La monumentale installazione, simbolo della Guerra Fredda tra i due grandi blocchi - occidentale e orientale - che si erano spartiti il dominio del mondo, si è sbriciolata in una notte. In una Berlino dove il clima era già da pieno inverno, la notte si fece calda, piena di promesse.
In oltre ventotto anni, ai piedi di questa odiosa barriera, eretta in un'altra lontana notte, quella del 13 agosto 1961, sono caduti 231 cittadini di Berlino (altri 409 morti lungo tutto il confine tra Germania Est e Ovest). Una barriera di cemento, filo spinato e sangue.
Il linguaggio delle cifre non lascia mai spazio ai sentimenti. Ed era stato il destino dei sentimenti, dei rapporti familiari e affettivi che quel muro avrebbe inevitabilmente frantumato a colpirmi di più (allora ero una ragazza di quattordici anni). Ma i sentimenti dei berlinesi volevano con forza sopravvivere alla tragedia. Famiglie la cui casa, sulla linea di confine, venne divisa in due da una spessa parete di mattoni: i figli di qui, i genitori di là. Finestre che, dal grande viale a Est, guardavano oltre il muro, di colpo oscurate per impedire la visione di un altro mondo, non sempre migliore, ma certamente libero. E poi gli stili di vita: gli ultimi modelli di Opel e Mercedes di qui, le Trabant di là; i rapporti sociali, i grandi magazzini, i caffè, le luci della sera sul Kurfuerstendamm, di qui, il coprifuoco sull'Unter den Linden, di là. Il cinema e il teatro liberi di qui, il cinema e il teatro di regime di là.
I sentimenti alla fine ce l'hanno fatta. Artefice e complice la politica, soprattutto la svolta voluta da Mikhail Gorbaciov, Helmut Kohl e George Bush sr. Con la benedizione di Papa Wojtyla.
Crollato il muro, le famiglie, gli affetti, le amicizie, i rapporti si sono ricomposti, Berlino Est e Ovest sono diventate Berlino e basta; la vita politica, culturale, economica ha ripreso a scorrere nelle strade trafficate della città attraversandola in un incredibile e quasi impazzito moto perpetuo da Est a Ovest, da Ovest a Est. Anche la Germania è tornata a essere una, e senza i fantasmi che il progetto della riunificazione tedesca aveva sempre portato con sé. I problemi non finirono, anzi, altri problemi nacquero proprio in quel momento.
Ma fu la fine di un incubo.
1 commento:
Poche parole, ho vissuto con trepidazione tutto il periodo della Guerra fredda e ricordo con grande emozione quella notte; sinceramente temevo che potesse non avvenire mai e pregavo in cuor mio che invece si realizzasse.
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