mercoledì 23 aprile 2014

Lavoro: chi pagherà il prezzo dell'accordo?

Così c'è voluta la fiducia della Camera per il primo passo (il secondo sarà in Senato) del decreto lavoro su contratto a termine e apprendistato. Nessuno stupore, la materia lavoro è molto scottante e temo che, nonostante il laborioso e litigioso travaglio necessario per portare alla luce la riforma che verrà, alla fine verrà partorito un topolino.
Del resto, come si può riformare con efficacia, equità e giustizia, una materia così delicata se i superstiti della sinistra sono ormai minoranza (non che quand'erano maggioranza abbiano potuto fare molto; adesso cercano di fare almeno rumore) e se il governo, per restare in piedi, è finito sotto ricatto di gente come Alfano e Sacconi? Per non dire di Berlusconi.
Sul lavoro può esserci solo divisione perché gli interessi che le parti rappresentano sono diametralmente opposti. Il contratto a tempo indeterminato, nonostante l'Europa abbia dichiarato di volerlo al centro del sistema-lavoro, resta una chimera per una moltitudine di lavoratori. Chi ha fatto le leggi che hanno creato abusi contrattuali e precarietà diffusa?
Ancora una volta saranno i più deboli a pagare il prezzo di questo compromesso. Altro che riforma del lavoro!

venerdì 18 aprile 2014

Berlusconi volontario?

"Fare volontariato sarà un piacere". Questa frase è stata pronunciata ieri da Silvio Berlusconi. Per favore, qualcuno faccia sapere all'ex cavaliere che fare volontariato significa mettersi volontariamente a disposizione di chi ha bisogno. Il signor Berlusconi invece è obbligato a fare volontariato per scontare con una quarantina di mezze giornate tra gli anziani della casa di riposo Sacra Famiglia di Cesano Boscone (Mi) la pena cui è stato condannato per una cospicua evasione fiscale.
Una pena talmente mite, in relazione al reato commesso, da essere ridicola e da destare facilmente alcuni sospetti (dal momento che il pregiudicato sembra indispensabile all'attuale maggioranza per portare avanti la riforma del Senato e la nuova legge elettorale); gli è perfino stata concessa l'agibilità politica per permettergli di fare campagna elettorale.....
Che la giustizia sia uguale per tutti è sempre più difficile crederlo. Chiedere a chi ha fatto anni di galera per aver rubato qualche mela.


martedì 15 aprile 2014

"Gustolab", il pane buono due volte

Acqua, farina e lavoro di persone con disabilità. Da questa "ricetta" è nato "Gustolab", laboratorio che sforna quotidianamente pane bianco, integrale, pizze, focacce, grissini, torte, biscotti utilizzando solo farine biologiche certificate e altri ingredienti genuini: alimenti realizzati da persone con disabilità cognitiva o fisica sotto la guida di esperti fornai.
Nato dalla collaborazione tra "Via libera", cooperativa sociale finalizzata all'inserimento lavorativo di persone con disabilità cognitiva, e "L'Impronta", onlus della periferia sud di Milano (insignita dell'Ambrogino d'oro nel 2011) impegnata nel supporto educativo e assistenziale a disabili e alle loro famiglie, "Gustolab", dopo un paio di mesi di rodaggio in cui il laboratorio ha fornito aziende della ristorazione, rivendite e mense aziendali, dal 31 marzo  è diventato anche punto vendita per gli abitanti del quartiere e per chiunque desideri sostenere il suo progetto sociale.
"Siamo in via Santa Teresa 18/A, nei pressi del capolinea di piazza Abbiategrasso della linea 2 della metropolitana", dice Andrea Miotti de "L'Impronta", "una scelta determinata anche dalla volontà di fare un servizio al territorio in una periferia un po' dimenticata e da valorizzare".
Al momento, accanto al maestro fornaio e a un apprendista, a "Gustolab" lavorano due persone con disabilità fisica e due con disabilità cognitiva.
Nel laboratorio i disabili vengono avviati al lavoro come apprendisti, imparano sia tecniche artigianali che a utilizzare apparecchiature moderne; dopo questa fase di inserimento e formazione sono stabilizzati con contratto Uneba (contratto collettivo nazionale di lavoro dell'Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale). "Venite a trovarci in laboratorio e potrete vedere come lavoriamo", aggiunge Miotti. Un invito da accogliere.
L'idea di "Gustolab", vincitrice del bando comunale "Risorse in periferia" nel dicembre 2012, ha potuto svilupparsi grazie a finanziamenti agevolati della Regione e con il contributo di fondazioni private e deriva dai buoni risultati di una analoga esperienza in atto dall'ottobre 2012: il ristorante-bar "Gustop" (Milano, via Selvanesco 77, tel. 02/89309263, www.gustop.it), spazio ampio e luminoso (nella foto) con déhors riscaldato dove, delle undici persone che lavorano in cucina, al bar e in sala, sette sono disabili: vi si servono colazioni e pranzi (anche consegnati ad aziende e a comunità), si organizzano eventi e si fa servizio catering.


lunedì 7 aprile 2014

Ore 10: lezione di poesia e natura a Monterosso

Quando la scuola funziona una lezione, invece di essere svolta dall'insegnante in cattedra, può diventare una bellissima esperienza all'aperto fatta di poesia e natura. La mattina di martedì 1° aprile ero seduta su una panchina della piazzetta di Monterosso (Cinque Terre), proprio di fronte al mare, quando ho visto arrivare una classe di ragazzi, forse una prima liceo, accompagnata da due insegnanti. Il gruppo si è fermato proprio alle mie spalle e una delle insegnanti ha cominciato a parlare di Eugenio Montale, il poeta ligure (premio Nobel 1975 per la letteratura) che fin dall'infanzia era solito trascorrere le sue estati con la famiglia proprio a Monterosso.
"Ossi di seppia è la raccolta di poesie più conosciuta di Montale", ha esordito una delle insegnanti. "Il poeta amava esplorare in profondità l'anima delle cose, della natura, di chi gli era vicino; non si soffermava sull'aspetto esteriore, mirava all'essenziale. Così è nato il titolo di questa sua raccolta. Che cos'è un osso di seppia? E' lo scheletro della seppia, la sua parte interiore, che il mare ributta sulla spiaggia dopo la morte della seppia......". I ragazzi, con taccuino e penna, prendevano appunti.
A un certo punto è intervenuto il terzo accompagnatore della classe, il professor Carlo Torricelli, naturalista molto conosciuto, soprattutto nelle Cinque Terre dove è di casa e dove, durante l'estate, le sue "lezioni" sulla flora e sulla fauna di questi luoghi incantevoli tra terra e mare sono molto frequentate dai turisti.
Guardandosi attorno gli studenti potevano ammirare la piccola insenatura davanti al centro storico del paese, delimitata da due promontori coperti da una fitta vegetazione mediterranea. "Ragazzi, qui intorno potete osservare i molteplici aspetti, le forme, i colori di una flora presente anche nei versi di Montale", spiegava Torricelli indicando alcune delle specie vegetali più diffuse sul territorio..........
Poi il gruppo si è spostato per andare a percorrere il sentiero che porta al convento dei Cappuccini. Siamo in primavera e la vegetazione ha colori già forti, tra tutti primeggia il giallo.
Peccato, penso, che se ne vadano; mi piaceva molto ascoltare questa lezione speciale.
Prima che il gruppo si allontanasse mi sono avvicinata a Torricelli e gli ho mostrato una fotografia che avevo scattato a un bellissimo arbusto di un bel giallo intenso di cui non conoscevo il nome e gli ho chiesto come si chiamava. "E' l'Euphorbia arborea in piena fioritura; guardi quanta ce n'è qui intorno". A perdita d'occhio.
Intanto la classe era arrivata ai piedi della salita dei Cappuccini, un sentiero tortuoso ma ricco di esperienze per chi le sa cogliere come, credo, quei giovani studenti ormai lontani dalla mia vista perché, nascosti nel folto della vegetazione, avevano cominciato lentamente a salire.

Boeri: "Per evitare gli abusi c'è una sola strada"

Ho chiesto al prof. Tito Boeri che cosa pensa dell'annuncio (vedi post qui sotto) fatto dal ministro Poletti a proposito dei controlli che il governo intende promuovere per evitare gli abusi che spesso accompagnano contratti a progetto e partita Iva. Questa la sua risposta.
"Ho molti dubbi su questi proclami. Chi farebbe i controlli? Come? Penso che l'unica strada percorribile per evitare l'abuso di queste figure contrattuali sia quella di imporre livelli retributivi minimi come prevedeva la legge sul contratto a tutele crescenti". Livelli retributivi che, aveva detto Boeri in un recente incontro sul lavoro promosso da alcuni circoli Pd di Milano, dovrebbero però essere maggiori di quelli dei dipendenti per compensare i rischi connessi alla flessibilità.
Quanto al contratto a tutele crescenti bisogna aggiungere che, purtroppo, la legge delega di riforma del mercato del lavoro, sembra averlo accantonato, prevedendolo solo eventualmente "in forma sperimentale" accanto alle tipologie contrattuali esistenti (che dovrebbero essere semplificate).

giovedì 3 aprile 2014

Lavoro precario: ci sarebbe una grande notizia....

Il ministro Poletti ha annunciato due giorni fa che il governo, per combattere il precariato, avvierà controlli molto severi per portare alla luce i falsi contratti a progetto e le false partite Iva, le due  forme contrattuali atipiche più impiegate per mascherare rapporti di lavoro subordinato.
Ancora un annuncio (un annuncio importante che almeno ha spezzato l'omertà che avvolge questo argomento), atteso da una moltitudine di lavoratori precari.
Qualcuno ha letto questa notizia sulla grande stampa nazionale? Qualcuno l'ha sentita in qualche Tg?
No, io l'ho vista scorrere nel sottopancia delle breaking news sullo schermo dell'instant tv in una stazione della metropolitana di Milano. Poi l'ho trovata in qualche giornale on line e nei siti di informazione.
Sembra che la sorte di qualche generazione di lavoratori vittime di abusi contrattuali (per lo più persone tra i 30 e i 45 anni) non interessi a questo Paese. L'importante sembra che sia dare lavoro senza andare troppo per il sottile. E' la crisi.... dobbiamo aumentare la flessibilità..... Ma la legge conta qualcosa o no?
I contratti atipici, si disse all'epoca di Marco Biagi e lo si è ribadito con Elsa Fornero, sono stati introdotti anche per combattere il lavoro nero. Così, per lottare contro un'illegalità, si è finiti per crearne un'altra forse peggiore, perché si usa impropriamente uno strumento contrattuale che ha dei limiti per mascherare un abuso senza limiti.

mercoledì 2 aprile 2014

Lavoro: riuscirà Renzi a giocare d'anticipo?

Matteo Renzi va di fretta, ha impostato il suo modo di far politica all'insegna della velocità. Quanto questo sarà efficace è tutto da vedere. Nel caso che riassumo qui poi, Renzi corre talmente da voler impostare le regole del gioco quando il gioco è ancora da inventare, come nel caso della legge delega che dovrebbe costituire la parte più consistente della nuova riforma del avoro. Vediamo come.
Filippo Taddei, responsabile economico del Pd è intervenuto ieri sera a Ballarò e, a proposito della legge delega sul lavoro, ha fatto questa dichiarazione.
"E' vero che c'è un processo in Parlamento per la legge delega, ma poi ci sono i decreti attuativi. Il governo non ha bisogno di aspettare l'approvazione della legge delega per discutere, riflettere sui decreti attuativi..... anzi, è un lavoro che stiamo già facendo".
Floris: "Ma non potete fare i decreti attuativi senza la legge delega. E se vi cambiano la legge delega?"
"Certo, ma possiamo discutere su ragionevoli aspettative..... Perché quella legge delega funzioni per noi, per il Pd, per il governo, ci sono due punti fondamentali: il primo è come interveniamo nell'estensione della copertura ai disoccupati del nostro Paese; il secondo, come interveniamo per offrire uno strumento contrattuale per la stabilizzazione dei lavoratori italiani, contratto a tutele crescenti. Su questi due punti noi lavoriamo già da ora e lavoravamo già da prima" (espressione tra la sorpresa e la lieve ironia del prof. Boeri in collegamento da Milano).


Come eravamo "quando c'era Berlinguer"

Uno sguardo all'Italia di ieri pensando a come è oggi. Quando c'era Berlinguer, il docufilm di Walter Veltroni, ravviva la memoria della mia generazione e rivela ai giovani più sensibili e attenti alla vita politica che nella nostra storia c'è stata una stagione di grandi speranze che purtroppo non ebbe seguito.
A metà circa degli anni '70 Enrico Berlinguer, segretario del Pci, sfidando Breznev e abbandonando l'idea di dittatura del proletariato, aveva preso le distanze dall'Urss e iniziato un dialogo con la parte più progressista della Dc (rappresentata da Aldo Moro). Il loro progetto, il "compromesso storico", che avrebbe portato il Paese sulla strada delle riforme condivise, naufragò col rapimento e l'uccisione del presidente della Dc (1978) e la morte prematura del segretario del Pci (1984).
Il film di Veltroni è una carezza alla memoria del leader scomparso, sconosciuto a quasi tutti i ragazzi d'oggi (ma qui, come fa notare nel film una giovane intervistata, la responsabilità è soprattutto dei programmi scolastici che a malapena arrivano agli anni '50) ma molto amato, e rimpianto, dai loro nonni e padri per i valori sociali che incarnava e praticava, che nel film sono raccontati attraverso le testimonianze di chi gli fu vicino, alcune molto toccanti. Un uomo mite e coraggioso, che per le sue idee è stato in prigione, ha subìto un attentato ma non ha mai smesso di lottare. Un esempio.
In una Tribuna politica di quegli anni, di cui il film mostra le immagini in bianco e nero dello studio televisivo pieno di fumo, a un giornalista che voleva metterlo in imbarazzo con l'accusa d'essere sempre un comunista vecchio stampo non esitò a rispondere che il Pci non aveva nulla contro la proprietà privata della terra e della casa; che bisognava stimolare l'impresa privata perché c'era già troppo Stato nelle imprese. Una rivoluzione.
La lunga, impressionante sequenza del male che lo ha aggredito sul palco di un comizio a Padova, in un'alternanza di cedimenti del suo fisico esile e brevissime riprese, davanti a un pubblico che lo acclamava ma lo implorava di smettere, conclude la vicenda pubblica di Berlinguer in modo davvero struggente.
Di Enrico Berlinguer e della sua "questione morale" (vedere la celebre intervista che gli fece Eugenio Scalfari - Repubblica 28 luglio 1981 - ) ci sarebbe tanto bisogno oggi.