domenica 14 agosto 2011

"Più tasse per pochi". Paga Montezemolo

Da tempo si parla di una "discesa in campo" di Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari. Lui non dice né sì né no, lascia tutte le porte aperte. Nell'intervista al Corriere della Sera di oggi, Montezemolo ha detto la sua sulla manovra da 45 miliardi del governo.
Leggendola, mi ha infastidito la sua distaccata disponibilità a pagare un alto contributo di solidarietà, insieme ai suoi amici milionari. Dovrei essere contenta. Invece no. Perché lo dice adesso, a manovra fatta? Certo la manovra può ancora subire emendamenti. Però da uno dei più importanti imprenditori del nostro Paese, esponente di quella classe dirigente e mediatica che ha sempre avuto un piede nelle stanze del potere anche senza rivestire cariche istituzionali, questa disponibilità suona un po' pelosa. Quasi come se dicesse, ecco, guardate come sono generoso (dall'alto della mia ricchezza). Gli è mancata forse l'occasione di dirlo prima? Perché non ha alzato il telefono per chiamare Tremonti e mettersi a disposizione come contribuente ad altissimo reddito?
Per il resto degli argomenti trattati nessuna novità: il solito Montezemolo, che attribuisce gravi responsabilità al governo, ma che spera che il governo vada avanti, eccetto nel caso di emergenza nell'emergenza..... (Ma, mi chiedo, questo momento che cos'è?)
Che vorrebbe che lo Stato, per ragioni di bilancio, vendesse parte dei suoi gioielli, come le proprietà immobiliari collocate nei migliori e più suggestivi scenari naturali del bel Paese, che troverebbero subito compratori danarosi (pronti a trasformarle in splendide residenze private), eccetera eccetera.
Vorrei solo fare un'osservazione sull'innalzamento dell'età pensionabile delle donne a 65 anni anche nel settore privato, su cui Montezemolo concorda: è vero che lo chiede l'Europa (è già così nella maggioranza dei Paesi europei), ma in Italia le donne sono gran parte del welfare delle famiglie, a differenza di quel che avviene negli altri Paesi dove i servizi sociali sono ben più garantiti ed efficienti. Quante sono le donne per le quali il pensionamento si trasforma in tempo di lavoro, non pagato, per accudire nipoti e anziani? Sarebbe socialmente più utile, credo, fin che i servizi sociali in Italia rimangono quel poco che sono (e non sono certo destinati ad aumentare o a migliorare con tutti i tagli che sono stati fatti) lasciare alle donne, dopo i sessant'anni, la facoltà di scegliere tra il pensionamento e il prolungamento dell'attività lavorativa fino a 65 anni.
Un'intervista, questa di Montezemolo, forse stavolta ad alto tasso di autocandidatura.

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