venerdì 19 agosto 2011

Sacconi, ministro contro il welfare

Tra il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, e quello della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, è gara aperta alla medaglia di peggior ministro di uno dei peggiori governi del nostro Paese.
La sfida tra i due ex socialisti del governo di centrodestra (e già questo significa pur qualcosa) ha sempre come terreno di scontro il lavoro, anzi i lavoratori visti come soggetti da depredare sistematicamente dei diritti acquisiti. Per un Brunetta che insulta i precari ("Siete la parte peggiore del Paese") c'è un Sacconi pronto a prenderli in giro.
Qualcuno mi dica come altro si deve intendere la dichiarazione di Sacconi che, commentando qualche giorno fa la norma (inserita nella manovra di ferragosto) in base alla quale accordi aziendali possono derogare all'art. 18 dello Statuto dei lavoratori in materia di licenziamenti, afferma che l'art. 18 non viene toccato, e che queste intese aziendali "potrebbero portare alla stabilizzazione di contratti a termine o dei collaborazioni a progetto in cambio di flessibilità"......
Stabilizzazione in cambio di flessibilità? Detta da lui, questa spiegazione ha tutta l'aria di voler significare: apparente stabilizzazione in cambio di ulteriore, vera, precarietà. Una presa per i fondelli.

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