domenica 15 novembre 2009

Topolino diventa cattivo. Perché?

Basta con Topolino eroe buono. La Disney ha annunciato nei giorni scorsi che il personaggio preferito da alcune generazioni di bambini in tutto il mondo diventerà cattivo. O, meglio, potrà smettere di essere generoso, altruista, coraggioso e vestire i panni, decisamente più alla moda, del Topo astuto, furbetto, litigioso. Questa trasformazione avverrà nel videogioco Epic Mickey, che Nintendo Wii mettterà in commercio l'anno prossimo, e dipenderà ovviamente da chi giocherà nel ruolo di Topolino.

A Danilo Francescano, esperto e collezionista di fumetti, ho chiesto che cosa ne pensa. Ecco la sua opinione.

"Personalmente, amo i Paperi. Lo confesso, non sono un grande ammiratore di Topolino. Specifico: del Topolino di oggi. Perché se parliamo di quello dei primi anni Sessanta, quello di Romano Scarpa (lo ricordate? È il Topolino della Collana Chiricawa, della Fiamma eterna di Kalhoa, dell’Uomo di Altacraz) o ancor più del Mickey Mouse di Gottfredson, curioso, ottimista e, in fondo, un po’ infantile (nel senso buono del termine), la musica cambia… Non mi piace il Topolino perbenista, cittadino integerrimo, succube dei capricci di una Minnie pettegola, fatua e spesso arrivista. Non mi piace il Topolino che ha perso il senso dell’avventura per l’avventura. Non mi piace il Topolino caricatura di sé stesso.

Per questo, la notizia che Topolino diventerà più cattivo non mi sconvolge per niente.

Oddio, per arrivare a tanta iconoclastia, alla Disney devono essere proprio ridotti allo stremo… Parlando dell’Italia almeno (ma in USA il fumetto disneyano ha da tempo un valore prossimo allo zero: Mickey Mouse è Disneyland e solo Disneyland), tutta colpa di una politica editoriale dissennata e autolesionista, in cui la miopia della vendita a ogni costo, a scapito della qualità, ha determinato la crisi, forse irreversibilile, del fumetto più amato di tutti i tempi. E allora, via con i gadget e con le avventure fintamente sceneggiate dall’attore o dal campione di turno. Via con i tentativi, con le innovazioni spesso cervellotiche, con la ricerca disperata del favore di giovani cui la dimensione alterata e priva di pathos in cui sono precipitati Topolinia (e Paperopoli, purtroppo) non ha più niente da dire. E pensare che sarebbe bastato un po’ di amore per il mondo disneyano per mantenere viva la magia…

E vabbè, vediamo come sarà questo Topolino cattivo. Forse sarà pure gradevole. Forse".

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