa di Spartacus"(o "Casa dei Gladiatori"), che affacciava sulla Strada dell'Abbondanza del grande sito archeologico patrimonio dell'umanità.
Un segnale? Una metafora del dissesto non solo ambientale del nostro Paese, che sta travolgendo anche chi lo governa?
Per il nostro Spartacus, schiavo solo dei suoi vizi privati, ma in pubblico il più forte dei gladiatori, dai muscoli gonfi di arroganza, che per quasi due decenni ha difeso le sue rendite da potere (i suoi affari) con una politica ad personam, e trascurato gli interessi degli italiani, sta finalmente arrivando l'autunno pieno di pioggia che lo farà crollare.

venerdì 29 ottobre 2010

Berlusconi patetico

E' patetica la giustificazione di Berlusconi quando, riferendosi alla vicenda di Ruby (la minorenne marocchina che ha raccontato di presunte feste nella sua casa di Arcore), dice: "Ho solo aiutato una ragazza che aveva bisogno: io aiuto chi ha bisogno".
Certo. Perché allora non cominciare dai quattro milioni di giovani precari, in ogni settore, senza futuro? Questi ragazzi non hanno bisogno di un aiuto caritatevole, è vero, hanno diritto al lavoro (art. 4 della Costituzione) e questo diritto è ampiamente violato. L'alibi della crisi economica che strangola anche il mercato del lavoro può reggere in certi casi, non sempre.
Per esempio, basterebbe verificare se i contratti a progetto sono effettivi o se sono degli abusi che le aziende compiono, certe che nessuno le controllerà. E, quando sono degli abusi (nella maggior parte, credo), trasformare con una legge quei contratti-capestro in rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Con un gesto solo si darebbe a un'intera generazione la possibilità di avere un futuro. E questo farebbe tanto bene a tutto il nostro Paese.

martedì 26 ottobre 2010

"Rottamare" chi?

E' vero, Matteo Renzi, il sindaco di Firenze, ha maniere rozze, nessun fair play, soprattutto quando definisce "da rottamare" i dirigenti storici del suo partito, il Pd. E Anna Finocchiaro, maestrina dalla penna "rossa", gli ha tirato le orecchie rimproverandolo come un bambino maleducato: "Non si dice 'da rottamare' riferito a delle persone".
Già, ma allora quando con assoluta tranquillità si parla di lavoratori "esuberi"? Forse esuberi è più elegante, ma il concetto non cambia.
Salviamo pure la forma (è anche un dovere quando il linguaggio dei politici, amplificato dai media, trascende e invade e inquina il parlar comune come avviene ormai da troppo tempo), ma, come dire..... quando ce vo', ce vo'. Certamente lo stesso concetto si poteva rendere con parole diverse da quelle espresse dal bullismo politico di Renzi. Però non facciamone un dramma.
Detto questo, sono parzialmente d'accordo col sindaco di Firenze. E' giusto che in politica avanzino i giovani (tra l'altro ce ne sono così pochi), ma non farei di tutte le erbe un fascio. Ci sono dei "vecchi" che sarebbe ora andassero in pensione (D'Alema, tanto per non fare nomi), e altri "vecchi" (il professor Stefano Rodotà, per esempio) di cui sarebbe molto utile invece il ritorno.

lunedì 25 ottobre 2010

Chi è un peso? La Fiat o l'Italia?

A Sergio Marchionne che ieri sera, ospite del programma Che tempo che fa, ha dichiarato che l'Italia è un peso per la Fiat, avrei chiesto se sapeva che la Fiat è stata per molti anni un peso per l'Italia. E che peso.

martedì 19 ottobre 2010

Buon lavoro a Susanna Camusso

A giorni Susanna Camusso, sindacalista, femminista e skipper sostituirà Guglielmo Epifani alla guida della Cgil, il maggior sindacato italiano. L'augurio che le faccio è quello di saper tenere il timone del sindacato con la stessa bravura con cui sa stare al timone della sua barca a vela.
Susanna Camusso ha una lunga esperienza sindacale e confido che sappia interpretare il suo ruolo nel modo più ampio e incisivo, promuovendo anche iniziative in difesa dei lavoratori più deboli, i milioni di precari giovani e meno giovani che governo e Parlamento continuano a ignorare.

sabato 9 ottobre 2010

"Cara signora, non se ne può proprio più!"

Oggi pomeriggio a Milano, verso le 17.30 mentre attraversavo a piedi piazza Cordusio, sono stata affiancata a un semaforo da una bella signora di mezz'età dall'aria paciosa, solare, molto rassicurante, una nonna.
La signora attraversava quella piazza un po' pericolosa soprattutto per i pedoni, e complicata dai binari del tram e dai lastroni di pietra un po' sconnessi del fondo stradale, tenendo a mano la sua bicicletta. Attorno al collo portava, annodato, un grande telo bianco che le scendeva dietro, lungo la schiena; allora ho rallentato il passo per poter scoprire che cosa stava portando in giro.
Portava in giro una grande scritta: "Il Giornale dei Berlusconi = carta igienica", espressione certamente non elegante, ma efficace (del resto questo è il linguaggio al quale ci hanno assuefatto certi politici e politicanti, ed è quello che comprendono meglio). Le ho manifestato allora la mia simpatia e lei, sconfortata, mi ha detto: "Cara signora, non se ne può proprio più!". Parole sante.

giovedì 7 ottobre 2010

Alla Palombelli vorrei dire....

Barbara Palombelli ha scritto su Il foglio un articolo destinato certamente a sollevare dibattiti in qualche salotto televisivo e commenti sui giornali.

Dal manifesto degli espatriati: "L'Italia non è un paese per giovani. E' per questo che siamo dovuti andare via, o non possiamo farvi ritorno a breve. L'Italia è un paese col freno a mano tirato, nella migliore delle ipotesi. Un paese dove la classe dirigente - che si autoriproduce da decenni - ha fallito. All'estero i giovani hanno uguale diritto di cittadinanza delle generazioni che li hanno preceduti. Il percorso di carriere all'estero è chiaro, definito e prevede salari mediamente di gran lunga maggiori rispetto all'Italia, soprattutto per giovani neolaureati. All'estero non conta l'anagrafe: puoi ottenere posizioni di responsabilità a qualsiasi età, se vali. Anche a 25 anni...". Finale: "Noi giovani professionisti italiani espatriati intendiamo impegnarci, affinché l'Italia torni a essere un ‘paese per giovani', meritocratico, moderno, innovatore. Affinché esca dalla sua condizione terzomondista, conservatrice e ipocrita. E torni a essere a pieno titolo un paese europeo e occidentale. Ascoltate la nostra voce!".

Eh no, qui non ci siamo. La conclusione è sballata. Ve l'immaginate un sessantottino che avesse scritto a un Fanfani: per favore, stammi a sentire, avrei da chiederti... Cari ragazzi, noi ci siamo laureati in mezzo agli autobus in fiamme, alle università presidiate dalle polizie, in mezzo a scioperi di mesi, per comunicare avevamo il gettone e i telefoni pubblici rotti e non Twitter o Facebook, lavoravamo per comprarci le sigarette. Dunque, niente sensi di colpa. Zero. Immaginate un mondo a misura vostra, lottate e lasciateci invecchiare in pace. Perché dovremmo ascoltarvi, cari espatriati (spesso a spese di noi ipocriti terzomondisti genitori)? Noi ultracinquantenni ci siamo battuti già, molti anni fa, per i nostri lavori, le nostre pensioni, i diritti sociali e civili. Ora tocca a voi, dimenticatevi di noi e dei nostri errori (a ciascuno il suo). Impegnatevi a cambiarlo, questo paese per vecchi. Mollate i popoli viola, smettete di lanciare petardi veri o di carta, tornate qui che c'è tanto da fare. Lasciate le pigrizie catalane di Barcellona, le folli notti berlinesi, la Londra sempre swinging, i loft newyorkesi e venite - se credete, se non è troppa fatica - a battervi per i vostri diritti, le vostre leggi, il vostro futuro. Vi informo che fra qualche mese quella classe dirigente fallita si ripresenterà al voto, al giudizio degli elettori e cercherà di rinfrescare le liste delle coalizioni pescando qua e là fra i più ambiziosetti ed esibizionisti di voi. Prima che ciò accada, trasformate il giusto e severo verdetto che avete pronunciato partendo per gli Erasmus, i Leonardo, le borse di studio per cui si sono battuti i matusalemme che schifate, in un'azione collettiva e positiva. Basta denunce, basta giudizi, è l'ora di fare. Scendete in campo aperto, voi così post ideologici, così informati sulle meravigliose condizioni sociali europee: potrete dare una svolta necessaria. Smettete di astenervi, di lamentarvi, di piangere, di distaccarvi, di elogiare un altrove sempre più adeguato alle vostre meravigliose qualità. Se siete così gagliardi, qui l'agonia dei Palazzi è davvero alle scene finali, il teatrino della politica è sceso sotto il livello minimo della rissa da osteria. L'ora X è giunta. Detto in romanesco: dateve 'na mossa.

Barbara Palombelli prende di mira i giovani che hanno lasciato l'Italia. La mia opinione è che la Palombelli ha un poco ragione. Ma non del tutto. Gran parte della responsabilità infatti credo sia della mia generazione che, come diceva Giorgio Gaber, "ha perso": incaponendosi sull'ideologia prima, e non riuscendo a governare il cambiamento poi, questa generazione di "sessantottini" (quelli ormai ai posti di comando e quelli che non hanno smesso di contestare e rivendicare) ha permesso alla fine che si creassero certi "mostri" (cattiva politica e cattiva finanza, per esempio, che hanno responsabilità maggiori rispetto alla globalizzazione) che hanno mangiato gran parte delle risorse disponibili, alzato il livello di povertà dei poveri e di ricchezza dei ricchi e quasi azzerato le opportunità per i giovani. Che saranno anche un po' viziati, che saranno anche stati abituati dalle famiglie a un tenore di vita magari al di sopra delle loro possibilità, ma che non hanno la fortuna di poter programmare il loro futuro, di poter sognare, come abbiamo fatto noi che "ci siamo laureati nelle università presidiate dalla polizia, in mezzo ad autobus in fiamme, eccetera".
Parole come quelle della Palombelli sono state talvolta riferite da altri osservatori anche a tutti i giovani non espatriati, che oggi lamentano una condizione di vita di gran lunga inferiore a quella dei loro genitori. Ma questi non sono un'élite, sono una massa che, paradossalmente, fa meno rumore.

giovedì 30 settembre 2010

Stazione Centrale Shopping Center

Alla stazione Centrale di Milano si andrà (chi andrà) soprattutto per fare shopping invece di partire con un treno. Grazie ai lavori di ristrutturazione interna, infatti, prima di arrivare a una banchina bisogna percorrere una galleria di una cinquantina di negozi, che presto diventeranno un centinaio.
Ma era proprio necessario aumentare la distanza tra i viaggiatori e i treni trasformando la stazione in un grande centro commerciale? E non si tirino in ballo discorsi sul comfort dei viaggiatori che ne trarrebbe vantaggio, perché per viaggiare bene non occorrono le griffes, bastano servizi efficienti di biglietteria, ristorazione, farmacia, rivendite di giornali e libri, bagni a specchio, treni puliti e puntuali, facile accesso alla metropolitana e ai taxi. La segnaletica poi deve essere chiara e precisa, non come quella che, nella galleria antistante le banchine, manda a destra i viaggiatori in cerca di toilette e, quando i malcapitati raggiungono la destra trovano un altro cartello che li spedisce in senso opposto, a sinistra.
Se invece, soprattutto con l'Expo alle porte, si voleva avvicinare la Centrale di Milano ai terminal ferroviari delle più importanti capitali europee, allora il progetto dell'architetto pesarese Marco Tamino, già autore della riqualificazione della stazione Termini di Roma, doveva essere un altro.

lunedì 27 settembre 2010

Natale può attendere

Quanti di noi percepiscono con un certo dispiacere che il tempo passa troppo in fretta? Guardiamo l'età: l'altro ieri avevamo vent'anni, ieri quaranta, oggi sessanta, domattina ottanta. Ma che delirio è? E' il delirio dell'Alta velocità del consumismo.
Due domeniche fa, 19 settembre, pomeriggio, sono entrata alla Rinascente di piazza Duomo, a Milano (e già una che va di domenica pomeriggio alla Rinascente forse si vuole un po' male). All'ultimo piano, in uno scintillio di luci, palle colorate, dorate, argentate, abeti finti, coccarde, ghirlande e catene di candeline era già arrivato Natale. Sì, anche Babbo Natale la cui barba mal celava i resti di una recentissima abbronzatura, era pronto con una slitta di doni.
Ora, va bene (anzi, per niente) che quel che conta e che fa spendere è quel che si vede ma, andando avanti così, il 1° gennaio sarà Pasqua, a metà aprile Ferragosto eccetera eccetera, tutto accelerato, tutto velocissimo. Anche noi, di questo passo, siamo destinati a invecchiare molto prima. Bene, io rivendico il mio diritto a invecchiare seguendo il corso naturale del tempo e non quello dettato dal marketing dei grandi magazzini. Per farlo c'è un modo: ignorare l'Alta velocità di chi vuole solo i nostri soldi e cercare di vivere assaporando le giornate più fresche, belle o piovose dell'autunno, i suoi colori, i suoi sapori. A Natale mancano 90 giorni. Natale può attendere.

domenica 26 settembre 2010

Anche la nostra pazienza sta finendo

"La pazienza è finita", dice un disinvolto Pierluigi Bersani in maniche di camicia rimboccate, cravatta allentata, sui manifesti apparsi in questi giorni sui muri delle nostre città.
"La pazienza è finita", ha ribadito ieri a Genova Emma Marcegaglia rivolta ai suoi colleghi imprenditori e riferendosi all'azione di governo insufficiente a rilanciare la crescita del Paese.
Che sia lo slogan di una nuova, singolare alleanza? Ben venga se serve. Intanto anche la nostra infinita pazienza da tempo è messa a durissima prova e si sta esaurendo.
Citazione: "Quando la miseria si moltiplica e la speranza fugge dall'uomo è tempo di rivoluzione" (Oscar Niemeyer, ultracentenario Maestro d'architettura).

sabato 25 settembre 2010

L'orribile "morte assistita" di Teresa Lewis

Teresa Lewis, 42 anni, una donna mentalmente fragile, è stata giustiziata qualche ora fa in Virginia (Usa) mediante iniezione letale.
E' stata ritenuta colpevole d'aver organizzato l'omicidio del suo secondo marito e del figliastro per incassare un'assicurazione sulla vita.
Il duplice assassinio è stato commesso materialmente da due sicari condannati invece all'ergastolo (uno dei due, che tra l'altro aveva confessato d'aver manipolato la donna, si è poi suicidato in prigione).
Mentre in tutto il mondo ci si mobilita per salvare la vita a Sakineh, la donna iraniana che rischia la lapidazione a causa di un adulterio, in Virginia il governatore repubblicano Robert McDonnell non risparmia una psicolabile e, dopo sette anni di carcere, l'affida al boia che, dopo averla sedata, le pratica l'iniezione letale. Perché?
Perché, questo in sintesi il linguaggio crudo della procedura penale della Virginia, mentalmente la donna non era abbastanza fragile da meritare clemenza: i test d'intelligenza cui era stata sottoposta avevano dato come risultato un coefficiente di pochissimo superiore alla soglia che rende costituzionalmente inapplicabile l'esecuzione.
Alla fine nessuno ha potuto salvare Teresa dall'inciviltà di una morte che, "assistita", fa ancora più orrore.

venerdì 24 settembre 2010

Ma che titoli fa il "Corriere della Sera"?

"Disoccupazione record. I giovani senza lavoro al livello più alto dal 1999" è un titolo del Corriere della Sera di oggi. Non c'era bisogno di sottolinearlo, ma se lo fa anche il primo quotidiano italiano, il problema della disoccupazione emerge davvero come un'emergenza primaria. Invece la politica che cosa fa?
Da luglio la politica, e la stampa è costretta a registrarlo, si balocca con "la casa di Montecarlo". E' forse una delle emergenze di questo Paese? La facessero finita i nostri politici con pretesti come questo che prolungano la già lunga paralisi dell'Italia.
Se Giancarlo Tulliani, il cognato di Fini, ha commesso delle frodi valutarie, lo si giudichi.
Se Gianfranco Fini ha commesso degli illeciti rispetto al suo ex partito Alleanza Nazionale il problema è privato, non pubblico. Lo si giudichi come tale.
Se si dimostrerà che Gianfranco Fini, rispetto a questa vicenda, ha mentito e tenuto un comportamento eticamente scorretto per un uomo delle istituzioni (ma vogliamo ricordare anche le menzogne e i comportamenti eticamente scorretti di Berlusconi?), si dimetta subito.
Non si può andare avanti con servizi e servizi televisivi e pagine intere di giornali occupati da questo argomento che, tra l'altro, per essere pignoli, non è neppure tra i cinque punti (giustizia, fisco, federalismo, Mezzogiorno, sicurezza) sui quali Berlusconi vuole basare il rilancio della legislatura. Punti che non sono le uniche emergenze, tant'è che il lavoro, per esempio, non è ritenuto degno di stare nel programma.
Ma allora che titoli fa il Corriere della Sera?

La scelta di Sandra

Ho letto che per sua volontà Sandra Mondaini (qui in una foto di molti anni fa) verrà sepolta nel cimitero di Lambrate, a Milano, vicino a sua madre. Questa notizia mi ha un po' sorpreso e mi ha fatto moltissima tenerezza.
Per 50 anni lei e Raimondo Vianello sono stati una coppia unitissima nel lavoro e nella vita. La morte di Sandra, pochi mesi dopo quella del marito, ne è quasi la testimonianza. C'era da aspettarsi che sarebbe stata sepolta al Verano, a Roma, nella tomba di famiglia dei Vianello.
Invece, fuori dalla retorica post mortem del "per sempre insieme", ecco che lei ha scelto di andare a stare accanto a sua madre, quasi a voler tornare in quel grembo protettivo, lontana dal palcoscenico e dai lustrini degli anni belli e dalle tribolazioni degli anni della malattia, quasi alla ricerca del suo giardino segreto (tutti ne abbiamo uno). Raimondo capirà.

giovedì 23 settembre 2010

Le taglie "morbide" sono sempre esistite

E' assolutamente inutile cercare di combattere l'anoressia mettendo all'indice le modelle-grissino quando, nella settimana della moda di Milano, viene esclusa dalle sfilate Elena Mirò, marca delle taglie "morbide", costretta a organizzare alla svelta una passerella per proprio conto (nella foto). Una scelta che naturalmente ha sollevato polemiche.
"E' una decisione ingiusta. Oggi le donne 'curvy' sono una realtà che non si può più ignorare", ha commentato, algida e magrissima, Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia.
Bontà sua, signora Sozzani. Però sappia che, senza scomodare le floride bellezze rinascimentali né quelle "maggiorate" degli anni '50, le donne che lei chiama "curvy" (cioè le taglie 46 e, mi perdoni, oltre), rappresentano sì la maggior parte delle donne italiane, ma non da oggi. Glielo dice una taglia 48-50 che, da tempo e ogni volta, si chiede perché, di fronte a un'offerta molto ampia per chi indossa la 40-42, sia così difficile invece per lei trovare abiti di buon gusto e buona fattura. Durante la stagione dei saldi poi, non ne parliamo, i negozi sono pieni di capi small ed extra-small invenduti. Certo che è più facile disegnare modelli "a prescindere", però se il "made in Italy" raccogliesse davvero la sfida delle taglie "morbide" ci sarebbero in giro donne più felici.

Niente da dire sulla Lega nelle banche?

Nel giugno 2007 scoppiò un putiferio quando Piero Fassino, parlando al telefono con Giovanni Consorte (Unipol) per chiedere notizie della scalata Antonveneta, incautamente disse: "Allora, abbiamo una banca?"
Oggi che Umberto Bossi, dopo aver ribadito più volte che alla Lega spetta un peso maggiore anche nelle banche e approfitta della vicenda Unicredit per cercare di mettere le mani su cinque importanti Fondazioni bancarie, l'establishment che conta ha fatto finta di niente.

lunedì 20 settembre 2010

Che c'entra Bossi col "Sole delle Alpi"?

Prima Oscar Lancini, sindaco di Adro, ha detto che il "Sole delle Alpi" col quale sono state "timbrate" tutte le suppellettili, ma anche il tetto, il giardino, le pareti del nuovo polo scolastico, non era un simbolo della "Padania". Poi, di fronte alla richiesta del ministro Gelmini di rimuovere quel simbolo dai banchi, dalle porte, dai cestini e da tutto ciò su cui era stato impresso come marchio indelebile, ha detto che lo farà solo se glielo chiederà Umberto Bossi.
Se il "Sole delle Alpi" non è un simbolo leghista (peraltro in una scuola dedicata a Gianfranco Miglio, ideologo della Lega), che cosa c'entra Bossi? Qualcosa non mi torna.

Mi sento in ostaggio

L'Italia è un paese bloccato. Lo dicono tutti, anche all'estero. Siamo in ritardo quasi di vent'anni. Non che prima le cose andassero a gonfie vele ma, da metà degli anni '90 circa, l'ombelico del nostro sistema-paese è la giustizia.
Tutto ruota intorno alle leggi ad personam volute dal Premier, e a quelle che vorrebbe, per poter continuare a fare gli affari suoi e quelli dei suoi amici e spacciate per leggi che tutelano la libertà dei cittadini. L'economia, se è quella di tutti, non interessa Berlusconi. Tutt'al più serve al ministro Tremonti per tagliare indiscriminatamente i servizi alla collettività (soprattutto la scuola) dando ad intendere che in questo modo "non si mettono le mani nelle tasche degli italiani".
Ma, se non ci fossero stati i problemi con la giustizia del Cavaliere, di che cosa si sarebbe occupato il Parlamento? Di che cosa avrebbero parlato i nostri deputati e senatori in questi due anni?
In Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna eccetera di che cosa si è discusso nello stesso periodo nei rispettivi Parlamenti? Senza avere dati precisi alla mano, mi sentirei di dire che, quanto a produttività (se così si può misurare anche l'attività politica), gli altri ci battono.
Non so voi, ma io mi sento in ostaggio di questa cattiva politica.

sabato 18 settembre 2010

La politica dello spezzatino

Adesso abbiamo i finiani e i veltroniani: a quando i veltrofiniani? Nessun stupore, tutto può accadere in politica. Maggioranza e opposizione si sono infilate in un unico tritacarne.
Pazienza per la maggioranza dove, dopo lo strappo di Fini, è cominciata di fatto una crisi di governo; ma nella già fragile opposizione? Caro Veltroni, c'era proprio bisogno del suo ultimo intervento a gamba tesa su Bersani?.
Che cosa uscirà da questa situazione? Temo un grande spezzatino indigesto per tutti. Nessuno saprà più chi è e con chi sta. Figuriamoci la confusione degli elettori che, chiamati a votare una coalizione e il suo programma, forse dovranno limitarsi a sceglierne solo un bocconcino, magari pure indigesto.

sabato 11 settembre 2010

L'accidia ha ucciso il sindaco Vassallo

Chi ha ucciso Angelo Vassallo, il sindaco di Acciaroli, nel Cilento, crivellato di colpi per aver difeso la sua terra dall'aggressione della criminalità?
Al di là della mano assassina che ha sparato, credo che l'abbia ucciso l'accidia, il vizio di chi, essendone consapevole, pratica placidamente l'indifferenza e l'errore perché, pur conoscendo i propri doveri, non è capace di assolverli; talvolta minimizza i problemi che gli si presentano anche per giustificare il suo non voler affrontare una realtà che gli appare troppo complessa, quindi faticosa.
Il sindaco Vassallo, molto amato dai suoi concittadini, fuori dai confini del suo paese rappresentava una questione d'importanza locale, oppure nessuno sapeva chi fosse e come si opponesse ai predoni dell'ambiente. Gli accidiosi (l'intera collettività, cioè noi) hanno preferito baloccarsi con altre distrazioni (la scena politica ne offre in continuazione) o continuare a non sapere.
Quanti altri sindaci coraggiosi sono in pericolo?

giovedì 9 settembre 2010

Ricordo Guido Passalacqua

E' morto Guido Passalacqua, giornalista di Repubblica, 67 anni. Lascia la moglie Mariella e il figlio Tommaso, amatissimi.
Questo è il mio ricordo personale. Prima di arrivare a Repubblica (dove ha lavorato dalla fondazione) e di una parentesi ad Abc, settimanale scandalistico di inchieste e cronacaccia, Guido aveva iniziato nel newsmagazine Panorama diretto da Lamberto Sechi, una dura scuola di giornalismo sul campo. Vi era approdato all'inizio degli anni '70, nella stagione più felice del settimanale mondadoriano, che cominciava a cogliere successi anche grazie all'affiatamento di un bel gruppo di giovani redattori, più qualche collega già esperto, guidati da alcuni "senatori" e dal rigore etico e professionale di Sechi, autorevole "padre padrone".
La colla del gruppo erano la politica (salvo qualche eccezione, tutti della sinistra parlamentare o gruppettara costretti da un tacito patto a essere fedeli ai "fatti separati dalle opinioni", gabbia per qualcuno talvolta un po' stretta), il cinema, le serate in trattoria e anche la squadra di calcio del giornale (chi non giocava, come Passalacqua, faceva il tifo).
In quell'atmosfera nascevano in redazione anche innamoramenti e tormentate storie d'amore (redazione di Cotta continua, fu l'azzeccato calembour di un collega), qualche volta coppie stabili. Come quella di Guido e Mariella, la bellissima collega che si occupava della ricerca iconografica, poi diventata sua moglie. Aria un po' disincantata da gentiluomo di campagna, elegantemente trasandato, con l'inseparabile pipa, Guido allora ricordava un po' anche un Woody Allen non nevrotico, placido, con i suoi occhiali dalla robusta montatura nera.
La notorietà al cronista Passalacqua è arrivata con il terrorismo. Autore per Repubblica di documentate indagini sugli anni di piombo, è stato gambizzato dalla Brigata XXVIII marzo poco prima che lo stesso commando, con la stessa arma, uccidesse Walter Tobagi. Considerò quel ferimento senza enfasi, come un incidente sul lavoro.
Sempre per Repubblica Guido ha seguito fin dall'inizio (1985) la nascita e lo sviluppo del "fenomeno Lega Nord", intuendo per primo le grandi capacità d'espansione di quel movimento politico che poi ha davvero travolto e scompaginato le carte della sonnacchiosa politica italiana, e diventandone senza dubbio il più profondo conoscitore; lo dimostra il libro Il vento della Padania (Mondadori, 2009), al quale ha lavorato per anni, anche durante la malattia.
Ciao, caro Guido.

mercoledì 8 settembre 2010

L'autunno potrebbe essere caldo

Gli imprenditori metalmeccanici credono di risolvere i problemi della crisi del settore stracciando i contratti (Federmeccanica ha disdettato il contratto nazionale di lavoro del 2008 valido fino al 31 dicembre 2011) e dividendo il sindacato (firma di un accordo separato nel 2009 con Cisl, Uil e Ugl contestato da Cgil).
L'autunno si fa tiepido. Nostalgia canaglia.

lunedì 6 settembre 2010

Sistina: troppi visitatori, troppo maleducati

Gli affreschi della Cappella Sistina sono in pericolo, ha denunciato Antonio Paolucci, direttore dei Musei vaticani. La polvere e il respiro di quattro milioni di visitatori all'anno stanno danneggiando il Giudizio universale di Michelangelo e le opere degli altri artisti rinascimentali (Botticelli, Signorelli, Pinturicchio, Perugino, Ghirlandaio) che decorano le pareti della Cappella.
Ho rivisitato la Cappella Sistina qualche mese fa e mi ha fatto orrore vedere come la mancanza di un regolamento più severo e la non applicazione di quello in vigore ha trasformato quel luogo, che non è solo un'attrazione culturale, ma anche fortemente simbolico per la Chiesa cattolica, in un bivacco di turisti disordinati, vocianti, fotocamera-digitale-muniti che sparano più lampi di un temporale d'agosto, taluni sdraiati per terra, scalzi, per riposare e per far riposare i piedi dopo la lunga galoppata attraverso le austere gallerie dei Musei vaticani.
Tutti i visitatori respirano e portano polvere. Quelli maleducati ancora di più.

domenica 5 settembre 2010

Scusi Fini, va quasi tutto bene. Ma adesso?

Ho appena finito di guardare e ascoltare su La7 la diretta speciale sul discorso di Gianfranco Fini a Mirabello. Questi sono appunti sparsi su quanto ha detto il cofondatore del Pdl, un'ora e mezza di parole talora sferzanti, sciabolate per Berlusconi e il suo partito (la maggior parte), e altre almeno apparentemente concilianti, uno stile per certi aspetti buono per qualunque soluzione. Sarà rattoppo provvisorio o rottura definitiva? Quel che è certo è che il guanto della sfida è stato lanciato.
Il momento divertente - BERLUSCONI COME STALIN
"Il 29 luglio l'ufficio politico del Pdl, in mia assenza, ha decretato la mia esplusione da un partito che avevo contribuito a fondare. Tra le motivazioni un continuo stillicidio di dissenso, spesso in sintonia con l'opposizione e i temi della sinistra, e una partecipazione attiva al gioco al massacro delle procure. Un provvedimento ispirato dal Libro nero del comunismo che ci è stato consegnato al momento della nascita del Pdl. Solo nel peggior stalinismo si può essere messi alla porta senza alcun tipo di contradditorio. In una democrazia liberal non c'è eresia perché non c'è ortodossia".
Un modo davvero ispirato per dare del comunista, anzi dello stalinista, al cavaliere.
Il momento del rimpianto - REQUIEM PER IL PDL
"Il Pdl non c'è più". Una bella, affascinante ipotesi politica che non è stata realizzata.
Il momento del governo - AI MINISTRI VOGLIO DIRE
Bisognava sì fare dei tagli per contenere la spesa, ma evitare tagli lineari (diretto a Giulio Tremonti) che producono gravi danni. Sono stato ferito dai tagli alle forze di polizia (a Roberto Maroni) e alla scuola (a Mariastella Gelmini). Valorizzare i giacimenti culturali che forse sono più importanti dei giacimenti petroliferi (a Sandro Bondi). La visita di Gheddafi definita uno spettacolo poco decoroso (a Franco Frattini) messo in scena da e per un personaggio che non può insegnare nulla a nessuno quanto a rispetto delle donne e della dignità umana.
Il momento della sintesi - ALCUN SLOGAN A EFFETTO
"Il Parlamento non è una dépendance del governo". "Governare non è comandare". Basta con gli insulti. Coinvolgere l'opposizione (cioè se l'opposizione ha buone idee un buon governo deve accoglierle e tradurle in realtà). "Un codice etico per chi ha cariche pubbliche (che non dica ciò che è lecito - per questo c'è già la legge - ma ciò che è opportuno)". "Lotta alla criminalità (anche dei "colletti bianchi" e dei "furbetti del quartierino)". "Leadership non significa proprietà".
Il momento della giustizia - GIUSTIZIA E GARANTISMO
"Sì al processo breve, no alla sua retroattività". "No a leggi ad personam, sì a legge a tutela del ruolo del premier". "Mai contrario al Lodo Alfano e al legittimo impedimento". "No alla cancellazione dei processi, sì alla loro sospensione". "Garantismo non è impunità". La giustizia va riformata per garantire tutti gli onesti, non contro i magistrati ma tenendo conto anche delle loro esigenze. "La magistratura è un caposaldo della democrazia con qualche mela marcia costituita da qualche magistrato politicizzato".
Il momento dei giovani - DISOCCUPAZIONE E WELFARE
"Mi piange il cuore quando leggo che un giovane su quattro non trova lavoro (degli altri tre, due sono sicuramente "a progetto", cioè precari - Ndr)". "La flessibilità non deve essere precarietà permanente". "In Germania le buste paga dei lavoratori non garantiti sono più pesanti". "Diamo ai giovani la possibilità di dimostrare il loro valore". "Dov'è la meritocrazia?". "Serve anche un patto generazionale per la grande questione giovanile. La società si è rovesciata: una volta era il lavoro dei giovani a dare serenità agli anziani, ora è il contrario". "Nella riforma del fisco bisogna introdurre il "quoziente familiare" soprattutto per alleggerire la pressione fiscale delle famiglie monoreddito con più figli".
Il momento politico - LA LEGGE ELETTORALE? MEA CULPA
"Sovranità popolare significa che gli elettori hanno il diritto di scegliere i loro rappresentanti da mandare in Parlamento. E qui devo fare mea culpa perché ho contribuito anch'io a questa legge elettorale. Sono vergognose le liste "prendere o lasciare". Bisogna poter scegliere i propri candidati".
Il momento della Lega - "BOSSI E' POPOLARE, MA...
...il Senatur non può pensare che la Padania esista davvero. La bandiera del federalismo oggi può essere alzata nell'interesse di tutti. Discutiamo con la Lega e con "Forza Italia allargata" che cosa significa federalismo sociale e fiscale, i tempi di attuazione, i costi standard dei servizi. E' un dovere, anche in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia".
Il momento dell'economia - BASTA "GHE PENSI MI"
"Serve un nuovo patto tra capitale e lavoro per rilanciare l'economia. Bisogna dare competitività alle nostre imprese senza pensare solo alla delocalizzazione. Ma vi pare possibile che, nonostante il "ghe pensi mi", si debba attendere ancora per conoscere il nome del ministro dello Sviluppo economico? In quale altro Paese avverrebbe una cosa del genere? E' un ministero importante, non uno strapuntino".
Il momento del premier - GRAZIE SILVIO ELETTO DAL POPOLO
A Berlusconi gratitudine per quel che ha fatto soprattutto nel '94, quando ha contrastato "la gioiosa macchina da guerra", ma "gratitudine non può significare che ogni volta che si critica o si esprime un'opinione diversa, si debba essere accusati di lesa maestà. Non siamo un popolo di sudditi. Berlusconi ha diritto di governare perché scelto dagli elettori. Pensare a scorciatoie giudiziarie per toglierlo di mezzo è una lesione alla sovranità dello Stato".
Il momento del futuro - CHE COSA FAREMO DOMANI
"Non si rientra in ciò che non c'è più. Il Pdl ormai è Forza Italia più qualche colonnello (La Russa, Alemanno, Gasparri - Ndr). Si va avanti senza cambi di campo o ribaltoni per onorare il patto con gli elettori, ma senza aggiungere nel programma qualcosa che non c'era e che diventa un'emergenza. Futuro e Libertà è lo spitiro autentico del Pdl, è quel che doveva essere il Pdl. Vogliamo capire come costruire un patto di legislatura. Non ci facciamo intimidire da campagne paranoiche e patetiche, attendiamo fiduciosi i riscontri della magistratura che dirà e stabilirà i responsabili di tanta volgarità, di tante menzogne e falsità. E' stato un atteggiamento infame, non perché rivolto alla mia persona, ma alla mia famiglia, ed è tipico degli infami. I gruppi parlamentari di Futuro e Libertà saranno chiari. Sosterranno il programma della maggioranza. Futuro e Libertà non rema contro. Minacciare le elezioni è terrorismo politico".
L'argomento assente - IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE
Sul tema è in vigore una legge che porta anche il nome di Fini, che però più volte ha dichiarato che sarebbe una normativa da aggiornare. La questione del diritto di voto per gli immigrati regolari alle elezioni amministrative, sostenuto da Fini, è stata sempre un argomento scomodo all'interno della maggioranza e ha procurato al presidente della Camera numerose critiche dal centrodestra. Nel discorso di Mirabello Fini non ne ha fatto alcun cenno.

venerdì 3 settembre 2010

Vorrei Milly Moratti sindaco di Milano

Siamo alle solite. Si avvicina la scadenza (primavera 2011) per l'elezione del sindaco di Milano e il centrosinistra....non ha niente da mettersi. Pensarci per tempo? Mai.
Formalmente ci sarebbero al momento tre candidati (l'avvocato Giuliano Pisapia, l'architetto Stefano Boeri, il consigliere provinciale del Pd Roberto Caputo) nessuno dei quali però raccoglie ampi consensi.
La discussione riguarda soprattutto il personaggio più in vista, l'archistar Boeri, un professionista molto stimato anche all'estero, ma che ha il difetto di aver lavorato recentemente per l'attuale amministrazione di Letizia Moratti, d'essere coinvolto in affari poco chiari della "cricca" e di avere alcuni grandi progetti, in deroga al piano regolatore, insieme al palazzinaro Salvatore Ligresti, altra persona non proprio specchiata. Dalla sua, invece, il fatto di venire da una famiglia della buona borghesia (quella che una volta si diceva "illuminata") milanese, storicamente sempre a sinistra, d'essere attento ai problemi sociali e di avere capacità che, ben utilizzate, potrebbero davvero aiutare Milano a uscire da una dimensione nazionale per diventare finalmente una città di respiro europeo.
Dipendesse da me, metterei in campo una bella competizione famigliare candidando Milly Moratti, moglie di Massimo, il presidentissimo dell'Inter. Come Kramer contro Kramer, Moratti contro Moratti. E non sarebbe un'operazione di facciata, tutt'altro.
Milly Moratti è una donna molto combattiva nel suo ruolo di capogruppo di "Milano civica" in Consiglio comunale, laureata in fisica teorica, pioniera della diffusione di Internet come strumento di partecipazione, fondatrice e presidente di "Chiamamilano", uno spazio dove i cittadini possono avere informazioni sui loro diritti e possono incontrarsi per scambiare gratuitamente beni, esperienze, capacità; inoltre ha molto a cuore l'assetto urbanistico di Milano e la primavera scorsa ha criticato duramente il Piano di governo del territorio presentato da sua cognata Letizia, che prevede una cementificazione selvaggia della città.
Milly Moratti per me sarebbe il miglior candidato sindaco. E sono certa che, vincendo, sarebbe anche il sindaco ideale per la mia città, come un abito che ci va a pennello e che ci piace indossare.

giovedì 2 settembre 2010

Ibra e Robinho nell'urna elettorale

Berlusconi, che da qualche anno non scuciva più milioni per il Milan, improvvisamente ha cambiato idea e ha regalato ai suoi tifosi (spesso il tifo per la squadra rossonera non prescinde da quello per Berlusconi e viceversa) due grandi fuoriclasse: Ibrahimovic e Robinho (nella foto, con le maglie delle rispettive nazionali, Svezia e Brasile).
Voglia di vincere? Sì, le prossime elezioni politiche: nel dubbio che possano svolgersi presto o a fine legislatura, intanto è molto saggio per il cavaliere giocarsi questi due assi.

mercoledì 1 settembre 2010

Darfur, Pakistan: è successo qualcosa?

Di tutte le notizie che ho letto durante le vacanze d'agosto ce ne sono due che non hanno avuto l'attenzione mediatica e la solidarietà che meritavano.
La prima: il nostro Paese, con un motivo pretestuoso, ha negato gli aiuti che aveva promesso al Darfur, la martoriata regione sudanese teatro di un genocidio che va avanti da molti anni ininterrottamente e che non accenna a fermarsi (300 mila vittime, tre milioni di profughi, carestia, epidemie, distruzione di circa la metà dei villaggi).
E' una guerra a senso unico: da una parte le milizie a cavallo, i janjaweed, feroci predoni del deserto, sostenute dal governo di Khartoum che distruggono, rubano, uccidono, stuprano; dall'altra le indifese tribù di agricoltori e pastori. Un contingente di 26 mila soldati dell'Onu e dell'Unione africana a fatica cerca di fronteggiare l'emergenza sanitaria.
Non è una guerra d'aggressione per motivi religiosi (sono tutte comunità autoctone musulmane). Secondo Peacereporter, il network d'informazione sui punti caldi del mondo, le origini di questo conflitto, che ha provocato una gravissima crisi umanitaria, sono da cercare nella lotta per il controllo delle risorse, terra e acqua, tra le comunità stanziali e le tribù di allevatori nomadi, una lotta sempre più violenta a causa dell'avanzata del deserto e della siccità dovute al surriscaldamento globale. L'appoggio del governo sudanese ai miliziani ha reso ancora più drammatico e sanguinario il conflitto.
La seconda: le inondazioni in Pakistan che, secondo un portavoce dell'Onu, sono una catastrofe più grave dello tsunami in Asia (2004) e del terremoto di Haiti nel gennaio di quest'anno. Le acque che hanno sommerso città e villaggi hanno colpito oltre 18 milioni di persone contro i cinque milioni dello tsunami e i tre milioni di Haiti. Il linguaggio burocratico dei numeri (le vittime, i senzatetto, i dispersi eccetera) forniti dall'Onu è crudele (inoltre sono numeri sempre in aggiornamento) e purtroppo non colpisce più di tanto, assuefatti come siamo a ogni disgrazia accaduta lontano dai nostri occhi.
Ancora più crudele l'indifferenza con cui questa tragedia è passata svogliatamente nei giornali, nelle televisioni e nelle nostre coscienze. Sì, certo, alcuni Paesi hanno mandato degli aiuti, alcune organizzazioni umanitarie si sono attivate, ma non c'è stata la grande emozione collettiva, la grande mobilitazione generale che ha accompagnato altre catastrofi. E' mancata la solidarietà umana. Eravamo in pieno agosto, eravamo tutti in vacanza. Anche le nostre coscienze.

giovedì 12 agosto 2010

Buone vacanze

Parto per un soggiorno di due settimane in Calabria; vado alla "Pizzuta" di Parghelia, a pochi minuti da Tropea, un villaggio che, per me, non vuol dire solo relax e svago ma rappresenta anche un luogo dell'anima.
Ci andavo negli anni '70 quando si chiamava "Mondo X", c'eran solo un pugno di capanni, scarsità d'acqua, alberi da frutta, una mucca che pascolava nel prato, due capre, ottimo cibo, tanti amici e molta sana allegria. Il mare era verde smeraldo e/o blu cobalto. Ci torno ogni tanto e, anche se è molto cambiato, gli voglio bene lo stesso. Buone vacanze a tutti e buona ripresa in autunno al nostro Paese maltrattato dalla cattiva politica. Ciao.

lunedì 9 agosto 2010

Addio al pretore Canosa

Tre giorni fa, nella sua casa di Ortona, in Abruzzo, è morto Romano Canosa, magistrato, storico, saggista.
L'ho conosciuto negli anni '70, quando era pretore del lavoro presso il Tribunale di Milano ed ero andata a intervistarlo per un servizio su Panorama. Era un uomo dai modi asciutti, molto diretto, colto, che nei suoi giudizi applicava la legge, lo Statuto dei Lavoratori, senza guardare in faccia a nessuno. Ne sanno qualcosa le grandi aziende milanesi di allora (l'Alfa Romeo soprattutto) che il più delle volte, dopo aver pagato laute parcelle ai più agguerriti avvocati del lavoro, dovevano reintegrare nel loro posto dipendenti licenziati ingiustamente.
Certo, senza nulla togliere ai meriti di un uomo e un giudice come Canosa, erano tempi in cui l'industria era quasi tutta nazionale, il sindacato era molto forte, i lavoratori garantiti e Marchionne era ancora un bambino. Sono passati solo quarant'anni e sembrano quattro secoli. Chissà cosa direbbe oggi Canosa.

venerdì 6 agosto 2010

D'Alema o Vendola?

D'Alema ha detto che non voterebbe Vendola. Io potrei votare Vendola, ma certamente non voterei D'Alema.

giovedì 5 agosto 2010

Effetto Marchionne?

Dopo i 3900 lavoratori, detti "esuberi", alla Telecom, ecco i 4700 in eccesso all'Unicredit. Conseguenza dell'effetto-Marchionne, dicono i sindacati e ogni altra persona con uso di ragione.
Sarà, quel che è sicuro è che la deriva di umiliazione del lavoro, e dei lavoratori, continua inarrestabile la sua strada: non c'è tutela che tenga, e volontà politica men che meno.

martedì 3 agosto 2010

Maturi ed eccellenti al Sud. Somari al Nord

Il liceo scientifico Leonardo da Vinci di Reggio Calabria è una scuola di studenti eccellenti. Nella sua scia altri sei licei calabresi che, insieme a due licei siciliani e a uno pugliese, compongono una squadra di istituti in cui all'esame di maturità sono fioccati i "100 e lode". Con buona pace dei licei del Nord. Al Sud si studia con maggior profitto? Al Nord ci sono più somari? Non so, quel che è certo è che esiste una anomalia nei giudizi.
Il ministro Mariastella Gelmini, cui è stato chiesto di spiegare questo fenomeno, ha risposto che il "sistema scuola" è da ancora perfezionare. Certo. Mi viene in mente che proprio lei, dopo la laurea in Legge, aveva scelto l'università di Catanzaro per sostenere l'esame di Stato da avvocato, una prova che al Nord aveva una percentuale di respinti di circa il 90 per cento. A Catanzaro invece tutti promossi. "Viva la squola!".

lunedì 2 agosto 2010

Chi ha voluto la strage di Bologna?

La mattina dopo quel maledetto sabato 2 agosto 1980 (ore 10.25: 85 morti, 200 feriti) sono passata per la piazza della stazione di Bologna. Luigi e io eravamo diretti al mare, la prima volta sull'Adriatico.
Le macerie polverose e annerite sembravano esalare ancora, qua e là, fumi sottili di fiamme appena spente; alcuni mezzi di soccorso, ambulanze e auto dei vigili del fuoco, erano rimasti lì nella speranza di trovare altri superstiti di quella assurda e incredibile mattanza.
Da cinque mesi ero incinta di Giulia. Ho provato dolore, rabbia, impotenza. Da star male. Credo che anche Giulia, dentro di me, se ne sia accorta (è cresciuta con una curiosità insaziabile sui fatti di bombe, piombo e sangue che hanno colpito il nostro Paese in quegli anni, sui misteri della nostra storia recente, coltivando un grande bisogno di giustizia).
Mia figlia ora ha l'età delle due ragazze che oggi parleranno in quella piazza e, come loro e come la maggior parte degli italiani, nonostante due condanne all'ergastolo (quelle degli estremisti di destra Valerio Fioravanti e Francesca Mambro), aspetta ancora una risposta, aspetta ancora la verità. Tutti l'aspettiamo.

venerdì 30 luglio 2010

Primo impegno: cambiare la legge elettorale

La rottura tra Berlusconi e Fini è avvenuta. Dovesse cadere il governo, quel che mi auguro è che prima di andare a nuove votazioni, si rimetta mano alla legge elettorale. Solo con una legge che consenta l'elezione di candidati scelti dai cittadini, e non dalle segreterie di partito, si possono creare le condizioni per ricominciare a fare politica per il bene del Paese. C'è tantissimo da fare.

mercoledì 28 luglio 2010

Perché la Fiat vuole produrre in Serbia

La Fiat ha annunciato di voler produrre una nuova monovolume in Serbia. Perché gli operai serbi costano un terzo di quelli italiani? No, Sergio Marchionne, amministratore delegato, ha detto più volte che il costo del lavoro incide solo per il 6% sui costi. E allora perché? Perché per l'azienda sembra essere più importante avere lavoratori con scarsi diritti, come sono i dipendenti serbi in questo caso. Le regole ormai non derivano più da accordi tra le parti sociali, le detta Marchionne. E' la fine della contrattazione nazionale.
Pomigliano docet.

martedì 27 luglio 2010

Tutti sniffavano e nessuno lo sapeva?

Le discoteche "Hollywood" e "The Club" di Corso Como, a Milano, un must per calciatori e veline, modelle, tronisti e altri aspiranti al successo patinato e televisivo, sono state chiuse: cinque persone agli arresti domiciliari, diciannove indagati. La ragione? Lì si sniffava alla grande. Ma va? Ma se a Milano lo sapevano da sempre anche i sassi.....
Adesso la prima a pagare sarà quasi certamente Belen Rodriguez (che ha confessato una sniffatina), candidata a condurre il prossimo festival di Sanremo. Il sindaco del comune della Riviera, che ospita la popolare kermesse, ha detto subito di non volerla più. Si profila un altro "caso Morgan". Nella giusta lotta contro la droga vince soprattutto l'ipocrisia.

lunedì 26 luglio 2010

Le candele accese di Berlino non fanno notizia

La manifestazione contro la "legge bavaglio" con l'accensione di tremila candele, che si è svolta ieri sulla Bebelplatz di Berlino (il luogo nei pressi della Porta di Brandeburgo dove i nazisti bruciarono i libri in segno di disprezzo per la cultura, quindi per la libertà), non ha suscitato grande attenzione da parte della stampa italiana.
Sarà che io adesso sono in vacanza e vedo meno giornali: Repubblica ha dedicato all'evento un trafiletto in quinta pagina. Il Corriere della Sera lo ha ignorato. Gli altri non so.

mercoledì 21 luglio 2010

"Vogliamo Ibra". "Certo. Basta intercettazioni!"

Con la legge sulle intercettazioni finalmente tutti i cittadini potranno parlare liberamente al telefono. Così ha detto ieri Berlusconi alla conferenza stampa in occasione della presentazione del nuovo allenatore del Milan in quel di Milanello. Ai tifosi che chiedevano di rinforzare la squadra con grandi campioni, il cavaliere ha risposto con i suoi soliti argomenti. Una volta si diceva "rispondere Roma per Toma".
Sembra che la massima aspirazione degli italiani sia quella di parlare liberamente al telefono.

lunedì 19 luglio 2010

Ignorare Berlusconi 2

Siamo alle solite. Berlusconi, che sembra sempre più inesorabilmente vicino alla sua fine politica, attacca per difendersi. E lo fa a modo suo. Cioè con volgarità. A Novedrate (Como), in visita a Ecampus, l'università telematica privata creata dal fondatore del Cepu, dopo aver rassicurato gli studenti che il governo non abolirà (purtroppo - Ndr) il valore legale della laurea, avrebbe detto, secondo alcuni partecipanti all'incontro, una battuta ancora una volta per sbeffeggiare Rosy Bindi. Bisognerebbe, ripeto, ignorare tutto quel che Berlusconi dice quando nelle sue parole non c'è rilevanza politica.
Nota: ma il Cepu non era una costosa organizzazione per preparare agli esami universitari gli studenti un po' recalcitranti? Se ora dispone di una propria università sento odore di conflitto di interessi. Abolire il valore legale della laurea dovrebbe diventare un punto qualificante del programma del primo governo post Berlusconi.

giovedì 15 luglio 2010

Grazie a La7

La maggioranza si sta sbriciolando e porta via pezzi e/o frammenti del grande castello berlusconiano che non sta più in piedi. L'informazione invece, soprattutto quella del servizio pubblico televisivo, non vacilla, è scomparsa del tutto: da fine maggio, quando sono andati in vacanza i talk show politici, non c'è più un momento di approfondimento su quel che sta accadendo, e non sta accadendo poco.
Grazie allora a La7 che con Omnibus, al mattino, e In onda, la sera, continua ad assolvere il compito fondamentale di tenere sveglia la nostra attenzione sulla vita politica del Paese anche in piena estate.

mercoledì 14 luglio 2010

Berlino, 25 luglio: tremila candeline per l'Italia

Ho ricevuto da un'amica di Berlino questo comunicato che pubblico volentieri e che mi fa sentire sempre più vicina a questa città, dove vivono stabilmente molti cittadini italo-berlinesi che hanno a cuore il destino del loro Paese.
Il 5 dicembre 2009 noi di "Sinistra Ecologia e Libertà Berlino" abbiamo manifestato contro Berlusconi e il berlusconismo in una piazza simbolo di libertà e di cambiamenti inarrestabili, sotto la Porta di Brandeburgo. Grande era l'emozione di potersi trovare in tanti in quel luogo storico e immensa la voglia di "liberare", modernizzare e aprire l'Italia a nuovi orizzonti.
Non vogliamo che quell'entusiasmo, quella forza, l'energia, le idee, la comunanza d'intenti e di interessi che ci hanno accomunato vadano perdute non appena si spengono le luci del palcoscenico. Il 25 luglio 2010, alle 19:30, nella Bebel Platz, Unter den Linden, quelle luci vogliamo riaccenderle ancora una volta.
"Sinistra Ecologia e Libertà Berlino" aderisce e collabora - con profonda convinzione alla manifestazione per la Democrazia, la Libertà di Stampa e Informazione, la difesa della Costituzione indetta da "La Fabbrica di Nichi Berlino" e invita amici, compagni e simpatizzanti a partecipare numerosi. Alla manifestazione aderiscono diverse associazioni e partiti: "Associazione Culturale Malaparte", "Centro Culturale Sardo", "No Berlusconi Berlin", "Mafia? Nein Danke", "Partito Democratico", "Sinistra Ecologia e Libertà", "Italia dei Valori", "Parti Socialiste Français", "Die Linke", "Grünen", "SPD". Contro la legge Bavaglio, mettici anche tu la faccia e partecipa attivamente. 25 luglio, Bebel Platz, 19.30. Sinistra Ecologia e Libertà.
Importante: durante la manifestazione vogliamo ricreare i confine dell'Italia con delle candeline. Ce ne occorrono oltre 3000. Per favore, dai un piccolo contributo e acquista uno o più sacchetti, quelli da 50 (Teelichter) sono attualmente in offerta da Lidl. Se non puoi essere presente alla manifestazione, ma vuoi comunque contribuire, puoi consegnare il sacchetto a me o presso l'Associazione Malaparte.
Massimo Demontis
"Sinistra Ecologia e Libertà Berlin"