martedì 27 settembre 2016

Niente Olimpiadi? Allora voglio il Ponte!

Quanti voti vale il Ponte sullo Stretto? Oggi a Milano Matteo Renzi, orfano delle Olimpiadi di Roma, ha rilanciato il progetto del ponte sullo Stretto di Messina. "Centomila nuovi posti di lavoro!", ha sparato il premier.
Se non è una boutade elettorale, gli si ricordi che prima delle grandi opere bisogna bonificare l'intero
territorio nazionale dal rischio idrogeologico (molto alto, tra l'altro, proprio nel mare e nelle terre interessate alla costruzione del ponte), bisogna completare la rete ferroviaria là dove ancora c'è il binario unico, bisogna portare l'acqua potabile dove manca, bisogna bisogna bisogna........ Bisogna fare un mucchio di cose tra cui, anche, ricostruire le zone terremotate dell'ultimo (Umbria, Marche) e del penultimo sisma (nel Mantovano).
Un rilancio del progetto ponte sullo Stretto (" E' la Napoli-Palermo", dimenticando che siamo ancora aspettando il completamento della Salerno-Reggio Calabria) fatto con scarso senso di opportunità politica proprio in casa della Salini-Impregilo, l'azienda di costruzioni maggiormente interessata all'opera faraonica, che festeggiava a Milano i suoi 110 anni di attività.

Referendum: "Italiani, volete bene alla mamma?"

Appena Renzi ha mostrato in tv la scheda col quesito referendario l'opposizione ha levato gli scudi. Scorretto, certo: il testo della domanda che i cittadini italiani troveranno il prossimo 4 dicembre in cabina è veramente scorretto (anche se, si è giustificato il premier-furbetto, è il titolo della legge ed è ciò che formalmente va indicato sulla scheda).
Come quasi sempre, l'opposizione arriva ben in ritardo: conosceva da tempo il quesito ma non aveva sollevato eccezioni.
Ora ci dovremo misurare con una domanda che equivale a chiedere agli italiani: 1) se vogliono bene alla mamma; 2) se, invece di uno spettacolo di teatro Kabuki, preferiscono guardare una partita di calcio; 3) se mangiano gli spaghetti.
Risposta scontata.

lunedì 26 settembre 2016

Lega contro Lega. Svizzeri contro "lumbard"

Nel Canton Ticino la destra leghista
ha vinto con 58% dei voti il referendum "Prima i nostri" dando un duro colpo ai lavoratori frontalieri italiani che ogni giorno varcano il confine per andare al lavoro.
E' "commovente" che il governatore della Lombardia Roberto Maroni sia intervenuto subito in difesa dei lavoratori lumbard.
Per la serie "quando i discriminati siamo noi".