Formalmente ci sarebbero al momento tre candidati (l'avvocato Giuliano Pisapia, l'architetto Stefano Boeri, il consigliere provinciale del Pd Roberto Caputo) nessuno dei quali però raccoglie ampi consensi.
La discussione riguarda soprattutto il personaggio più in vista, l'archistar Boeri, un professionista molto stimato anche all'estero, ma che ha il difetto di aver lavorato recentemente per l'attuale amministrazione di Letizia Moratti, d'essere coinvolto in affari poco chiari della "cricca" e di avere alcuni grandi progetti, in deroga al piano regolatore, insieme al palazzinaro Salvatore Ligresti, altra persona non proprio specchiata. Dalla sua, invece, il fatto di venire da una famiglia della buona borghesia (quella che una volta si diceva "illuminata") milanese, storicamente sempre a sinistra, d'essere attento ai problemi sociali e di avere capacità che, ben utilizzate, potrebbero davvero aiutare Milano a uscire da una dimensione nazionale per diventare finalmente una città di respiro europeo.
Dipendesse da me, metterei in campo una bella competizione famigliare candidando Milly Moratti, moglie di Massimo, il presidentissimo dell'Inter. Come Kramer contro Kramer, Moratti contro Moratti. E non sarebbe un'operazione di facciata, tutt'altro.
Milly Moratti è una donna molto combattiva nel suo ruolo di capogruppo di "Milano civica" in Consiglio comunale, laureata in fisica teorica, pioniera della diffusione di Internet come strumento di partecipazione, fondatrice e presidente di "Chiamamilano", uno spazio dove i cittadini possono avere informazioni sui loro diritti e possono incontrarsi per scambiare gratuitamente beni, esperienze, capacità; inoltre ha molto a cuore l'assetto urbanistico di Milano e la primavera scorsa ha criticato duramente il Piano di governo del territorio presentato da sua cognata Letizia, che prevede una cementificazione selvaggia della città.
Milly Moratti per me sarebbe il miglior candidato sindaco. E sono certa che, vincendo, sarebbe anche il sindaco ideale per la mia città, come un abito che ci va a pennello e che ci piace indossare.
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