mercoledì 30 dicembre 2009

Digitale terrestre: uno spot inutile

"Da Palermo a Mestre, è in arrivo il digitale terrestre", suona più o meno così il verso finale della zuccherosa filastrocca in onda in questi giorni festosi di fine anno sulle reti Rai. Uno spot in piena regola che ha i visini allegri e teneri di alcuni bei bambini che recitano questa assurda poesiola.
Perché questo spot? Il digitale terrestre è come un panettone, un dentifricio, un'auto che hanno bisogno della pubblicità per convincere i consumatori? No, il digitale terrestre è un obbligo, un'imposizione alla quale non si può sfuggire, che arriva nel momento più inopportuno, nel bel mezzo di una crisi economica durissima. Gli si può dire di no e continuare a vedere la tv come prima? No. E allora, che bisogno c'è di reclamizzarlo? Buon anno a tutti.

giovedì 24 dicembre 2009

Auguri e menzogne davanti al presepe

"Il governo adotterà tutte le misure necessarie per garantire la serenità e la pace sociale": questa la promessa fatta da Berlusconi nella sua lettera d'auguri a papa Benedetto XVI. Bene, bene, questo vuol dire che finalmente l'esecutivo interverrà concretamente sul problema più grave per milioni di famiglie italiane: il lavoro. Forse per gli operai della Fiat di Termini Imerese, per quelli della Yamaha e per dipendenti dell'Eutelia, per i numerosi altri di aziende grandi e piccole in tutta Italia, per i milioni di precari, cassintegrati eccetera, si aprirà uno spiraglio di speranza.
Vediamo quindi quali sono i primi impegni nell'agenda dell'esecutivo per l'anno nuovo: la legge sul legittimo impedimento a presentarsi in Tribunale, il "processo breve", il nuovo "lodo Alfano".
Qualcosa non torna. Va be' che la serietà non è virtù di questo governo, ma la presa in giro anche a Natale è davvero troppo.

domenica 20 dicembre 2009

La mia preghiera di Natale

Caro Gesù Bambino e caro Babbo Natale, da tempo convivete come una collaudata, benché anomala, coppia di fatto nelle case di molte famiglie italiane dove c'è armonia, dove si finge che ci sia, e dove non ce n'è; nelle stanze degli ospedali abitate da dolore e speranza; nelle carceri; in alcune scuole; in alcune piazze; nelle chiese ricche, in quelle povere e in quelle di frontiera. Anzi, a Babbo Natale, già avanti con gli anni, hanno chiesto anche di fare gli straordinari nei centri commerciali. Di una cosa vi prego: ribellatevi, dite basta, fermate il chiasso, il mercato, il frastuono che stordisce la mente e mette a tacere il cuore; ridateci la spiritualità del Natale, la sua umanità, il suo calore, il suo messaggio universale di amore, solidarietà, accoglienza e pace. Ma sbrigatevi. Se non lo fate subito, potreste perdere il posto che occupate da oltre duemila anni: in questi giorni ho già sentito qualcunaltro dire che l'amore vincerà sull'odio, che il suo sacrificio di sangue non sarà vano, eccetera eccetera. Sta perfino risorgendo in anticipo sulla Pasqua.
Buon Natale e pace a tutti.

lunedì 14 dicembre 2009

Non doveva accadere

Il gesto folle di una persona isolata e psichicamente fragile rischia di peggiorare ulteriormente le condizioni, già molto critiche, del confronto politico nel nostro Paese. Quel che è accaduto ieri sera alla spalle del Duomo di Milano non doveva accadere. E non sarebbe accaduto se, invece di infiammare la lotta politica con toni sempre più accesi e provocatori (primi fra tutti quelli dello stesso premier e dei suoi alleati della Lega), la maggioranza avesse tenuto toni bassi e il dibattito civile.
Il drammatico ferimento di Berlusconi lo pagheremo tutti, e lo pagheranno soprattutto la democrazia e la speranza di ritrovare quel Paese imperfetto ma normale, che anni di berlusconismo hanno spazzato via.

sabato 5 dicembre 2009

Avanti o popolo dalla bandiera viola

Giornata strana, oggi. Stamattina sui quotidiani si potevano leggere notizie come queste: il mafioso pentito Gaspare Spatuzza ha tirato in ballo Berlusconi per gli attentati del '92 e ' 93, tra cui quelli in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino e la loro scorta; Vittorio Feltri, direttore del Giornale, si è rimangiato, senza neppure chiedere scusa, le accuse infamanti che tre mesi fa hanno costretto Dino Boffo, direttore dell'Avvenire, a dimettersi pagando un prezzo altissimo per la sua dignità, che nessun Tribunale potrà mai risarcirgli; è cominciata la corsa ai "legittimi impedimenti" del capo del governo a presentarsi in giudizio per le udienze del processo Mills; la tragedia di Stefano Cucchi, il giovane entrato vivo in carcere ed uscito morto, sembra non avere responsabili ("Sarà morto di vecchiaia", ha detto con dolore e amarezza giorni fa sua sorella), ed è solo forse la più significativa tra altre storie analoghe; a Biella, un immigrato senegalese che chiedeva il pagamento di tre stipendi arretrati, è stato accoltellato e ucciso dal suo datore di lavoro. Sembra davvero che non ci sia mai limite al peggio.
Per fortuna, già dal primo pomeriggio, si poteva percepire che l'aria stesse cambiando. La grande manifestazione "No B day", organizzata a Roma dal popolo della rete, allargata ad altre città italiane, d'Europa e perfino d'Oltreoceano, è stata una vera boccata d'ossigeno per questo Paese ormai intossicato da anni di berlusconismo invasivo. Quel che non è riuscita a fare l'opposizione l'hanno fatto i cittadini della "rivoluzione viola": scendere in piazza per esprimere indignazione, rabbia e speranza. Tra gli interventi, durissimo il discorso pronunciato da Salvatore Borsellino, fratello del giudice martire.
Auguriamoci che questa manifestazione non resti un fatto isolato, che la politica ne tenga conto, che sia seguito da altre iniziative utili per non farci più vergognare del nostro Paese. Non c'è solo "il popolo" che ha eletto Berlusconi: c'è anche quello che vuole mandarlo a casa, ed è sempre più numeroso. Che bellissima giornata, oggi.

martedì 1 dicembre 2009

Operai Yamaha: Valentino Rossi non risponde

La casa giapponese Yamaha dall'8 gennaio chiuderà la fabbrica di motociclette di Lesmo (Monza e Brianza) per trasferire la produzione in Spagna. Una decisione irrevocabile che mette in ginocchio 66 lavoratori e le loro famiglie.
Yamaha è un marchio famoso nel mondo delle corse, è quello della moto con cui corre il pluricampione del mondo Valentino Rossi. Gli operai, che hanno più volte contribuito alle vittorie del dott. (ad honorem) Rossi, gli hanno rivolto un appello, una richiesta di aiuto.
Niente. La sensibilità sociale del campione è stata uguale a zero. Finora non ha neppure risposto all'appello dei "suoi" operai. Certo, aspettarsi un gesto di solidarietà da un campione che si è ben distinto anche in evasione delle tasse (con i 35 milioni di euro pagati al fisco invece dei 112 milioni che avrebbe dovuto) forse è stato troppo.