sabato 15 marzo 2014

Boccio senza pietà il piano lavoro di Renzi

La sinistra è finita quando ha smesso di tenere la barra dritta e salda sul lavoro. La prima uscita di rotta è ormai lontana (1997, il ministro del lavoro Treu - governo Dini - introdusse il lavoro interinale, prima falla del sistema lavoro).
Negli anni successivi si è andati solo peggiorando (leggi Biagi/Maroni e Fornero/Monti) e si è impressa un'accelerata incredibile ai contratti atipici che avrebbero dovuto favorire l'occupazione (figuriamoci!) invece l'hanno resa totalmente precaria, al servizio di imprese cui non pareva vero di potersi procurare legalmente (ma anche abusivamente) lavoro low cost, leggi che hanno creato il cosiddetto "dualismo del mercato del lavoro", la spaccatura tra protetti e non protetti.
Tutto questo è passato nella totale indifferenza, quindi inerzia, dei partiti di sinistra e del sindacato, le due parti sociali che avrebbero dovuto fare "cose di sinistra" e che invece hanno solo girato a vuoto, quando addirittura non hanno favorito Berlusconi (i partiti di sinistra), oppure hanno continuato a tutelare solo i propri iscritti (dipendenti e pensionati) trascurando le nuove generazioni, con una politica miope per la sopravvivenza stessa del sindacato.
Adesso non ci sono più sinistra e destra. C'é Renzi. E la sua prima mossa in materia del lavoro merita d'essere bocciata "a pieni voti"! Boccio senza pietà i due provvedimenti su apprendistato e contratti a termine, vantaggiosi solo per le aziende perché creano più flessibilità, cioè più precarietà. Tutto il resto della materia (ammortizzatori sociali anche per chi non ne aveva, contratto unico a tutele crescenti, salario minimo, sfoltimento della giungla dei contratti atipici) è stato demandato a leggi delega. Come a dire che, se Renzi resta al timone, ci vorrà qualche anno perché queste misure passino; forse per fine legislatura (2018). Campa cavallo.....

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