giovedì 23 settembre 2010

Le taglie "morbide" sono sempre esistite

E' assolutamente inutile cercare di combattere l'anoressia mettendo all'indice le modelle-grissino quando, nella settimana della moda di Milano, viene esclusa dalle sfilate Elena Mirò, marca delle taglie "morbide", costretta a organizzare alla svelta una passerella per proprio conto (nella foto). Una scelta che naturalmente ha sollevato polemiche.
"E' una decisione ingiusta. Oggi le donne 'curvy' sono una realtà che non si può più ignorare", ha commentato, algida e magrissima, Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia.
Bontà sua, signora Sozzani. Però sappia che, senza scomodare le floride bellezze rinascimentali né quelle "maggiorate" degli anni '50, le donne che lei chiama "curvy" (cioè le taglie 46 e, mi perdoni, oltre), rappresentano sì la maggior parte delle donne italiane, ma non da oggi. Glielo dice una taglia 48-50 che, da tempo e ogni volta, si chiede perché, di fronte a un'offerta molto ampia per chi indossa la 40-42, sia così difficile invece per lei trovare abiti di buon gusto e buona fattura. Durante la stagione dei saldi poi, non ne parliamo, i negozi sono pieni di capi small ed extra-small invenduti. Certo che è più facile disegnare modelli "a prescindere", però se il "made in Italy" raccogliesse davvero la sfida delle taglie "morbide" ci sarebbero in giro donne più felici.

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