Dentro al teatro, la presenza sobria e attenta del presidente Napolitano e di sua moglie Clio. Poi, teatro nel teatro, il solito spettacolo delle vanità: molti rottami del governo e sottogoverno (si spera in uscita), molti ricconi e vip televisivi in continua ricerca di visibilità, i resti della borghesia "illuminata" ambrosiana e ospiti invitati dal sindaco Moratti (elezioni vicine) e dagli sponsor. Qualcuno si è presentato con la famiglia. Sarà forse un po' demagogico, ma mi piacerebbe sapere quanti hanno pagato il biglietto.
Per spettatori comuni invece, la diretta televisiva su Rai 5 che, grazie al digitale terrestre qualcuno ha visto e, per colpa del digitale terrestre molti non hanno visto, la diretta in alcuni cinema (12 euro) e sul maxischermo in Galleria (in piedi, al freddo). Insomma, una "prima" come al solito, per i soliti (del resto, siamo realisti, la Scala non può contenere tutti quelli che vorrebbero assistere allo spettacolo).
Fuori dal teatro, sotto la pioggia, le sacrosante proteste degli studenti contro la riforma Gelmini e dei lavoratori dello spettacolo contro i tagli alla cultura.
Non sarà il '68, ma qualcosa per disperazione comincia a muoversi.
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