E' un provvedimento che, di primo acchito, puzza d'incostituzionalità (aspetto di leggere il parere di un costituzionalista). Se così fosse, è certo che, in caso di approvazione al Senato e alla Camera, il presidente Napolitano non lo firmerà. Ma mi auguro che non lo firmi comunque perché sarebbe un altro durissimo colpo, anche psicologico, per quei lavoratori per i quali gli anni di riscatto laurea costituiscono l'unico periodo di stabilità in una vita lavorativa che, con questa classe dirigente di malfattori, non ha speranze di futuro.
martedì 30 agosto 2011
L'imbroglio del riscatto laurea
Con questa classe dirigente indignarsi non basta più. La corsa allo smantellamento del welfare continua. L'ultima trovata della banda Berlusconi-Bossi-Tremonti-Sacconi merita il Nobel per la malafede. Questi signori hanno deciso che gli anni di laurea e di leva riscattati legalmente non valgano più agli effetti del conteggio per l'anzianità, e i contributi versati entrino solo nel computo finale della pensione (magrissimo risultato a fronte di un grande sacrificio economico). Misura che ha effetti su tutti coloro che il riscatto lo hanno già pagato ma sono ancora in attività, e su coloro che lo stanno pagando a caro prezzo (nel caso dei lavoratori precari se ne va una bella fetta del loro scarso stipendio oppure, nei casi fortunati, è il "welfare famigliare" che si sobbarca questo onere costoso.
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