giovedì 20 marzo 2014

Eataly Smeraldo: la tradizione italiana a tavola

Da due giorni Milano ha la sua.... decima meraviglia. Sono esagerata? No, sono milanese.
Dopo il Duomo, la Galleria, il Cenacolo di Leonardo, il teatro alla Scala, la pinacoteca di Brera, l'abside della chiesa di San Satiro col  geniale inganno prospettico del Bramante, il ciclo degli affreschi nella chiesa di San Maurizio al Monastero, il "Pirellone" di Gio' Ponti, la torre Unicredit (di César Pelli, architetto argentino ma di origini italiane), è stato inaugurato "Eataly Smeraldo", tempio dell'enogastronomia, un vero paradiso del mangiare e del bere italiano (con qualche escursione nei prodotti di qualità di altri Paesi) nato da un'idea di Oscar Farinetti, realizzato all'interno dell'ex teatro Smeraldo: un pianoforte e una bella galleria di ritratti degli artisti che hanno calcato il suo palcoscenico tengono vivo il ricordo dei 70 anni di vita del teatro, dal varietà degli inizi, alle commedie, ai musical, alla danza, ai concerti.

Anch'io andavo allo Smeraldo ad ascoltare i concerti di Gaber e di Jannacci, di Ray Charles, di De André, Celentano, Mina (perfino un lungo monologo di don Gallo accompagnato dalla musica e applaudito da una platea piena di giovani in un tripudio di bandiere della Pace).
Mi sono emozionata vedendo i loro bei ritratti in bianco e nero sospesi nel salone d'ingresso. Forse è un po' troppo pensare che lo spirito del teatro possa sopravvivere tra tagli pregiati di carne piemontese, tortellini fatti a mano davanti ai clienti, vini D.O.C.G., ristoranti, laboratori di cucina e di cultura del cibo per bambini e pensionati, però mi piace augurarmi che sia così per non essere sopraffatta dal forte profumo di business (è lo spirito dei nostri tempi) che aleggia tra i banconi e gli scaffali dove cibi e bevande sono "impaginati" con una grafica allettante. Del resto il pianoforte che troneggia al centro della struttura non è lì per caso, ma perché vi si continuerà a fare musica.
La cultura del cibo e del vino al posto della cultura teatrale. In fondo, diciamo così, sempre di eccellenze si tratta, ognuna a suo modo spettacolare. Un dettaglio: la segnaletica interna è tutta in italiano; per le toilette dirigetevi verso la scritta "Gabinetti".

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