venerdì 30 settembre 2011

Due consulenti per Marina e Barbara

Le due figlie più importanti (dal punto di vista aziendale) di Berlusconi sempre sotto i riflettori. Marina, che non ha ancora trovato il look stylist giusto, si è rifatta (oddio!) piazzandosi per la seconda volta consecutiva al 12° posto nella classifica di Fortune delle donne più potenti al mondo. Il potere consola chi ce l'ha.
Barbara, che con il colpo di fulmine per Pato ha messo a rischio la sua immagine di donna di cultura laureata in Filosofia 110 e lode all'università del San Raffaele, ha assunto come consulente Massimo Zennaro, l'ex portavoce del ministro Gelmini riemerso dal tunnel di 732 km tra Ginevra e il Gran Sasso dove era sprofondato mentre cercava di acchiappare un gruppo di neutrini che correvano più veloci della luce. Consulente per la costruzione di un'immagine culturale forte è l'incarico di Zennaro. Pare che la prossima uscita della nuova Barbara, invece di un weekend a Formentera o una serata all'Hollywood sia una cena con Bondi, il poeta di corte; poi un seminario di dottrina di vita con i maestri Carlo Rossella, Fabrizio Del Noce ed Emilio Fede. Purtroppo Lele Mora è in prigione: lui sì che avrebbe potuto tenerle una lectio magistralis su come fare per avere un forte profilo culturale.

La Bce ha chiesto flessibilità, non precarietà

Secondo il Corriere della sera di oggi (articolo "Prodi: le indicazioni erano doverose. Il Pd prima tifoso ora imbarazzato", di Enrico Marro) in materia di lavoro (e non solo) la pubblicazione della lettera della Bce al governo italiano deve aver certamente procurato un certo mal di pancia a sinistra. Perché? Perché il governatore della Banca d'Italia uscente, Mario Draghi, che in alcune interviste nell'ultimo anno, aveva criticato la grande diffusione del lavoro precario, improvvisamente, nella lettera "segreta" cofirmata con Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, chiede invece all'Italia più flessibilità nel mercato del lavoro.
Francamente non mi sembra così strano, a patto di non confondere flessibilità e precarietà. La prima è una nuova modalità di lavoro; la seconda è illegale (vìola una legge comunitaria del 1999 che vieta l'utilizzazione di forme di lavoro a termine come forme ordinarie di lavoro). Sono gli abusi, largamente tollerati, compiuti con gli stage e con i contratti a progetto, a trasformare la flessibilità in precarietà.
Da anni giacciono in Parlamento diverse proposte di legge sulla cosiddetta flexsecurity, che in sintesi vuol dire coniugare la massima flessibilità in entrata e in uscita con la massima protezione (retributiva e sociale) possibile. Che cosa si aspetta a fermare gli abusi e a riformare il mercato del lavoro in modo che la flessibilità, che il mercato vuole, non continui a trasformarsi in un incubo di precarietà per ormai milioni di lavoratori giovani e non? Forse la Bce dovrebbe mandarci un'altra lettera, magari per spiegare meglio che, chiedendo maggiore flessibilità, non intendeva chiedere maggiore precarietà.
Un'ultima osservazione. Perfino il ministro Sacconi, che non è mai stato tenero nei confronti dei lavoratori, e che certamente conosceva il testo della lettera della Bce all'Italia, nella sua intervista al Corriere della Sera del 25 settembre 2011, a proposito dell'accesso dei giovani al lavoro aveva dichiarato che si deve disincentivare "l'abuso dei tirocini e dei contratti a progetto".

L'ospedale San Raffaele continuerà a curare?

A proposito dell'istanza di fallimento presentata dalla Procura di Milano per l'ospedale San Raffaele, c'è una cosa, anzi più d'una, che mi chiedo: nel frattempo che cosa succede ai pazienti in cura presso la struttura? Chi è ricoverato continua a essere curato come prima? I medici continuano a garantire prestazioni specialistiche ambulatoriali? Si possono prenotare visite ed esami? Il Pronto Soccorso è agibile? Insomma, l'ospedale funziona regolarmente o cominciano a mancare forniture di medicinali, materiale sanitario, ricambi per attrezzature, bende e cerotti?
I dipendenti e i collaboratori fanno attività piena o ridotta? Vengono poi pagati?
Nei giornali che leggo non trovo le risposte, né ci si può rifare a qualche precedente, giacché non ricordo se in passato altri ospedali siano andati in bancarotta.
E' davvero incredibile la vicenda di questo grande ospedale, fiore all'occhiello della sanità lombarda, creato da un prete visionario (don Luigi Verzé) e soffocato proprio dagli eccessi di grandeur del suo stesso fondatore (nella foto l'Angelo San Raffaele, costosissima statua in vetroresina alta oltre otto metri - era proprio necessaria? - sulla sommità della cupola del Dipartimento di medicina molecolare).

giovedì 29 settembre 2011

La Bce raccomanda, Berlusconi comanda

La lettera segreta della Bce non è più segreta. Il Corriere della sera di oggi la pubblica integralmente. Senza entrare nel merito dei contenuti è sufficiente considerarne la premessa: "Il Consiglio direttivo della Bce ritiene che sia necessaria un'azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori".
Questo è il punto: la fiducia degli investitori. Il 27 settembre l'economista Tito Boeri ha elencato su Repubblica le cause del balzo all'insù del nostro spread rispetto a quello tedesco. La responsabilità è sempre di Berlusconi e del suo governo.
Quindi, se Berlusconi si dimettesse, il Paese ne trarrebbe un grande vantaggio in termini di fiducia degli investitori. Sarebbe una boccata d'ossigeno per un sistema agonizzante, non sufficiente ma utile per poter ripartire.
Scrivendo quella lettera, la Bce ha fatto quel che doveva. Purtroppo Berlusconi non intende dimettersi, nonostante autorevoli voci cerchino di persuaderlo che sarebbe la cosa migliore per lui (e anche per noi) e, come non bastasse, ieri la Camera ha respinto la mozione di sfiducia a carico del ministro Saverio Romano, indagato per mafia. Altro che fiducia degli investitori......
Alla fine la lettera della Bce diventa per il governo Berlusconi l'alibi per spremere altre lacrime e altro sangue dei cittadini italiani.

mercoledì 28 settembre 2011

I have a dream

Ho un sogno. Domani, giorno del suo 75° compleanno, Berlusconi farà a se stesso, e soprattutto agli italiani, il dono delle sue dimissioni. Bello eh!?!
In fondo converrebbe anche a lui fare un passo indietro. Da giorni autorevoli commentatori, certamente non "comunisti" (Sergio Romano, Ernesto Galli della Loggia eccetera), anche all'estero, vellicano il suo narcisismo e la sua vanità lasciando intendere che, se facesse un passo indietro in questo momento molto critico per il Paese, certamente diventerebbe il Salvatore della Patria e questo lascerebbe un'impronta positiva talmente grande da oscurare tutte le sue malefatte (beh, proprio tutte magari no). Senza contare che, di colpo, lo spread che divide il rendimento del debito pubblico fra Italia e Germania si potrebbe ridurre di quasi un centinaio di punti.

lunedì 26 settembre 2011

Senza commento

Ahi serva Italia/di dolore ostello/nave sanza nocchiere/non donna di provincie/ma bordello.
Dante Alighieri, Purgatorio, canto VI 76-78.

mercoledì 14 settembre 2011

Il nostro mercato del lavoro denunciato alla CE

Oggi il professor Pietro Ichino, senatore Pd e giuslavorista, e altri politici o soggetti interessati a risolvere la piaga del precariato diffuso, presentano alla Commissione Europea una denuncia contro il dualismo del nostro mercato del lavoro tra protetti e non protetti, e chiedono un procedimento d'infrazione contro il nostro Paese per questa situazione.
Il 7 giugno scorso la Commissione europea, già consapevole di questa anomalia del nostro mercato del lavoro, aveva sollecitato l'Italia a occuparsi del problema. "Grazie a questa consapevolezza non avevamo più neppure la necessità di dimostrare che milioni di rapporti 'a progetto' e altre collaborazioni autonome continuative, anche in regime di partita Iva, sono sostanzialmente rapporti di lavoro dipendente" ha detto ieri all'ADN Kronos il professor Ichino. "Quel dualismo del nostro mercato del lavoro che tre mesi fa la Commissione europea ci ha chiesto di superare - noi lo chiamiamo un vero e proprio regime di apartheid fra protetti e non protetti - è un'evidente violazione della direttiva 1999/70/CE che vieta l'utilizzazione di forme di lavoro a termine come forma ordinaria di ingaggio del personale e vieta ogni disparità di trattamento tra lavoratori assunti a termine e quelli a tempo indeterminato".
Una maggiore flessibilità del mercato del lavoro che vada di pari passo con una maggiore protezione del lavoratore è anche una delle richieste della Banca centrale europea nella lettera inviata il 5 agosto al nostro governo. Ma il nostro governo ha fatto finta di niente.
L'obiettivo di Ichino e dei firmatari della denucia alla Commissione europea è quello di arrivare a una riforma del diritto del lavoro che veda tutti lavoratori a tempo indeterminato, a tutti le protezioni essenziali, nessuno inamovibile ma un robusto sostegno economico a chi perde il posto e investimenti sulla professionalità che rendano possibile una nuova e rapida occupazione. Adesso la parola tocca alla Commissione europea.

domenica 11 settembre 2011

A tutte le vittime innocenti di dieci anni d'odio

Alle vittime delle Twin Towers. Voglio ricordare anche i civili morti in dieci anni di guerra in Afghanistan e in Irak.

venerdì 9 settembre 2011

Sacconi sepolto da una barzelletta

Una barzelletta vi seppellirà. In effetti il ministro Sacconi è uscito nel modo peggiore dalla sua ultima performance pubblica.
La ridicola e penosa, nonché maschilista, esibizione di Sacconi che, a difesa dell'indecente articolo 8 della manovra, ha sentito il bisogno di spiegarlo meglio con una barzelletta sconcia che ha fatto ridere nessuno, è un segnale che, volgarità a parte (anche se non è poco) non deve preoccupare.
Come il suo capo, Sacconi crede che gli italiani si conquistino raccontando barzellette becere e offensive della dignità delle donne.

giovedì 8 settembre 2011

Arrivederci, cardinale Tettamanzi

Il cardinale arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, stasera in Duomo saluterà la diocesi ambrosiana e la città di cui è stato per nove anni voce autorevole, amata e spesso criticata per le sue scelte coraggiose, in difesa di chi non aveva voce. Ma non solo. "La questione morale è sempre d'attualità", ha detto in una recente intervista a Famiglia Cristiana. "Pare che Tangentopoli qui non abbia insegnato nulla". Non era la prima volta che il card. Tettamanzi interveniva sui comportamenti illeciti, in certi casi anche solo eticamente, di chi ha un ruolo e responsabilità nella vita pubblica.
Grazie, caro arcivescovo, per aver rianimato il cuore di Milano e averle ridato speranza. Da milanese, spero che Lei ami sempre la mia città, che Le deve molto e che avrà ancora bisogno di Lei.

Un premier in Tribunale. Ma non è il nostro

"A processo l'ex primo ministro islandese, Geir Haarde. Ha gestito male la crisi finanziaria". Questo è un titolo apparso recentemente su diversi quotidiani.
Gli islandesi, con due referendum, hanno stabilito che non intendono pagare i danni della grave crisi finanziaria che ha colpito il loro Paese e che il governo non ha saputo fronteggiare.
C'è sempre da imparare.

mercoledì 7 settembre 2011

La vergogna dell'art. 8, e non solo

Ieri la CGIL e centinaia di migliaia di cittadini, sono scesi sulle piazze. Oggi il Senato voterà una manovra blindata. Passerà così senza discussio-
ne l'art. 8, un articolo che non porta alcun contribu-
to in denaro al passivo di bilancio e che, cosa assai più grave, affida la riscrittura del diritto del lavoro a rappresentanti qualunque dei lavoratori e agli imprenditori. Un articolo di una manovra che non contiene provvedimenti per la crescita e il rilancio dell'economia del nostro Paese, un articolo che piace solo al governo e a Confindustria e che rappresenta una vera vergogna per chi l'ha scritto, approvato e imposto a lavoratori sempre più spogliati dei diritti acquisiti, indeboliti contrattualmente, impoveriti da una crisi che dura da alcuni anni, ma che il governo, dopo aver bollato come crisi "psicologica" da combattere con l'aumento dei consumi, ha cominciato a riconoscere appena due mesi fa.
L'articolo 8 farà prevalere i contratti aziendali su quelli nazionali. Intanto, quali contratti aziendali? "Una prima categoria di soggetti abilitati è costituita dalle 'associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale', ma senza alcun accenno ai requisiti di rappresentatività di queste associazioni a livello aziendale", ha detto il giuslavorista e senatore Pd, Pietro Ichino, il 23 agosto nel suo intervento presso la Commissione Lavoro. "Una seconda categoria di soggetti abilitati è costituita dalle 'rappresentanze sindacali operanti in azienda. Senza requisiti di rappresentatività né altra qualificazione, queste rappresentanze aziendali possono essere costituite da chiunque, anche da tre amici al bar. A queste rappresentanze sindacali, senza alcun filtro, viene così attribuito il potere di riscrivere con l'imprenditore l'intero diritto del lavoro. Ma come può il ministro del Lavoro di un Paese civile, membro dell'Unione Europea e dell'Organizzazione internazionale del Lavoro, varare una norma come questa, che conferisce una delega in bianco sull'intera disciplina dei rapporti di lavoro a soggetti del tutto indeterminati?", ha concluso Ichino.
I contratti aziendali permetteranno di licenziare anche senza giusta causa (fatta eccezione, bontà loro, per il licenziamento discriminatorio e quello della lavoratrice in caso di maternità), di tenere sotto controllo audiovisivo i lavoratori mediante l'installazione di impianti negli ambienti di lavoro, di cambiare sede, orari, mansioni, inquadramento dei lavoratori senza il loro consenso, di decidere le modalità di assunzione e anche di trasformazione dei contratti.
E pensare che, prima la Banca d'Italia (Draghi), poi la Banca Centrale Europea (Trichet) avevano ripetutamente chiesto al nostro governo provvedimenti per l'occupazione, a cominciare dalla riduzione della distanza di tutele tra lavoratori garantiti (per quel che può ancora valere oggi questo aggettivo) e non. Ricordo che in Italia i precari sono circa quattro milioni.
La CGIL ha deciso di ricorrere alla Consulta per difendere i diritti dei lavoratori.
Aggiungo una riflessione su un altro provvedimento contenuto in questa disgraziata quarta manovra: l'età pensionabile delle donne.
L'età della pensione per le donne del settore privato sarà innalzata gradualmente, a partire dal 2014, per arrivare a 65 anni nel 2026. "Ce lo chiede l'Europa" è l'insopportabile refrain che, insieme a "non metteremo le mani nelle tasche degli italiani", è sempre più insopportabile. Ma sì, già che ci siamo alziamo pure l'età pensionabile delle lavoratrici anche a 70 anni, in molti casi dopo una vita di faticoso doppio lavoro. Chi pensa alla gestione della famiglia, ai figli, magari anche agli anziani? Gli uomini?
Sembra che la spesa per la pensione sia quella che ha messo l'Italia sul lastrico. Via quindi ad aumenti dell'età. Sì, ma il lavoro? Dov'è il lavoro? Quanti sono i disoccupati, i cassintegrati, i precari che a quell'età contributiva non arriveranno mai? Quanti devono per forza uscire precocemente dall'attività produttiva senza aver raggiunto gli anni di contribuzione necessari?
Smettetela di ingannarci, siete degli incapaci e siete in malafede. Andate via.

domenica 4 settembre 2011

Senza dote, niente assunzione

La dignità del lavoro è un valore sempre più del passato. Come interpretare altrimenti una recentissima iniziativa del ministero per la Gioventù per favorire l'occupazione giovanile?
Il ministero ha creato un fondo di 51 milioni di euro (che l'Inps gestirà) da ripartire in tante quote da 5 mila euro ciascuna da destinare a lavoratori under 36 disoccupati o precari, con figli minori, i quali porteranno in dote ai loro datori di lavoro questa somma come incentivo all'assunzione a tempo indeterminato.
Se questo può davvero portare alla stabilizzazione di 1o.200 lavoratori sotto i 36 anni, ben venga. Però è una modalità che fa un po' tristezza. Come dire a un imprenditore: se assumi Tizio, ti regalo un buono sconto da utilizzare come ti pare, anche per fare la spesa al supermarket. Qualcuno ha chiesto a Tizio come ci si sente a essere al centro di una promozione commerciale?
Invece del denaro, non sarebbe stato più dignitoso per il lavoratore se l'imprenditore avesse ricevuto in cambio dell'assunzione uno sgravio fiscale? E' vero, sempre soldi sono, ma ci sono momenti in cui la forma è sostanza.

Riscatto laurea senza anzianità? Colpa di nessuno

Pare che non sia stata di Sacconi l'idea di abolire ai fini della pensione d'anzianità gli anni di riscatto laurea mantenendo validi solo i contributi versati. A indicare Sacconi come l'autore di quella iniqua trovata era stato Calderoli. Nessuno ha confermato, nessuno ha smentito. Il riscatto laurea avrà cercato di ringiovanirsi da solo.
Per fortuna questo provvedimento, sommerso dalla protesta sociale, poi è decaduto.

sabato 3 settembre 2011

La Lega mette le mani nelle tasche degli irregolari

Gli stranieri irregolari che lavorano nel nostro Paese dovranno pagare una tassa sul denaro mandato alle proprie famiglie nei Paesi d'origine attraverso banche, money transfer o altri canali finanziari. Lo dice un emendamento della Lega alla manovra.
Dal momento che colpisce solo i lavoratori extracomunitari che non hanno una posizione Inps, questo provvedimento non sembra tanto un modo per fare cassa, quanto piuttosto un espediente per far emergere immigrati senza carte in regola e rispedirli a casa.
Su questa manovra e le sue iniquità sociali se ne sono dette tante, ma che si arrivasse addirittura a colpire gli ultimi degli ultimi.....

venerdì 2 settembre 2011

A Sacconi rispondo: "Bastardi anni '80"

A Castel Gandolfo, davanti alla platea delle Acli, durante il seminario sul "Lavoro scomposto" il cardinale Tarcisio Bertone aveva appena fatto un intervento in cui, tra l'altro, aveva difeso i diritti dei lavoratori ("non possono dipendere dai mercati"), quando ha preso la parola il ministro per lo smantellamento del Welfare, Maurizio Sacconi.
"Bisogna uscire definitivamente da un maledetto tempo, dai 'bastardi' anni '70 la cui onda lunga arriva fino ad oggi. Bastardi anni '70 dove le peggiori culture secolariste si sono espresse", ha detto il ministro, che poi ha ricordato i "cattivi maestri" e i "cattivi genitori" che hanno segnato gli anni '70. Qualcuno gli ha dato del "fascista".
Povero Sacconi, quasi mi fa pena, pensa con livore agli anni '70 e si dimentica che, con Tremonti e Brunetta, faceva parte della "banda del buco", cioè come consulenti economici di Craxi negli anni '80 hanno provocato la voragine del nostro debito pubblico.

Silvio di Rivombrosa

Prima, ha creduto che "Ruby rubacuori" fosse la nipote di Mubarak e ha voluto salvarla dai cattivi questurini. Adesso, per spiegare perché ha dato un sacco di soldi ai procacciatori di escort, dice che ha fatto solo del bene "a una famiglia con figli che viveva nell'agio e di colpo si è trovata nella povertà". Che sensibilità, che grande cuore...... Pensare ai poveri e ai disoccupati son buoni tutti.
Che Berlusconi abbia in mente di scrivere una fiction e di interpretarla da protagonista?