lunedì 20 settembre 2010

Mi sento in ostaggio

L'Italia è un paese bloccato. Lo dicono tutti, anche all'estero. Siamo in ritardo quasi di vent'anni. Non che prima le cose andassero a gonfie vele ma, da metà degli anni '90 circa, l'ombelico del nostro sistema-paese è la giustizia.
Tutto ruota intorno alle leggi ad personam volute dal Premier, e a quelle che vorrebbe, per poter continuare a fare gli affari suoi e quelli dei suoi amici e spacciate per leggi che tutelano la libertà dei cittadini. L'economia, se è quella di tutti, non interessa Berlusconi. Tutt'al più serve al ministro Tremonti per tagliare indiscriminatamente i servizi alla collettività (soprattutto la scuola) dando ad intendere che in questo modo "non si mettono le mani nelle tasche degli italiani".
Ma, se non ci fossero stati i problemi con la giustizia del Cavaliere, di che cosa si sarebbe occupato il Parlamento? Di che cosa avrebbero parlato i nostri deputati e senatori in questi due anni?
In Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna eccetera di che cosa si è discusso nello stesso periodo nei rispettivi Parlamenti? Senza avere dati precisi alla mano, mi sentirei di dire che, quanto a produttività (se così si può misurare anche l'attività politica), gli altri ci battono.
Non so voi, ma io mi sento in ostaggio di questa cattiva politica.

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