mercoledì 31 agosto 2011

Sacconi si è dovuto rimangiare il riscatto laurea

Bene, il governo ha fatto marcia indietro sulla norma iniqua che penalizzava pesantemente il riscatto degli anni di laurea e di servizio militare. La forte pressione, esercitata dai media, dai social network e dalle parti sociali interessate al provvedimento, ha costretto il "ministro per lo smantellamento del Welfare", Maurizio Sacconi, autore della brillante idea, a rimangiarsi la decisione presa, quella di espropriare chi aveva trasformato, pagandoli profumatamente all'Inps, anni di formazione e di leva in anni di anzianità lavorativa ai fini pensionistici sottoscrivendo un patto con lo Stato.
Sembra che Sacconi abbia fatto la sua demenziale proposta, subito accettata dal "cervellone" Calderoli, senza aver fatto eseguire alcuna analisi agli esperti e agli istituti competenti sull'impatto sociale che la norma avrebbe avuto. Incompetenza e improvvisazione di un governo di malfattori e/o dilettanti che gli italiani da tempo non vogliono più (lo dicono diversi sondaggi) e che sta in piedi a malapena grazie a un manipolo di Irresponsabili.

martedì 30 agosto 2011

L'ingorgo di Saint Tropez? Chissenefrega

Il Corriere della Sera di oggi ha dedicato quasi una pagina alla notizia che ci vogliono tre ore per percorrere 16 km tra Sainte Maxime e Saint Tropez. Vedendola ho pensato con nostalgia alla rubrica Chissenefrega, una delle più seguite del compianto settimanale satirico Cuore.
Anche il racconto delle fatiche di viaggio del cantore della neo Dolce vita, Carlo Rossella, che completavano il servizio, hanno suscitato in me lo stesso sentimento.
Allora dico: va bene che siamo ancora in agosto (pure agli sgoccioli), ma non si possono irritare i lettori come ha fatto il Corriere con questo servizio. Di questi tempi, poi. Si faccia invece, per esempio, una bella inchiesta sulla Salerno-Reggio Calabria (infiltrazioni della criminalità nei cantieri, clientele politiche eccetera). Già fatta e vista più volte, mi si dirà. Certo, ma il problema è ancora lì.

L'imbroglio del riscatto laurea

Con questa classe dirigente indignarsi non basta più. La corsa allo smantellamento del welfare continua. L'ultima trovata della banda Berlusconi-Bossi-Tremonti-Sacconi merita il Nobel per la malafede. Questi signori hanno deciso che gli anni di laurea e di leva riscattati legalmente non valgano più agli effetti del conteggio per l'anzianità, e i contributi versati entrino solo nel computo finale della pensione (magrissimo risultato a fronte di un grande sacrificio economico). Misura che ha effetti su tutti coloro che il riscatto lo hanno già pagato ma sono ancora in attività, e su coloro che lo stanno pagando a caro prezzo (nel caso dei lavoratori precari se ne va una bella fetta del loro scarso stipendio oppure, nei casi fortunati, è il "welfare famigliare" che si sobbarca questo onere costoso.
E' un provvedimento che, di primo acchito, puzza d'incostituzionalità (aspetto di leggere il parere di un costituzionalista). Se così fosse, è certo che, in caso di approvazione al Senato e alla Camera, il presidente Napolitano non lo firmerà. Ma mi auguro che non lo firmi comunque perché sarebbe un altro durissimo colpo, anche psicologico, per quei lavoratori per i quali gli anni di riscatto laurea costituiscono l'unico periodo di stabilità in una vita lavorativa che, con questa classe dirigente di malfattori, non ha speranze di futuro.

domenica 28 agosto 2011

Al "Meeting" di CL i soliti noti

Si è chiuso ieri il "Meeting per l'amicizia tra i popoli" di Comunione e Liberazione a Rimini. Ormai il tradizionale raduno di fine agosto dei ciellini, grande kermesse di incontri, cultura, musica, spettacoli, è diventato parte integrante dell'agorà politico e sociale. Nessuno vi si sottrae: presidenti della Repubblica, capi di governo, ministri, politici della maggioranza e dell'opposizione, sindacalisti, imprenditori, direttori di giornali. Chi ci va, esiste. Gli altri, fuori.
La macchina della comunicazione e della propaganda di CL è formidabile. A Rimini si creano e si distruggono alleanze, si discute di manovra finanziaria e contromanovra, si annunciano strategie politiche. Sempre sulla testa del Paese reale. Quest'anno, a Rimini, sono andati anche Marchionne e John Elkan. Abbiamo mai visto un operaio di Mirafiori o di Pomigliano sul palco di Rimini? O un lavoratore precario?

mercoledì 24 agosto 2011

Salvare i cittadini disonesti o gli onesti?

La proposta contenuta nella contromanovra del Pd di tassare i capitali "scudati" (quei capitali espatriati illegalmente da cittadini disonesti e rientrati pagando la modica, anzi irrisoria, penale del 5% sul loro importo) suona incostituzionale per tante anime belle (vedi Montezemolo, Marcegaglia eccetera) perché sarebbe scorretta.
E tanti abusi (mancato rispetto di diritti, giustizia lenta, inefficienze della pubblica amministrazione, pressione fiscale più pesante sui più deboli, eccetera) patiti da cittadini onesti non sono forse incostituzionali? Chi dobbiamo salvare? I contribuenti onesti o i disonesti?

domenica 21 agosto 2011

L'immensa certezza è la precarietà del vivere

In tempi dominati dall'incertezza, colpisce il tema provocatorio lanciato dall'annuale Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini: "E l'esistenza diventa un'immensa certezza". Forse viviamo in un universo di certezze e non ce ne accorgiamo?
Ho cercato di capire qual è il messaggio che il movimento CL vuole trasmettere (www.meetingrimini.org).
"La certezza che cerchiamo non è un'ideologia, o una strategia o una convinzione psicologica, ma è quella che ci fa riconoscere ciò che già siamo. Non tanto che le cose andranno a posto come pensiamo noi, ma che noi stessi siamo in rapporto con Chi ci fa continuamente......Non si tratta di sapere in anticipo quel che accadrà a noi e nel mondo, ma di essere disponibili a farci provocare da ciò che accade, cioè a chiederne il senso e a riconoscerne la ragione. E la certezza è immensa proprio perché non è un nostro prodotto, ma la scoperta di ciò che ci raggiunge e chiede ogni volta di noi", hanno scritto gli organizzatori del Meeting.
Purtroppo non ho fatto studi filosofici e fatico a tradurre queste parole. Se qualcuno ha parole più chiare e convincenti, sono disposta ad ascoltare, magari anche a crederci. Viceversa continuerò a pensare che l'immensa certezza sia la precarietà del vivere.

venerdì 19 agosto 2011

Sacconi, ministro contro il welfare

Tra il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, e quello della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, è gara aperta alla medaglia di peggior ministro di uno dei peggiori governi del nostro Paese.
La sfida tra i due ex socialisti del governo di centrodestra (e già questo significa pur qualcosa) ha sempre come terreno di scontro il lavoro, anzi i lavoratori visti come soggetti da depredare sistematicamente dei diritti acquisiti. Per un Brunetta che insulta i precari ("Siete la parte peggiore del Paese") c'è un Sacconi pronto a prenderli in giro.
Qualcuno mi dica come altro si deve intendere la dichiarazione di Sacconi che, commentando qualche giorno fa la norma (inserita nella manovra di ferragosto) in base alla quale accordi aziendali possono derogare all'art. 18 dello Statuto dei lavoratori in materia di licenziamenti, afferma che l'art. 18 non viene toccato, e che queste intese aziendali "potrebbero portare alla stabilizzazione di contratti a termine o dei collaborazioni a progetto in cambio di flessibilità"......
Stabilizzazione in cambio di flessibilità? Detta da lui, questa spiegazione ha tutta l'aria di voler significare: apparente stabilizzazione in cambio di ulteriore, vera, precarietà. Una presa per i fondelli.

martedì 16 agosto 2011

La Chiesa cattolica faccia la sua parte

Se gli italiani devono tirare la cinghia, la Chiesa cattolica, alla quale lo Stato italiano riconosce ampi privilegi (vedi il Concordato-bis stipulato nel 1984 tra il presidente del Consiglio, Bettino Craxi, e il cardinale Segretario di Stato, Agostino Casaroli) farebbe bene a fare la sua parte.
Non sono in discussione la possibilità della Chiesa di esercitare il suo magistero, né l'azione assistenziale e solidale delle sue istituzioni e iniziative (che quasi sempre colmano carenze dello Stato), ma le sue attività economiche finalizzate al profitto, spesso in concorrenza con medesime attività svolte da privati cittadini che, per queste, sono soggette al fisco.

lunedì 15 agosto 2011

Alla Brambilla va bene il turismo senza "ponti"

L'ultima manovra finanziaria di Tremonti prevede, tra le altre misure, lo spostamento di tre festività civili (25 aprile, 1° maggio e 2 giugno) al lunedì, così da eliminare la possibilità di "ponti" e recuperare, nelle intenzioni del governo, produttività.
Non si capisce di quale produttività si tratti dal momento che nel nostro sistema economico, benché l'esportazione sia ancora un capitolo importante, sembra che tendenzialmente il terziario stia sottraendo spazio a un'industria sempre più minata dalla delocalizzazione. O forse, prima di prendere questa decisione, una commissione di esperti del ministero dello Sviluppo economico ha ravvisato nuove, grandi opportunità manifatturiere per il nostro Paese?
Gli operatori turistici, ovviamente, hanno cominciato a protestare per questa sottrazione di possibili fonti di reddito. Anche i lavoratori del turismo avranno di conseguenza i loro problemi. Nell'assoluto silenzio di Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo.

domenica 14 agosto 2011

"Più tasse per pochi". Paga Montezemolo

Da tempo si parla di una "discesa in campo" di Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari. Lui non dice né sì né no, lascia tutte le porte aperte. Nell'intervista al Corriere della Sera di oggi, Montezemolo ha detto la sua sulla manovra da 45 miliardi del governo.
Leggendola, mi ha infastidito la sua distaccata disponibilità a pagare un alto contributo di solidarietà, insieme ai suoi amici milionari. Dovrei essere contenta. Invece no. Perché lo dice adesso, a manovra fatta? Certo la manovra può ancora subire emendamenti. Però da uno dei più importanti imprenditori del nostro Paese, esponente di quella classe dirigente e mediatica che ha sempre avuto un piede nelle stanze del potere anche senza rivestire cariche istituzionali, questa disponibilità suona un po' pelosa. Quasi come se dicesse, ecco, guardate come sono generoso (dall'alto della mia ricchezza). Gli è mancata forse l'occasione di dirlo prima? Perché non ha alzato il telefono per chiamare Tremonti e mettersi a disposizione come contribuente ad altissimo reddito?
Per il resto degli argomenti trattati nessuna novità: il solito Montezemolo, che attribuisce gravi responsabilità al governo, ma che spera che il governo vada avanti, eccetto nel caso di emergenza nell'emergenza..... (Ma, mi chiedo, questo momento che cos'è?)
Che vorrebbe che lo Stato, per ragioni di bilancio, vendesse parte dei suoi gioielli, come le proprietà immobiliari collocate nei migliori e più suggestivi scenari naturali del bel Paese, che troverebbero subito compratori danarosi (pronti a trasformarle in splendide residenze private), eccetera eccetera.
Vorrei solo fare un'osservazione sull'innalzamento dell'età pensionabile delle donne a 65 anni anche nel settore privato, su cui Montezemolo concorda: è vero che lo chiede l'Europa (è già così nella maggioranza dei Paesi europei), ma in Italia le donne sono gran parte del welfare delle famiglie, a differenza di quel che avviene negli altri Paesi dove i servizi sociali sono ben più garantiti ed efficienti. Quante sono le donne per le quali il pensionamento si trasforma in tempo di lavoro, non pagato, per accudire nipoti e anziani? Sarebbe socialmente più utile, credo, fin che i servizi sociali in Italia rimangono quel poco che sono (e non sono certo destinati ad aumentare o a migliorare con tutti i tagli che sono stati fatti) lasciare alle donne, dopo i sessant'anni, la facoltà di scegliere tra il pensionamento e il prolungamento dell'attività lavorativa fino a 65 anni.
Un'intervista, questa di Montezemolo, forse stavolta ad alto tasso di autocandidatura.

sabato 13 agosto 2011

Il Gran Bugiardo fruga nelle nostre tasche

Il governo del "presidente operaio" che non voleva mettere le mani nelle tasche degli italiani sta per far annegare i soliti cittadini del ceto medio in un mare di tasse, imposte, balzelli d'ogni genere, tagli di servizi. Il suo governo sarà ricordato come quello che più ha pescato nelle tasche degli italiani, con criteri che esulano dall'equità e senza il supporto di una vera lotta all'evasione fiscale (soprattutto quella che dovrebbe catturare i pesci grossi, che invece continuano a guizzare allegramente in certi mari esotici o nei vicini laghi di Lugano e di Ginevra).
Colpa della crisi finanziaria e dei "mercati"? Colpa della negazione della crisi, di cui Berlusconi ha fatto in questi anni la sua parola d'ordine ("La crisi è psicologica. Consumate, consumate...."), e dei comportamenti che ne sono conseguiti, primi fra tutti quelli della classe dirigente che, invece di occuparsi dell'ingente debito pubblico, del rosso di bilancio e dei gravissimi problemi di crescita e di occupazione del Paese, ha speso più di tre anni di legislatura nei goffi tentativi di salvare il premier dal giudizio dei Tribunali.
L'impudenza di questo governo è andata oltre ogni limite di ragionevolezza. E di irragionevolezza.

venerdì 12 agosto 2011

La notte del muro e la mia Berlino

Questa è la notte del muro. A Berlino, 50 anni fa, nella notte tra il 12 e il 13 agosto, uomini e soldati della DDR hanno costruito un muro di cemento e filo spinato tra il settore orientale e quello occidentale della città. Ufficialmente allo scopo di frenare le fughe di cittadini dall'Est. Di fatto quel confine ha rappresentato anche uno dei momenti di maggior tensione degli anni della Guerra fredda. Fin che è durato (novembre 1989), quel muro ha rappresentato simbolicamente tutti i muri di cui è costellata la storia del Novecento e anche quella dell'ultimo inizio secolo. Muri di mattoni e muri di testa, in alcuni casi più alti e difficili da superare, comunque barriere da abbattere in nome della libertà, della democrazia, dei diritti umani e civili (nella foto, un murale della East Side Gallery, oltre un km di muro conservato come simbolo di speranza e libertà, e dipinto con opere di artisti di tutto il mondo).
La mia ultima volta a Berlino è stata due mesi fa. La sera del 3 giugno, quando a Milano i miei concittadini da tre giorni festeggiavano la splendida vittoria di Giuliano Pisapia e io ero molto dispiaciuta di non essere in piazza con loro, mi trovavo tuttavia in uno stato d'animo pieno d'altre emozioni, diversamente intense. Quella sera, alla Café Aroma Photogalerie (Hochkirchstrasse 8 - 10829 Berlin) ho inaugurato la mia mostra fotografica, Trentasei ore a Berlino (fino al 18 settembre), immagini in bianco e nero di un reportage realizzato nella capitale tedesca, nei miei primi anni di lavoro, immagini rimaste in un cassetto per circa quarant'anni, frammenti della mia prima volta a Berlino.
Con Berlino è stato sempre amore (vedi in questo blog La mia passione per Berlino - novembre 2009). Quando ero adolescente, l'indignazione provata per la costruzione di quel muro mi ha fatto scoprire la passione che, da grande, avrei trasformato nel mio lavoro. Se sono diventata giornalista è merito della curiosità, dell'interesse, della voglia di osservare e raccontare che quell'evento mi aveva di colpo suscitato.
Spero di non aver fatto troppi errori nel mio lavoro. Quel che è certo è che questa mostra rappresenta una sorta di quadratura del cerchio della mia vita professionale, un cerchio partito da Berlino e chiuso a Berlino.
"Gli scatti di Valentina Strada sono preziosi perché inediti, ma soprattutto perché unici, non replicabili nel senso più stretto del termine: la città che ritraggono non esiste più", ha scritto Anna Motterle nel blog www.berlinandout.eu. "Guardando queste fotografie riconosciamo i luoghi ritratti e allo stesso tempo li disconosciamo, proviamo a immaginare tutte le implicazioni storiche, sociali, politiche che si intrecciavano in questi chilometri quadrati di mondo, tentiamo di immedesimarci nei cittadini per i quali il mondo quotidiano finiva contro tre metri e sessanta di cemento armato".
Da oltre vent'anni il muro non c'è più, è caduto per una decisione politica, ma prima ancora per il desiderio dei berlinesi di ridiventare cittadini della loro bellissima città riunificata. Berlino è la città in cui mi piacerebbe vivere se non vivessi a Milano.
E adesso i ringraziamenti. Agli amici italo-berlinesi Edith e Petra, che hanno avuto l'idea della mostra, a Gino che l'ha realizzata e ospitata, a Fabian, Lena, Sabine e Marthe. Agli amici italiani che erano presenti all'inaugurazione (Laura, Margherita, Michele, Paola); a chi non c'era (Francesca, Antonella, Paola) e ha mandato qualcuno al suo posto, a chi non c'era ma era come se ci fosse (l'elenco sarebbe troppo lungo); a chi è andato dopo (Caterina e Matteo, Thomas); a chi andrà; a chi ne ha scritto (Rachele Enriquez, Giovanna Tettamanzi, Anna Motterle ed Emanuele Crotti, Pietro Del Giudice, Grazia Fallucchi), ai berlinesi che mi hanno detto d'essersi emozionati nell'aver ritrovato certe strade e atmosfere, in alcuni casi anche quelle cupe, della loro giovinezza. Grazie a Simonetta Donà, presidente del Comites di Berlino e a Elisabetta Abbondanza, direttore della Società Dante Alighieri di Berlino.
Grazie a Sonia, amica speciale che non c'è più e che amava tantissimo Berlino, di cui ho sentito l'affettuosa presenza. Infine un grandissimo grazie alla mia famiglia.

giovedì 11 agosto 2011

Chi può fermare "i mercati"?

"I mercati" sono diventati i protagonisti assoluti delle nostre giornate. Quante volte li sentiamo nominare nei Tg? O leggiamo sui giornali le loro gesta? Contro il loro strapotere la politica conta assai poco o niente. Il futuro è nelle mani dei mercati. Chi sono i mercati? I mercati sono gli speculatori, forze che sono creditrici di Paesi diventati fragili per colpa dell'ingente indebitamento provocato da una classe dirigente incapace e/o disonesta, forze che sfuggono al controllo della politica, contro le quali la politica ha armi vecchie e spuntate.
L'Occidente ha creato con le sue mani un mostro che adesso lo sta divorando. E il mostro non va in vacanza a Ferragosto. Ci vorrebbe un guizzo d'intelligenza, come Davide contro Golia.
Ma chi è il nostro Davide? Tremonti?

lunedì 8 agosto 2011

Grazie, caro don Gallo

Che bella serata quella di ieri. Sulla piazzetta ricavata da uno spuntone roccioso, a picco sul mare di Manarola, don Andrea Gallo, prete di strada, animatore della Comunità di San Benedetto al porto (Genova), ha parlato per quasi due ore alle molte persone venute per ascoltare "un prete che si è scoperto uomo" (titolo dell'incontro).
Una serata intensa, segnata dal carisma di questo prete di 83 anni che parla d'amore e di vita, che per amore s'impegna e lotta senza risparmiarsi soprattutto in difesa degli ultimi, dall'eloquio impetuoso ricco di testimonianze e di aneddoti, un prete che vorresti avere sempre vicino perché ha sempre le parole giuste per te.
"Penso ai giovani", ha detto tra molte altre cose. "Sfruttamento e disoccupazione devono cessare. I nostri giovani passano di delusione in delusione e rischiano un'assenza di futuro perché non hanno prospettive per potersi realizzare attraverso la loro creatività..... L'Italia non è come ce la raccontano. La nostra presunta modernizzazione è un piano inclinato verso la fragilità e l'arretratezza". E, tra una citazione di Gramsci e una di De André: "Pensando ai giovani, per aiutarli a ritrovare la bussola nel mare in tempesta in cui vivono, ho scritto un libro, intitolato Di sana e robusta Costituzione, in cui ai giovani dico lottate, impegnatevi, indignatevi, tirate su la testa, amate. Io ho da sempre due bussole: come uomo e come partigiano la mia prima bussola è la Costituzione. Come cristiano la mia bussola è il Vangelo".
Grazie, caro don Gallo.