mercoledì 27 gennaio 2010

Oggi è la giornata della Memoria

Ho scelto questo brano di Primo Levi, scritto dopo il ritorno dal campo di concentramento di Auschwitz, per ricordare le vittime dell'Olocausto, la barbarie del nazifascismo e tutte le violenze contro l'umanità. Non dimenticare è un dovere di tutti, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni.
SE QUESTO E' UN UOMO
Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case/Voi che trovate tornando la sera/il cibo caldo e visi amici/Considerate se questo è un uomo/che lavora nel fango/che non conosce pace/che lotta per un pezzo di pane/che muore per un sì per un no/Considerate se questa è una donna/senza capelli e senza nome/senza più voglia di ricordare/vuoti gli occhi e freddo il grembo/come una rana d'inverno/Meditate che questo è stato/Vi comando queste parole/scolpitele nel vostro cuore/stando in casa, andando per via/coricandovi, alzandovi/Ripetetele ai vostri figli/ o vi si sfaccia la casa/la malattia vi impedisca/i vostri nati torcano il viso da voi.

Lo stagista non è un formaggino

I precari usati per uno spot pubblicitario. L'idea di un'azienda francese del web di lanciare un concorso per un posto da stagista per tre mesi a 10 mila euro al mese per far parlare di sé, per farsi conoscere, è l'ultima trovata di un mondo (il nostro, purtroppo) in cui la dignità della persona e del lavoro vengono calpestate senza alcuna vergogna. Non citerò il nome di questa società: mi sembra il minimo che io possa fare (e spero che non lo faccia neppure la stampa) per rispetto di tutti i giovani precari che vivono la loro condizione con grandi difficoltà.

martedì 26 gennaio 2010

Delbono: pasticcio alla bolognese

Ci risiamo. Dopo il caso Marrazzo, il caso Delbono (il sindaco di Bologna che si è dimesso per gli illeciti denunciati dalla sua ex fidanzata) per parlare di fatti recenti. Sembra che per certi politici del centrosinistra la "questione morale", che tanto stava a cuore al mai troppo rimpianto Enrico Berlinguer, sia solo un argomento di conversazione che, solo nei casi più mediatici, può portare alle dimissioni: "gesto apprezzabile che rivela rispetto per le istituzioni", ha ripetuto ancora una volta laconicamente Bersani (accontentiamoci così). Non ricordo dimissionari nel centrodestra, non del tutto immune a scandali nati da comportamenti privati.
Nessun giudizio, ovviamente, né pregiudizio deve orientare la pubblica opinione fino a quando la magistratura non avrà finito il suo lavoro.
Certo che un'idea molto triste è legittima, quella che continuano a scarseggiare anche a sinistra figure carismatiche di uomini pubblici di grande statura morale e il ruolo di Pierluigi Bersani, alla guida del Pd, non è certo invidiabile.

lunedì 25 gennaio 2010

Ma quanti forni ha Casini?

Pierferdinando Casini, segretario dell'Udc, che si era alleato al Pd nella corsa alla presidenza della regione Puglia, ha commentato così la vittoria di Nichi Vendola nelle primarie: "Visto che vi piace la politica dei due forni", alludendo a come la stampa (riprendendo una vecchia espressione di Andreotti) ha definito le possibili alleanze dell'Udc col centrodestra o col centrosinistra, a seconda della reciproca convenienza, "ecco che adesso i forni sono tre". Nello stesso tempo ha annunciato che "il terzo forno" sarà per Adriana Poli Bortone, candidata centrista. Mi vengono da rimpiangere "le convergenze parallele" del politichese puro di Aldo Moro.
E poi, in questi giorni in cui si ricorda l'Olocausto, gli unici forni di cui mi fa piacere avere notizia sono quelli portati ad Haiti dalla Fondazione Rava, che sfornano ogni giorno quintali di pane.

giovedì 21 gennaio 2010

Fumo: chi si comporta bene, chi no

La Norvegia è uno Stato virtuoso anche nei fatti, non solo a parole. Il fondo pensione del governo norvegese ha infatti escluso dai propri investimenti, per motivi etici, le multinazionali del fumo. Nel nostro Paese invece lo Stato, che ha stampato sui pacchetti di sigarette avvisi dissuasori che scaricano la responsabilità sul fumatore (come in altri Paesi del resto), è addirittura detentore del monopolio dei tabacchi.

Haiti. Chi coordina i coordinatori?

Il mondo è globale, i soccorsi no. Il terremoto che ha distrutto Haiti ha messo in luce una grossa falla nella rete della solidarietà internazionale: gli aiuti, tantissimi da tutto il mondo, faticano ad arrivare a destinazione; e, quando arrivano, non si riesce a distribuirli oppure, nel caso di strutture d'emergenza (ospedali da campo, ambulatori, tende per i sopravvissuti, eccetera) a renderli operativi.
Perché, invece di una confusa spontaneità e improvvisazione nei soccorsi, l'Onu non ha preso in mano la situazione? Qualcuno obietterà che l'Onu è ormai più un organismo di facciata; allora si faccia qualcos'altro: la comunità internazionale nomini delle commissioni territoriali per le emergenze naturali che sovrintendano e dirigano le operazioni in caso di necessità. Perché si è lasciato che gli Stati Uniti la facessero da padroni sollevando le proteste di altri paesi, per esempio la Francia? Non sempre il chi-fa-da-sé-fa-per-tre funziona: in certe emergenze genera solo caos. Il presidente Obama ha nominato gli ex-presidenti Bill Clinton e George W. Bush come coordinatori dell'impegno degli Stati Uniti, altri Paesi avranno nominato i loro coordinatori e anche noi abbiamo dato il nostro contributo a creare confusione con la nomina di Guido Bertolaso, inviato da Berlusconi nell'isola disastrata (per conto proprio si era mossa anche la regione Lombardia!). Insomma chi coordina i coordinatori? Intanto il sistema dei soccorsi, pur molto generoso di persone, mezzi e denaro, continua a non essere all'altezza della situazione.

mercoledì 20 gennaio 2010

Obama ha perso. Riforma sanitaria a rischio

Il repubblicano Scott Brown prenderà il posto al Senato che fu del democratico Ted Kennedy, scomparso l'estate scorsa. In America funziona così: in certi stati, come il Massachusetts, morto un senatore, se ne fa un altro, cioè si indicono nuove elezioni. In questo modo il seggio non è più una questione "di famiglia", non viene assegnato al primo dei non eletti della stessa lista, ma bisogna conquistarlo con i voti. Come è successo nel Massachusetts, dove ora ha prevalso il candidato repubblicano. E' la democrazia, bellezza!
Purtroppo il risultato politico di questa vicenda mette ulteriormente in difficoltà il presidente Obama proprio nel suo feudo più sicuro (il Massachusetts è ritenuto il più progressista fra gli Stati dell'Unione) e rende ancora più arduo il cammino per l'approvazione della riforma sanitaria.

giovedì 14 gennaio 2010

Rosarno e Haiti: da quanto tempo si sapeva?

Dov'era lo Stato? Da quanto tempo si sapeva che nel Sud i braccianti a giornata che raccolgono agrumi e pomodori erano sfruttati come bestie e trattati come bestie? Ci è voluta qualche fucilata contro bersagli umani neri a Rosarno e la successiva reazione rabbiosa dei lavoratori di colore (in alto a destra, la loro manifestazione di protesta) per accorgersene. Adesso i lavoratori sono stati "deportati", le arance marciranno sugli alberi (pagate dai contributi della Comunità europea) e una certa parte del nostro Paese non sembra turbata più di tanto dall'aver mostrato la sua faccia più inquietante.
Dov'era la comunità internazionale? Da quanto tempo si sapeva che Haiti è il Paese più povero dell'emisfero occidentale? C'è voluto un terremoto d'una violenza inaudita per far sì che i Paesi ricchi scoprissero di colpo la profonda miseria del piccolo Paese caraibico e scattasse la gara agli aiuti umanitari. Ma perché, prima del terremoto, di chi moriva di fame si occupava solo, e con risorse limitate, qualche organizzazione di volontariato?

Haiti, mon amour

Sono molto angosciata per il terremoto che ha distrutto Haiti. Ci sono stata molti anni fa in viaggio di nozze. Strana meta, si dirà, per una luna di miele. Me la suggerì un amico tour operator, dicendomi che era un Paese che si stava "aprendo". Di quale scarsa propensione all' "apertura" si trattasse me ne resi subito conto.
Oppressi dal regime di Jean-Claude Duvalier , detto "Baby Doc" figlio del precedente dittatore-presidente François Duvalier ("Papa Doc"), al sicuro nel suo palazzo bianco da operetta, una simil-Casa Bianca stridente rispetto all'ambiente intorno, dalla miseria e dalla fame più disperata (sul mare, lontano dalla capitale Port-au-Prince, gli haitiani stavano invece un po' meglio perché pescavano e avevano da mangiare), gli abitanti di Haiti cercavano solo di sopravvivere: pochi avevano la fortuna di lavorare per il turismo, altri nella pubblica amministrazione corrotta, altri ancora facevano mercato dei loro prodotti. La sera, poi, coprifuoco: tutti in "casa" nelle bidonville per non correre il rischio di incappare disgraziatamente in qualche rastrellamento degli "squadroni della morte", i famigerati tonton macoutes, in cerca degli avversari politici del dittatore-presidente.
L'Aids sarebbe arrivato più tardi, negli anni '80 (o forse c'era già, ma non era ancora riconosciuto e, soprattutto, diffuso), ed era molto vivo in tutti i cittadini l'orgoglio di appartenere alla prima repubblica nera delle Americhe.
A quella miseria si è aggiunta incredibilmente negli anni altra miseria, sotto lo sguardo indifferente e colpevole della comunità internazionale (gli Stati Uniti hanno sempre protetto i governi dittatoriali che si sono susseguiti), e anche a causa delle catastrofi ambientali che l'hanno di continuo flagellata: così Haiti, nonostante la cornice caraibica da cartolina, i grandi resort per turisti con sontuosi buffet lungo le spiagge bianche, si è conquistata il triste primato di Paese più povero dell'emisfero occidentale. Ci è voluto purtroppo uno dei terremoti più violenti e distruttivi per diffondere questa consapevolezza.
Nel vedere alla tv le immagini della tragedia, la commozione è tanta e il dolore di più.

martedì 12 gennaio 2010

Cristo si è fermato a Rosarno

Cristo, cioè la civiltà, l'umanità, il progresso, a Rosarno non è arrivato, si è fermato prima. Quel che è successo recentemente nel paese agricolo in provincia di Reggio Calabria evoca facilmente il titolo del celebre romanzo di Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, racconto delle condizioni di arretratezza, miseria e ignoranza della realtà contadina del Sud.
A Rosarno sono stati compiuti dei crimini contro l'umanità, e come tali dovrebbero essere giudicati. Si è parlato molto negli ultimi giorni, a seconda dei punti di vista, di legalità, tolleranza zero e no alla clandestinità; oppure di accoglienza, no allo sfruttamento e al razzismo. Ma l'esigenza di legalità non giustifica certa violenza di una parte dei cittadini di Rosarno contro gli ultimi della Terra. Scriveva bene Gian Antonio Stella sul Corriere della sera di ieri: "Certo, non possiamo accogliere tutti. Ma proprio per questo, davanti al dolore di tanti uomini, ci vuole misura nell'usare le parole. Anche la parola 'legalità'".
I braccianti neri trattati come bestie e costretti a vivere come bestie non hanno scelto di nascere nel Ghana, nel Camerun, in Senegal o in qualunque altro Paese ai margini del mondo. Né noi abbiamo merito per essere nati in Paesi che ci consentono di vivere nel benessere. Almeno questo pensiero, quando ci sentiamo minacciati nella nostra placida quotidianità, dovrebbe guidarci. Noi siamo i più fortunati e abbiamo il dovere di aiutare a vivere dignitosamente coloro che hanno appena, o non hanno del tutto, la possibilità di sopravvivere, e il dovere di cercare di evitare che nascano situazioni ad alta infiammabilità.

Monna Lisa e Mona Leso

Reinterpretazione de La Gioconda, il celebre dipinto di Leonardo da Vinci esposto al Louvre. L'ho ricevuta via mail e naturalmente la pubblico soprattutto per segnalare all'autore due imperdonabili errori: l'originale del dipinto è verticale e non orizzontale; poi, Monna Lisa è ritratta da Leonardo col busto leggermente rivolto verso la sinistra di chi l'osserva, non verso destra.

Riforma del fisco: per distrarci dalla giustizia

Il 2010 sarà l'anno delle riforme. Lo dicono tutti nel centrodestra. E, tanto per cominciare, ecco che Berlusconi riesuma una vecchia idea di riforma fiscale, quella con due aliquote (23% per redditi fino a 100 mila euro e 33% per redditi superiori a 100 mila euro) e la mette nell'agenda del governo accanto alla riforma della giustizia, per confondere un po' le acque e per ravvivare la sua campagna elettorale per le regionali di marzo.
Che il Paese abbia bisogno di una riforma del fisco è fuori dubbio. E' scandaloso, per esempio, che certe rendite finanziarie siano tassate molto meno (12,50%) dei redditi da lavoro (l'aliquota Irpef più bassa è del 23%). Questa proposta di riforma sembra quasi un pretesto per deviare l'attenzione dalla riforma più cara a Berlusconi, quella della giustizia. Che poi una tassazione di questo tipo rappresenti un favore ai cittadini più ricchi (e non occorre essere dei fiscalisti per capirlo) sembra ininfluente.
Non è la prima volta che Berlusconi tenta il coup de théatre prima di una tornata elettorale. Alle ultime politiche promise l'abolizione dell'Ici e, avendo vinto lui, i Comuni ancora piangono. Una promessa pre-elettorale non mantenuta fu invece quella dell'abolizione del bollo auto. Ma questo è un coniglio che il premier potrebbe tirar fuori dal cilindro da un momento all'altro.

giovedì 7 gennaio 2010

Polverini "made in Ballarò"

La campagna elettorale per le prossime elezioni regionali (28-29 marzo) non ha aspettato che finissero le feste per partire. Nel Pd regna purtroppo la solita confusione e mancano candidati forti. Mi piace molto invece la candidata del Pdl alla presidenza della regione Lazio, Renata Polverini, una donna pragmatica, che ha fatto sindacato nel centrodestra senza essere mai stata iscritta ad An e che non intende prendere la tessera del Pdl.
Si può dire che la candidatura della segretaria dell'Ugl (il sindacato di centrodestra) sia nata paradossalmente a Ballarò, il programma di Raitre condotto da Giovanni Floris, di cui è spesso ospite, che le ha dato notorietà e stima perfino tra gli avversari. Se potessi, forse la voterei anch'io.