domenica 14 aprile 2013

Ma il lavoro non era LA priorità?

Quelli che hanno perso il lavoro (disoccupati), quelli che lo stanno perdendo (cassintegrati), quelli che non lo cercano più (inoccupati), quelli con 110 e lode che lavorano in un call center (sottoccupati), quelli che hanno lasciato il lavoro dopo un accordo aziendale per andare in pensione ma poi è arrivata la Fornero e ha prolungato l'età pensionabile (esodati), quelli che hanno contratti falsi, illegali e precari senza che la legge persegua le aziende truffaldine (abusati).
La terminologia che descrive le diverse categorie di lavoratori con seri problemi di sopravvivenza si allarga sempre di più. Dal fronte lavoro arrivano ogni giorno notizie allarmanti, come bollettini di guerra. Morti e feriti non si contano più.
Che fare? Chi, nell'attuale e purtroppo lunga fase di stallo del Paese, si aspettava una risposta almeno dai dieci "saggi" del presidente Napolitano, è rimasto per l'ennesima volta deluso.
A questo proposito è illuminante una breve intervista fatta da Repubblica a Enrico Giovannini, presidente dell'Istat, uno dei "saggi". Per esempio, parlando degli esodati Giovannini ha detto, che "l'esigenza di intervenire è evidente a tutti, ma è necessaria una misura precisa del fenomeno". Cioè non sappiamo ancora quanti sono!!! (e a dirlo è il presidente dell'Istituto nazionale di statistica). E sui contratti di lavoro Giovannini ha ripetuto il ritornello della necessità di contratti più flessibili perché la crisi richiede maggiore flessibilità (che per le aziende significa mano libera nel disporre delle persone e per i lavoratori vuol dire precarietà).
Niente di nuovo sotto il sole, e tantomeno di saggio. Per fortuna che il lavoro era LA priorità.

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