giovedì 25 febbraio 2010

Non c'è solo la marea nera del petrolio

Dal cormorano del Kuwait, impastato del petrolio della guerra del Golfo, ai cormorani ricoperti di petrolio in val Padana. La marea nera di petrolio che, uscita dolosamente dalla ex raffineria di Villasanta (Monza), attraverso il Lambro si è riversata nel Po e finirà nell'Adriatico, non uccide solo l'ecosistema e l'economia del territorio, ma anche la salute dei cittadini. E' il simbolo di tutte le schifezze che travolgono da troppi anni i cittadini e la vita democratica, è la fotografia di questo bel Paese. Ammesso che se ne trovino i responsabili, con la giustizia lenta che abbiamo, ma soprattutto con la giustizia che verrà, credo che questo delitto resterà impunito. Come altri.
Per i nostri governanti l'emergenza è ormai routine, da curare preferibilmente con appalti lucrosi per certe imprese amiche, magari legate alla criminalità, impegnate nelle opere di bonifica e ricostruzione.
Ma quale bonifica? La prima bonifica utile sarebbe quella di ripulire seriamente la politica dai soggetti compromessi col malaffare e la criminalità; subito dopo, una bella pulizia di un'altra marea nera, costituita da tutti i "mostri" che il berlusconismo ha creato e/o ha fatto crescere a dismisura: i miti del successo, del denaro, della popolarità a ogni costo, della furbizia. Infine, imprimere una bella correzione di rotta: in Parlamento politici eletti dai cittadini e non dai partiti; cercare di stabilire il primato dell'etica, della legalità, quindi della meritocrazia, della cultura attraverso una vera riforma della scuola, rilanciare valori dimenticati come l'onestà, il rispetto. Insomma, cercare di costruire finalmente il Paese che non c'è.

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