lunedì 21 novembre 2011

Monti: un "liberal" che guarda anche al sociale

Dopo i festeggiamenti per l'uscita di Berlusconi siamo tornati con i piedi per terra. Mario Monti, nuovo presidente del Consiglio, non è certo uomo di sinistra. Il suo governo è al lavoro per salvare il Paese dal fallimento coniugando, possibilmente, riforme liberali ed esigenze sociali. "Abbiamo da affrontare una crisi, abbiamo da affrontare delle trasformazioni strutturali, ma è nostro dovere cercare di evitare le angosce che accompagnano questi processi", aveva detto Monti nel presentare il suo programma in Senato.
Questo riferimento alle angosce che accompagnano i momenti di trasformazione tuttavia mi ha fatto ben sperare. Vuol dire che il nuovo premier ha ben presente la condizione di una gran parte del Paese reale, totalmente sconosciuta invece al governo Berlusconi.
Ora aspettiamo di conoscere le decisioni che verranno prese. Spero di non sentire né tra poco né mai l'espressione "macelleria sociale" e che l'applicazione del principio di equità, più volte richiamato da Monti, "Darà di più chi ha dato meno", basti per rasserenare e far ripartire il nostro Paese.

domenica 20 novembre 2011

Rispettare le regole per ricordare Giacomo

"L'unica regola è che non ci sono regole" dice il gigantesco cartellone pubblicitario della Nuova Hyundai Veloster in piazza Sant'Agostino a Milano, a pochi passi dal luogo dove la sera del 5 novembre il gesto soprappensiero e sconsiderato di una ragazza che ha aperto all'improvviso la portiera di un'auto ha ucciso un bambino, Giacomo Scalmani, 12 anni, spingendolo con la sua bici verso il tram che stava passando.
Davide Scalmani, papà di Giacomo, ha scritto una lettera ai giornali. Senza farsi prendere la mano dal dolore atroce e immenso che solo la morte di un figlio può dare, il padre di Giacomo nel disapprovare il messaggio di quella pubblicità è riuscito a trovare parole che lo stile di vita prevalente aveva rimosso. Una lezione civile, la sua, per rimettere a posto certi atteggiamenti del vivere comune che portano sempre più all'indifferenza per le regole e alla loro violazione, in nome paradossalmente di un'altra "regola" del vivere di oggi: quella della trasgressione facile, per sentirsi vincenti e "furbi".
Grazie al sindaco Giuliano Pisapia, che ha persuaso i vertici della casa automobilistica sudcoreana, quel cartellone verrà rimosso in settimana.
E' vero che siamo abituati ormai al linguaggio provocatorio, spavaldo e paradossale della comunicazione pubblicitaria e, senza la morte tragica di quel bambino, nessuno avrebbe stigmatizzato quell'invito al non rispetto delle regole. Però Giacomo è morto. C'è da sperare che dal suo sacrificio nasca un risveglio pieno della coscienza civile, spesso troppo tollerante perché annebbiata dal progressivo affievolirsi proprio di quei valori che ne sono stati sempre il collante. Sarebbe il modo migliore per ricordarlo.

giovedì 17 novembre 2011

Lavoro: una riforma contrastata e necessaria

Nell'agenda del governo Monti la riforma del mercato del lavoro ha un posto molto importante. Lo ha detto poco fa il neo Presidente del Consiglio nel discorso di presentazione del suo programma al Senato in attesa del voto di fiducia.
"Con il consenso delle parti sociali dovranno essere riformate le istituzioni del mercato del lavoro per allontanarci da un mercato duale dove alcuni sono fin troppo tutelati mentre altri sono totalmente privi di tutele e assicurazioni in caso di disoccupazione (.....). In ogni caso il nuovo ordinamento verrà applicato ai nuovi rapporti di lavoro per offrire loro una disciplina veramente universale mentre non verranno modificati i rapporti di lavoro regolari e stabili in essere (....). Tenendo conto dei vincoli di bilancio occorre avviare una riforma sistematica degli ammortizzatori sociali volto a garantire a ogni lavoratore che non sarà privo di copertura rispetto ai rischi di perdita temporanea del posto di lavoro. Abbiamo da affrontare una crisi, abbiamo da affrontare delle trasformazioni strutturali, ma è nostro dovere cercare di evitare le angosce che accompagnano questi processi".
Il tono garbato ma deciso di Monti preoccupa circa 12 milioni di lavoratori dipendenti, la Cgil e la Fiom che temono l'abolizione dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori (licenziamenti solo per giusta causa o giustificato motivo) e l'applicazione dell'art. 8 dell'ultima manovra (quello detto dei "licenziamenti facili").
Il tono deciso e solidale di Monti incoraggia circa 4 milioni di lavoratori precari, distribuiti fra 31 categorie di lavoro atipico, che cominciano a intravedere la possibilità di un minimo di stabilizzazione
Ora, è evidente che la vera equità sarebbe quella di estendere a tutti, dico tutti, i lavoratori le stesse garanzie di stabilità, cioè pari diritti. E' possibile questo oggi? E' realistico?
Quel che credo è che sia doveroso, e utile per la crescita economica e sociale, fare finalmente qualcosa di concreto a favore dei lavoratori senza garanzie. Perché? Per non vedere più, per esempio, contratti a progetto con clausole vessatorie ed estorsive come questa, che il lavoratore è "costretto" a firmare se vuole lavorare: "Il collaboratore è interessato a collaborare con la società nella realizzazione della Fase del Progetto, a condizione di poter rendere la propria prestazione con modalità tali da garantirgli autonomia operativa e flessibilità di orari e presenze e non essendo, al contrario, disponibile, anche in relazione al desiderio di poter liberamente gestire il proprio tempo anche in relazione ai propri impegni personali, a porre in essere forme di collaborazione più vincolanti di quelle proprie di un rapporto di collaborazione autonoma libero professionale coordinata e continuativa ai sensi dell'art. 409 n. 3 c.p.c.".

martedì 15 novembre 2011

Emergenza crisi: Napolitano ha chiamato il 118

Ieri quell'anima ingenua di Stefania Prestigiacomo, inutile ministro per l'Ambiente, a proposito dell'operato del presidente Napolitano nell'affrontare il rischio fallimento del nostro Paese, ha dichiarato: "Napolitano? Per carità, degnissimo. Però abbiamo assistito a un'accelerazione senza precedenti. Sono state bypassate procedure costituzionali che in precedenza erano sempre state seguite (.......). C'è stata un'operazione mediatica pazzesca. Abbiamo assistito a un'investitura del tutto irrituale, all'intronizzazione di un Presidente del Consiglio mentre quello che aveva vinto le elezioni era ancora in carica. Robe mai viste".
A parte il fatto che nessuno ha bypassato la Costituzione, men che meno chi l'ha sempre difesa con molta energia (Napolitano), vorrei chiedere alla Prestigiacomo: "Se lei avesse la febbre a 40° aspetterebbe qualche giorno con pazienza una visita medica a domicilio o chiamerebbe il 118?". Napolitano per l'Italia ha chiamato il 118.

Il prof. Mario Monti e il confetto Falqui

Dall'editoriale "Tirare dritto, badare al sodo", di Antonio Polito sul Corriere della Sera di oggi, sulle consultazioni del prof. Mario Monti, presidente del Consiglio incaricato.
".... la giornata di ieri dimostra che la strada sarà lunga, la fatica sarà tanta, e che nemmeno Mario Monti è come il confetto Falqui di una celebre pubblicità, quel medicinale al quale per fare il suo effetto bastava che se ne pronunciasse il nome".
Si capisce che l'intenzione di Polito era buona, ma questo paragone era assolutamente inopportuno.

Dove sono tutti i pretendenti di Termini Imerese?

Leggo sul Corriere della Sera di oggi che il 23 novembre, dopo aver assemblato l'ultima Ypsilon, gli operai della Fiat di Termini Imerese lasceranno per sempre la loro fabbrica.
L'anno scorso, il 17 febbraio, Claudio Scajola, allora ministro per lo Sviluppo economico, dichiarò in Senato che erano arrivate 14 (disse: quattordici!) proposte di acquisto per riconvertire quell'importante area industriale siciliana che la Fiat si preparava ad abbandonare.
Ora sembra che sia sopravvissuta una sola proposta (quella di Massimo Di Risio della DR Motor Company), non si sa con quante probabilità di andare a buon fine.

Sul precariato il Pd ha le idee confuse

L'eventuale nomina di Pietro Ichino come nuovo ministro del lavoro sarebbe una "provocazione" per Matteo Orfini, membro della segretria Pd (intervista sul Riformista, 12 novembre 2011). E' improbabile che ciò avvenga, ma l'uscita di Orfini merita un commento.
Per Ichino, senatore Pd, autore del progetto di legge sulla flexsecurity, non ho un particolare trasporto (ai tempi fu uno dei giuslavoristi che aprirono la strada alla flessibilità senza regole, diventata precariato). Però Ichino successivamente ha definito meglio il suo pensiero in un disegno di legge che ha lo scopo di combattere il dualismo del mercato del lavoro tra "garantiti" e "non garantiti", e con numerosi interventi/interviste ha sempre tenuta alta l'attenzione sul grave problema del precariato. Certo, il suo progetto è da discutere (è in Parlamento da due anni, e non mi risulta che sia mai stato messo in agenda), ma non si può liquidarlo con una battuta come quella di Orfini.
Alla flexsecurity la Cgil è contraria (mi dispiace doverlo dire, ma la Camusso ha sempre difeso e continua a difendere i lavoratori dipendenti e i pensionati, mentre ai precari ha sempre riservato e riserva parole di solidarietà, non prova mai a fare un'azione incisiva); il Pd, partito di Ichino, è in parte favorevole, in parte no.
Ora, visto che sul campo c'è soprattutto il progetto del "liberal" Ichino e non ho mai capito qual è, se c'è, l'altra posizione del Pd, quella "di sinistra", mi piacerebbe che qualcuno la spiegasse. Stessa cosa vorrei sentire dalla Cgil, che ha creato il NIdiL (Nuove Identità di Lavoro), sindacato dei lavoratori atipici, ma che non ha mai formulato proposte per uscire concretamente dal precariato, salvo lottare per l'occupazione, il che è senz'altro lodevole, ma oggi non basta più.
Quindi, ala sinistra del Pd e sindacato Cgil, se avete una proposta "di sinistra", tiratela fuori. Finché fuori c'è solo la proposta di Ichino, di quella si parla.

domenica 13 novembre 2011

"Fermati attimo fuggente, sei bello!"

Ci sono nella vita momenti di piacere assoluto, come adesso, che danno voglia di esclamare, con Goethe, "Fermati attimo fuggente, sei bello!".
(da Bruno Groppo)

sabato 12 novembre 2011

Berlusconi è andato a casa

Berlusconi si è dimesso ed è andato a casa uscendo da un portone di servizio. Una fine misera e meritata. Comincia la festa. Poi la ricostruzione.

12 novembre: festa della nuova Liberazione

Berlusconi tra poco va al Quirinale a rassegnare le dimissioni. Grazie Napolitano. Auguri di buon lavoro a Mario Monti. Il presidente Napolitano ha già promulgato la legge di stabilità approvata oggi.
"Alleluja, alleluja", di Haendel, intona l'improvvisata orchestrina che si è radunata nei pressi del Quirinale (foto a lato). Nei palazzi ministeriali domattina qualcuno farà gli scatoloni. Non c'è neppure il tempo di fare pulizie di fino, basta passare l'aspirapolvere e far prender aria alle stanze.
Aria nuova finalmente, anche per il nostro Paese. Questo non significa che da adesso tutto sarà facile, anzi. Però sta finendo un incubo.
Cavaliere, per usare una metafora calcistica, finalmente l'Italia ha vinto lo scudetto. Tra poco toccherà partecipare alla Champions League e vincerla! Aleee-ooh-ooh-alee-ooh.

martedì 8 novembre 2011

Scusate, sto togliendo il disturbo. Anzi, non ancora

Scusate, sto togliendo il disturbo, anzi non ancora. Mi dimetterò dopo l'approvazione della legge di stabilità.

Ministra per l'Ambiente. Chi l'ha vista?

Qualcuno ha visto negli ultimi dieci giorni l'ineffabile ministra per l'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, dire qualcosa, qualunque cosa, sull'Italia che affoga e che frana?
Desaparecida.

sabato 5 novembre 2011

I morti di Genova e i ristoranti pieni

Ieri sono accaduti due fatti gravissimi. Genova è stata sconvolta da un'alluvione mai vista che ha provocato anche sei morti.
Berlusconi, col Paese economicamente sull'orlo del baratro e commissariato dall'Europa, ha dichiarato che gli italiani sono benestanti, i ristoranti sono sempre pieni e gli aerei destinazione vacanze pure (quanto è lontano il Palazzo dal Paese reale.....).
Non è solo l'inesorabile dissesto ideogeologico, riconosciuto formalmente ma negato nei fatti, a minacciare il nostro Paese, ma la reiterazione ostinata e psicotica di certe parole in libertà che hanno sempre negato l'esistenza della crisi. Del resto, l'aveva ben detto anche Mario Monti ("Anche le parole non sorvegliate hanno un costo") nella sua "Lettera al premier" (Corriere della Sera, 30 ottobre 2011) dopo le parole poco opportune di Berlusconi sull'euro.

Aumento contributi cocopro. Chi lo paga?

Le misure anticrisi (maxiemendamento Europa) presentate giovedì 3 novembre da Berlusconi al G 20 di Cannes fanno solletico alla crisi. Nel documento ci sono anche alcuni provvedimenti sul lavoro.
Faccio solo un'osservazione che riguarda il lavoro precario dei contratti a progetto. Nella lettera inviata al "caro Herman" (Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo) e al "Caro José Manuel" (Barroso, presidente della Commissione europea) da Berlusconi ("Un forte abbraccio, Silvio") il governo italiano si impegnava ad adottare provvedimenti per arginare il fenomeno degli abusi contrattuali. Bene, ho pensato.
Il documento portato a Cannes annuncia questi provvedimenti: il governo italiano innalzerà di un punto il contributo previdenziale dei cocopro, portandolo al 28%. Bene, ho pensato, ma chi pagherà questo aumento? I cocopro, già vessati da una normativa anticostituzionale oppure le aziende? Indovinate un po'.