venerdì 29 maggio 2015

Impresentabili. Se questo è un Paese

Tra pochi minuti la Commissione Antimafia dovrebbe comunicare l'elenco dei candidati "impresentabili" alle elezioni che si tengono in sette Regioni dopodomani 31 maggio.
Impresentabili? Candidati ad amministrarci?
Ma in che Paese siamo?

martedì 26 maggio 2015

Ricordo dell'amica Silvia Del Pozzo, giornalista

Qualche giorno fa (22 maggio) se n'è andata Silvia Del Pozzo, giornalista, cresciuta professionalmente nella redazione di Panorama, alla scuola di Lamberto Sechi, mitico fondatore del primo newsmagazine italiano.
Da tre anni Silvia lottava con caparbietà ed energia contro un tumore, ma solo negli ultimi giorni s'è dovuta arrendere. Non è retorico dire "con caparbietà ed energia" perché dalla diagnosi della malattia in poi, nonostante ripetuti cicli di chemio e altre terapie, Silvia ha continuato a condurre la sua vita di sempre: mai mancata un'anteprima teatrale (fino all'ultimo ha tenuto la rubrica di teatro sul mensile Style), un concerto o una rappresentazione alla Scala, una mostra, un film appena uscito ("Ho visto l'ultimo di Moretti, Mia madre: commovente, bellissimo"), una serata conviviale.
Silvia ha convissuto con la sua malattia con la consapevolezza di chi conosce bene ogni aspetto del suo nemico e con tutte le forze vuole neutralizzarlo. Ha continuato a fare progetti nonostante il progredire del male: visitare Expo, fare un giro sui Navigli per vedere la nuova Darsena, le vacanze estive da organizzare. Ha perfino cambiato casa (con tutto lo stress che un trasloco comporta) per avere una stanza in più per la persona che, all'occorrenza, avrebbe dovuto accudirla. Come dire: un passo alla volta, la malattia avanza ma io mi attrezzo.
Silvia Del Pozzo era nata a Vicenza da genitori piemontesi. Le due componenti delle sue origini le hanno dato una sorta di doppia personalità. L'allegria, la disponibilità, la verve, il senso dell'amicizia nella vita privata. La caparbietà, il pragmatismo, il senso del dovere e un certo perfezionismo fino alla pignoleria, nella professione. Dopo la laurea in lettere all'università di Padova Silvia si trasferì a Milano, dove entrò alla Mondadori.
Intanto, nei primi anni Settanta, anni roventi e dolorosi ma sempre stimolanti, Panorama, in un continuo testa a testa con L'Espresso, diventava il più importante newsmagazine italiano.
Il sogno di Silvia era scrivere e lo realizzò in breve tempo diventando giornalista professionista proprio a Panorama dove, in quegli anni epici, bisognava essere curiosi di tutto e saper scrivere di tutto, precisi e documentati, all'insegna de "I fatti separati dalle opinioni".
Silvia si fece presto notare per i suoi brillanti articoli sul teatro e sull'architettura, le sue due grandi passioni. Tra i personaggi intervistati: Luca Ronconi e Giorgio Strehler, Giulio Einaudi e Valentino Bompiani, Jeanne Moreau, Oscar Niemeyer e Renzo Piano, Tom Cruise, Woody Allen e Al Pacino.
Il passo successivo (1995) fu Carnet, nuovo mensile di divulgazione culturale della Darp (De Agostini-Rizzoli Periodici), dove Silvia, caporedattore dal pugno di ferro in guanto di velluto, ha fatto crescere una redazione di giovani giornalisti.
Adesso Silvia non c'è più ma nessuno, è certo, la dimenticherà.
E nessuno, amici, capi, colleghi, redattori e collaboratori dimenticherà mai anche le serate a casa sua con la sua stellare pasta e fagioli. Si faceva a pugni per essere invitati.
Rachele Enriquez e Valentina Strada