Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione, si è dichiarata disponibile a trovare una soluzione affinché il ragazzo possa continuare la scuola. Anche un imprenditore di Rovereto, consapevole dell'importanza della formazione, e per non lasciar passare il messaggio che lo studio sia un'opportunità riservata ai benestanti, con una lettera inviata al Corriere della sera, ha dichiarato la sua volontà a impegnarsi per trovare "una soluzione che soddisfi le ambizioni professionali del genitore e consenta allo studente di tornare a scuola per conseguire il meritato diploma".
Una storia che sta per avere un lieto fine. Bene, non si può che essere felici per la svolta positiva di questa vicenda. Ma quanti sono i padri disoccupati di figli che non possono continuare gli studi? E quanti saranno, visto che la perdita di posti di lavoro è un'emorragia inarrestabile? Non basta risolvere un caso, venuto alla luce grazie a un'iniziativa della preside dell'istituto: il problema dell'abbandono scolastico per cause economiche richiede interventi strutturali, non solo quando il caso appare sui giornali.
2 commenti:
La storia non è una novità: di fronte a casi del genere la generosità degli italiani non si è mai tirata indietro, il che è una cosa bella. Quello che a mio avviso è brutto è il fatto che questa generosità trova una classe dirigente, secondo me senza distinzione di colore e posizione, che non merita assolutamente di occupare il posto che occupa.
Mi fermo perchè non voglio entrare in una disputa politica. Credo che gli Italiani (quelli con la I maiuscola) siano stanchi di vedere sperperati i loro soldi, sono pronti ad autotassarsi, e credo sarebbero anche pronti a tassarsi nuovamente a favore di Qualcuno (con la Q maiuscola) che e facesse buon uso.
Correggo: "che ne facesse buon uso"
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