venerdì 19 febbraio 2010

Quando la mafia prende il posto dell'Inps

"La mafia, la camorra, la 'ndrangheta sono diventate per chi non ha niente un vero ammortizzatore sociale. E' una cosa drammatica, forte, ma è vera", ha detto il cantante napoletano Nino D'Angelo parlando dei mali del Sud nella sua canzone Jammo ja, presentata al Festival di Sanremo. Uno scandalo? No, sono parole che dovrebbero indignare le coscienze non perché sono state pronunciate, ma perché talvolta corrispondono terribilmente alla realtà. Non ammetterlo sarebbe un'ipocrisia.
Come testimonia col suo lavoro quotidiano uno scrittore coraggioso come Roberto Saviano, non sono forse queste organizzazioni criminali una sorta di Stato parallelo, uno Stato del Male, con i suoi centri di potere (cupole, cosche, famiglie, eccetera), i suoi uomini, le sue "leggi"? La criminalità prospera nel sottosviluppo e nell'ignoranza, arruola senza fatica nelle sue fila giovani senza lavoro, senza prospettive, senza sogni che non siano quelli del guadagno facile anche, e soprattutto, spargendo sangue. Quando lo Stato di diritto lascia spazi vuoti, non c'è, ecco che la criminalità avanza e ne prende il posto, perfino come garante dello stretto necessario.

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