giovedì 16 febbraio 2012

Precariato: finalmente controlli nelle aziende

Il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha detto che per combattere la precarietà del lavoro intende anche incentivare i controlli per scovare gli abusi, cioè quelle situazioni fuorilegge in cui il lavoratore con contratto a progetto o partita Iva e senza diritti è impiegato a tutti gli effetti come subordinato.
E' sconfortante che sia stata proprio necessaria la discussione sulla riforma del mercato del lavoro per mandare gli ispettori nelle aziende. Però forse adesso siamo sulla buona strada.

mercoledì 15 febbraio 2012

Quasi quasi rimpiango la tivù di Bernabei

Non volevo, ma devo per forza dire altre due parole sulla prima serata del Festival di Sanremo andata in onda ieri sera su Rai 1, di cui ho visto alcuni filmati in rete e letto certi resoconti sui giornali.
Musica e canzoni sono stati surclassati da un'eruzione di volgarità e dalla predica cretina di un santone ormai accreditato presso la Rai perché fa salire gli ascolti alla stessa velocità dello spread. Se Celentano non vuole più cantare ma solo pontificare se ne stia a casa: non è il suo mestiere. I suoi sermoni sono più inutili dei giornali che vorrebbe chiudere (Oddio, vuole chiudere due giornali!). Ho paura che mi stia venendo un pensiero che non condivido, come diceva un personaggio di Altan. La sua performance di ieri sera così come molte battute di cui erano pieni zeppi gli interventi di chi era sul palco (cantanti esclusi) mi hanno fatto quasi rimpiangere la tivù di Bernabei, quella che metteva in calzamaglia nera le lunghissime gambe delle Kessler. Per favore.....

Promemoria per il prof. Monti su Sanremo

Promemoria per il professor Monti (non trovando l'indirizzo mail l'ho inviato via fax).
Illustre professore, nell'opera di modernizzazione del nostro Paese che Lei sta portando avanti con i suoi collaboratori, la prego di non dimenticare la soppressione del Festival di Sanremo, retaggio vetusto e subculturale di un'Italia che non c'è più e che la Rai si ostina a proporci per cinque serate della nostra vita. Questo non è servizio pubblico. Lo faccia, per favore, non aspetti che l'Europa ci chieda anche questo. Il telecomando è democratico, è vero, e possiamo usarlo bene. Tuttavia la risonanza di questo evento (tv, radio, web, stampa ne parlano in continuazione prima, durante e dopo) ormai sfugge a qualsiasi tentativo di arginarla e penetra ovunque, anche quando è indesiderata.
Confidando in un sollecito emendamendo al decreto Liberalizzazioni che cancelli questo elemento di arretratezza, le auguro buon lavoro.
Valentina Strada

lunedì 13 febbraio 2012

Pd contro Pd: la lezione di Genova

A Genova, alle primarie per il candidato sindaco della sinistra si erano presentati in tre: il sindaco uscente Marta Vincenzi e Roberta Pinotti per il Pd, Marco Doria per Sel. Ha vinto il candidato di Vendola, sostenuto da don Gallo.
Il Pd si è suicidato con una sconfitta annunciata. La Vincenzi, che in occasione dell'alluvione a Genova si era messa in luce per l'incapacità con cui ha affrontato, o non affrontato, quel tragico evento (sei morti), ha voluto ripresentarsi. La Pinotti, in odor di "nomenclatura", non era il nome più adatto. Il Pd avrebbe dovuto trovare un unico candidato capace di portare aria nuova in città. Insomma, mi dispiace amici del Pd, ma ve la siete cercata.
Meno male, vien da dire, che in novembre, dopo le dimissioni di Berlusconi, col Pd nettamente in testa nei sondaggi, non siamo andati alle elezioni (grazie a Bersani, va detto, che ha voluto mettere al primo posto l'interesse del Paese). Meno male che sono arrivati i professori liberal (che in Italia si legge destra presentabile) perché altrimenti quasi certamente ci troveremmo con un governo di centrosinistra in cui tutti litigano, le riforme latitano e il Paese che sprofonda nell'abisso.
In ogni caso, tra Marta Vincenzi e Roberta Pinotti meno male che ha vinto il professor (anche lui) Marco Doria, benedetto da don Gallo.

martedì 7 febbraio 2012

Cari professori, scendete dalla cattedra

Il lavoro è un tema così scottante da innervosire anche i flemmatici professori. Dopo le uscite infelici pronunciate da se stesso e da alcuni membri del suo governo, il professor Monti, ineffabile, ha sentito il dovere di dichiarare: "Nessuna intenzione di esasperare gli animi sul mercato del lavoro, stiamo cercando il dialogo con le parti sociali". Prima incendiari, poi pompieri. Non è con gli sberleffi e le gaffes indirizzati ai giovani e alle loro famiglie/welfare che si cerca il dialogo. Questo governo di professori dovrebbe fare al più presto un corso di comunicazione e uno, più importante, di conoscenza del Paese reale.

lunedì 6 febbraio 2012

Fornero e Cancellieri: pensate prima di parlare

Ormai le battute o le esternazioni inopportune sui giovani in cerca di lavoro e sui precari si sprecano. Non sono bastati i "bamboccioni" di Tommaso Padoa Schioppa, ministro dell'Economia nel governo Prodi e il grido "Siete l'Italia peggiore" lanciato da Renato Brunetta, ministro della Funzione pubblica nel governo Berlusconi.
Adesso ci si sono messi anche esponenti del governo Monti, il governo che dovrebbe distinguersi anche per sobrietà nei comportamenti. In un paio di settimane sono state pronunciate "perle" come: "Chi a 28 anni non è ancora laureato è uno sfigato" (Michel Martone, viceministro del Lavoro); "Che monotonia il posto fisso!" (Mario Monti, presidente del Consiglio); "I giovani vogliono il posto fisso vicino a mamma e papà" (Annamaria Cancellieri, ministro dell'Interno); "Il posto fisso per tutti? Un'illusione" (Elsa Fornero, ministro del lavoro). Dichiarazioni offensive le prime, dichiarazione tranchant quella della Fornero, che spazza via le speranze di tutti coloro che un lavoro non l'hanno mai avuto e di quelli che ce l'hanno ma precario. Piuttosto sgradevole, madamin Fornero. Lei e i suoi colleghi di governo state forse mettendo le mani avanti per poter fare un passo indietro?
Ma perché questi signori si agitano tanto? Invece di rilasciare dichiarazioni come queste, che sollevano polveroni mediatici (chissà, magari è quel che vogliono), forse farebbero meglio a chinare la testa e a lavorare per ridare al Paese un sistema-lavoro dignitoso per tutti. Per tutti.

sabato 4 febbraio 2012

Crimini nazisti: una sentenza che non mi piace

La materia è dolorosa, e la sentenza è contraddittoria. La recente sentenza della Corte internazionale di Giustizia de L'Aja, nel dichiarare che l'Italia (con la pretesa di risarcimenti per i familiari delle vittime delle stragi naziste sostenuta da una sentenza della Corte di Cassazione nel 2008) ha mancato di riconoscere l'immunità della Germania per atti commessi nell'esercizio della sua sovranità (immunità riconosciuta invece dal diritto internazionale), impone di fatto una sorta di Realpolitik, cioè la consapevolezza che oggi ci sono esigenze politiche, economiche eccetera, che debbono prevalere sul diritto. Quindi pretesa respinta. Dall'altro lato, però, la stessa sentenza de L'Aja auspica trattative Italia-Germania, fuori dai tribunali, per porre fine a questo tragico contenzioso.
Questa sentenza non mi piace, come non mi piacciono mai norme che stabiliscono per qualcuno un'immunità. Certo, senza questa sentenza della Corte di giustizia de L'Aja tutte le vittime di guerre, genocidi, stragi, pulizie etniche avrebbero diritto a essere risarcite (in alcuni casi questo è avvenuto); anche le vittime italiane della barbarie italiana (Repubblica di Salò).
I diritti umani dovrebbero sempre prevalere sulla sovranità degli Stati, soprattutto quando quegli Stati esercitano la loro sovranità in guerre di aggressione. Ma viviamo in questo mondo, non in un altro.

Colpa del meteo e del buonismo. Per favore....

La paralisi di Roma sotto la neve è colpa del meteo e delle sue previsioni sbagliate, ha detto il sindaco Alemanno. La situazione critica dell'Italia è colpa dei partiti che in passato hanno avuto troppo cuore e hanno profuso troppo buonismo sociale accumulando disavanzo e debito pubblico, ha detto il premier Monti.
Che del meteo ci sia da fidarsi con prudenza, e non ciecamente, lo sappiamo tutti, caro sindaco Alemanno.
Quanto al buonismo, caro professor Monti, direi che i politici l'hanno riservato soprattutto a se stessi, una minoranza che tuttavia ha un certo peso sul bilancio dello Stato, per i costi del Parlamento e delle altre istituzioni, per rimborsi elettorali paragonabili a vincite al Superenalotto, per la loro scarsa presenza e l'ancora più scarsa produttività. Senza contare il buonismo perverso che fa tollerare la presenza nelle istituzioni di onorevoli e amministratori pubblici ladri, corrotti e legati alle mafie.

giovedì 2 febbraio 2012

Monti come Maria Antonietta e le "brioches"

Ma non si può dire ai precari che il posto fisso è monotono e che cambiare è bello. Ieri Monti, con aristocratico distacco, si è rivolto da Matrix ai precari affamati di stabilità affermando che il posto fisso è monotono e che cambiare è bello, un comportamento che ricorda quello che sembra abbia avuto la regina Maria Antonietta quando invitava il popolo affamato e senza pane a mangiare brioches.
Dopo l'infelice battuta del sottosegretario al Lavoro Michel Martone, che giorni fa ha definiti "sfigati" i giovani che a 28 anni non sono ancora laureati, quella di Monti è un'uscita del tutto fuori luogo che il premier, sempre molto controllato, avrebbe potuto evitare, sia perché oggi cominciano gli incontri formali tra il ministro Fornero e le parti sociali per discutere la riforma del mercato del lavoro, sia perché il clima di tensione che pesa su questa riforma non aveva bisogno d'essere rinfocolato.
Di sicuro Monti pensava di stimolare i giovani ad accettare la sfida della flessibilità, il che sarebbe stato anche legittimo, ma il tono e le parole rivolte alla moltitudine di persone che soffrono ingiustamente per questa condizione sono stati assolutamente sbagliati.
Ora Monti ha un solo modo per rimediare: fare un buona riforma del mercato del lavoro che spazzi via tutti gli abusi contrattuali che inchiodano milioni di lavoratori a una condizione senza diritti, e che introduca una corretta flessibilità regolata da norme che le aziende non possono più violare.

mercoledì 1 febbraio 2012

Proteggiamoci dagli articoli di Polito

"Perché proteggiamo (troppo) i nostri figli" è il titolo dell'articolo di Antonio Polito sul Corriere della Sera di ieri. Un articolo fatto male, nettamente sbilanciato su una tesi pretestuosa o una provocazione?
Un articolo secondo me comunque inaccettabile, che sta alle famiglie e ai giovani italiani come, a detta di Der Spiegel, il comandante Schettino sta a tutti gli italiani. E' un articolo con qualche verità, ma pieno di luoghi comuni triti e ritriti non degni di un dibattito serio sull'argomento. Non basta qualche verità per costruire un fenomeno sociale. Qualcuno lo dica a Polito e al Corriere della Sera.