domenica 5 settembre 2010

Scusi Fini, va quasi tutto bene. Ma adesso?

Ho appena finito di guardare e ascoltare su La7 la diretta speciale sul discorso di Gianfranco Fini a Mirabello. Questi sono appunti sparsi su quanto ha detto il cofondatore del Pdl, un'ora e mezza di parole talora sferzanti, sciabolate per Berlusconi e il suo partito (la maggior parte), e altre almeno apparentemente concilianti, uno stile per certi aspetti buono per qualunque soluzione. Sarà rattoppo provvisorio o rottura definitiva? Quel che è certo è che il guanto della sfida è stato lanciato.
Il momento divertente - BERLUSCONI COME STALIN
"Il 29 luglio l'ufficio politico del Pdl, in mia assenza, ha decretato la mia esplusione da un partito che avevo contribuito a fondare. Tra le motivazioni un continuo stillicidio di dissenso, spesso in sintonia con l'opposizione e i temi della sinistra, e una partecipazione attiva al gioco al massacro delle procure. Un provvedimento ispirato dal Libro nero del comunismo che ci è stato consegnato al momento della nascita del Pdl. Solo nel peggior stalinismo si può essere messi alla porta senza alcun tipo di contradditorio. In una democrazia liberal non c'è eresia perché non c'è ortodossia".
Un modo davvero ispirato per dare del comunista, anzi dello stalinista, al cavaliere.
Il momento del rimpianto - REQUIEM PER IL PDL
"Il Pdl non c'è più". Una bella, affascinante ipotesi politica che non è stata realizzata.
Il momento del governo - AI MINISTRI VOGLIO DIRE
Bisognava sì fare dei tagli per contenere la spesa, ma evitare tagli lineari (diretto a Giulio Tremonti) che producono gravi danni. Sono stato ferito dai tagli alle forze di polizia (a Roberto Maroni) e alla scuola (a Mariastella Gelmini). Valorizzare i giacimenti culturali che forse sono più importanti dei giacimenti petroliferi (a Sandro Bondi). La visita di Gheddafi definita uno spettacolo poco decoroso (a Franco Frattini) messo in scena da e per un personaggio che non può insegnare nulla a nessuno quanto a rispetto delle donne e della dignità umana.
Il momento della sintesi - ALCUN SLOGAN A EFFETTO
"Il Parlamento non è una dépendance del governo". "Governare non è comandare". Basta con gli insulti. Coinvolgere l'opposizione (cioè se l'opposizione ha buone idee un buon governo deve accoglierle e tradurle in realtà). "Un codice etico per chi ha cariche pubbliche (che non dica ciò che è lecito - per questo c'è già la legge - ma ciò che è opportuno)". "Lotta alla criminalità (anche dei "colletti bianchi" e dei "furbetti del quartierino)". "Leadership non significa proprietà".
Il momento della giustizia - GIUSTIZIA E GARANTISMO
"Sì al processo breve, no alla sua retroattività". "No a leggi ad personam, sì a legge a tutela del ruolo del premier". "Mai contrario al Lodo Alfano e al legittimo impedimento". "No alla cancellazione dei processi, sì alla loro sospensione". "Garantismo non è impunità". La giustizia va riformata per garantire tutti gli onesti, non contro i magistrati ma tenendo conto anche delle loro esigenze. "La magistratura è un caposaldo della democrazia con qualche mela marcia costituita da qualche magistrato politicizzato".
Il momento dei giovani - DISOCCUPAZIONE E WELFARE
"Mi piange il cuore quando leggo che un giovane su quattro non trova lavoro (degli altri tre, due sono sicuramente "a progetto", cioè precari - Ndr)". "La flessibilità non deve essere precarietà permanente". "In Germania le buste paga dei lavoratori non garantiti sono più pesanti". "Diamo ai giovani la possibilità di dimostrare il loro valore". "Dov'è la meritocrazia?". "Serve anche un patto generazionale per la grande questione giovanile. La società si è rovesciata: una volta era il lavoro dei giovani a dare serenità agli anziani, ora è il contrario". "Nella riforma del fisco bisogna introdurre il "quoziente familiare" soprattutto per alleggerire la pressione fiscale delle famiglie monoreddito con più figli".
Il momento politico - LA LEGGE ELETTORALE? MEA CULPA
"Sovranità popolare significa che gli elettori hanno il diritto di scegliere i loro rappresentanti da mandare in Parlamento. E qui devo fare mea culpa perché ho contribuito anch'io a questa legge elettorale. Sono vergognose le liste "prendere o lasciare". Bisogna poter scegliere i propri candidati".
Il momento della Lega - "BOSSI E' POPOLARE, MA...
...il Senatur non può pensare che la Padania esista davvero. La bandiera del federalismo oggi può essere alzata nell'interesse di tutti. Discutiamo con la Lega e con "Forza Italia allargata" che cosa significa federalismo sociale e fiscale, i tempi di attuazione, i costi standard dei servizi. E' un dovere, anche in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia".
Il momento dell'economia - BASTA "GHE PENSI MI"
"Serve un nuovo patto tra capitale e lavoro per rilanciare l'economia. Bisogna dare competitività alle nostre imprese senza pensare solo alla delocalizzazione. Ma vi pare possibile che, nonostante il "ghe pensi mi", si debba attendere ancora per conoscere il nome del ministro dello Sviluppo economico? In quale altro Paese avverrebbe una cosa del genere? E' un ministero importante, non uno strapuntino".
Il momento del premier - GRAZIE SILVIO ELETTO DAL POPOLO
A Berlusconi gratitudine per quel che ha fatto soprattutto nel '94, quando ha contrastato "la gioiosa macchina da guerra", ma "gratitudine non può significare che ogni volta che si critica o si esprime un'opinione diversa, si debba essere accusati di lesa maestà. Non siamo un popolo di sudditi. Berlusconi ha diritto di governare perché scelto dagli elettori. Pensare a scorciatoie giudiziarie per toglierlo di mezzo è una lesione alla sovranità dello Stato".
Il momento del futuro - CHE COSA FAREMO DOMANI
"Non si rientra in ciò che non c'è più. Il Pdl ormai è Forza Italia più qualche colonnello (La Russa, Alemanno, Gasparri - Ndr). Si va avanti senza cambi di campo o ribaltoni per onorare il patto con gli elettori, ma senza aggiungere nel programma qualcosa che non c'era e che diventa un'emergenza. Futuro e Libertà è lo spitiro autentico del Pdl, è quel che doveva essere il Pdl. Vogliamo capire come costruire un patto di legislatura. Non ci facciamo intimidire da campagne paranoiche e patetiche, attendiamo fiduciosi i riscontri della magistratura che dirà e stabilirà i responsabili di tanta volgarità, di tante menzogne e falsità. E' stato un atteggiamento infame, non perché rivolto alla mia persona, ma alla mia famiglia, ed è tipico degli infami. I gruppi parlamentari di Futuro e Libertà saranno chiari. Sosterranno il programma della maggioranza. Futuro e Libertà non rema contro. Minacciare le elezioni è terrorismo politico".
L'argomento assente - IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE
Sul tema è in vigore una legge che porta anche il nome di Fini, che però più volte ha dichiarato che sarebbe una normativa da aggiornare. La questione del diritto di voto per gli immigrati regolari alle elezioni amministrative, sostenuto da Fini, è stata sempre un argomento scomodo all'interno della maggioranza e ha procurato al presidente della Camera numerose critiche dal centrodestra. Nel discorso di Mirabello Fini non ne ha fatto alcun cenno.

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