sabato 25 settembre 2010

L'orribile "morte assistita" di Teresa Lewis

Teresa Lewis, 42 anni, una donna mentalmente fragile, è stata giustiziata qualche ora fa in Virginia (Usa) mediante iniezione letale.
E' stata ritenuta colpevole d'aver organizzato l'omicidio del suo secondo marito e del figliastro per incassare un'assicurazione sulla vita.
Il duplice assassinio è stato commesso materialmente da due sicari condannati invece all'ergastolo (uno dei due, che tra l'altro aveva confessato d'aver manipolato la donna, si è poi suicidato in prigione).
Mentre in tutto il mondo ci si mobilita per salvare la vita a Sakineh, la donna iraniana che rischia la lapidazione a causa di un adulterio, in Virginia il governatore repubblicano Robert McDonnell non risparmia una psicolabile e, dopo sette anni di carcere, l'affida al boia che, dopo averla sedata, le pratica l'iniezione letale. Perché?
Perché, questo in sintesi il linguaggio crudo della procedura penale della Virginia, mentalmente la donna non era abbastanza fragile da meritare clemenza: i test d'intelligenza cui era stata sottoposta avevano dato come risultato un coefficiente di pochissimo superiore alla soglia che rende costituzionalmente inapplicabile l'esecuzione.
Alla fine nessuno ha potuto salvare Teresa dall'inciviltà di una morte che, "assistita", fa ancora più orrore.

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