venerdì 11 gennaio 2013

Berlusconi-Santoro: 1-0 su rigore

Non mi è piaciuto lo scontro (?) tra Michele Santoro e Silvio Berlusconi nella puntata di Servizio pubblico di ieri sera. Tra i due c'era un accordo (non toccare il tema dei processi a Berlusconi) svelato da un Santoro finto-arrabbiato quando il cavaliere ha assestato il colpo basso (la controlettera a Travaglio) della sua vittoria su rigore.
Fin dall'inizio il copione è apparso stucchevole. Dal demenziale monologo introduttivo di Santoro, che è riuscito a mettere insieme tori e toreri, Granada e Vienna, la Gruber, i tubi Innocenti, Hitler "bambino che fa la cacca nel vasino stando bene attento a non sporcare per terra per paura della mamma asburgica", ho avuto l'impressione che il giornalista conduttore volesse strafare in un crescendo sempre più narcisistico e delirante che solo per grazia divina non si è tradotto in un grido finale dello stesso Santoro: "Berlusconi sono io!".
A impedire a Santoro di calarsi nei panni di "madame Bovary" è stato il cavaliere, altro fulgido esempio di Narciso, che ha lottato alla pari per vincere il finto duello.
Santoro e Berlusconi si sono mostrati soprattutto come una consumata coppia di comici televisivi degli anni '60/70 con ruoli intercambiabili, alla Franco e Ciccio per intenderci: una volta è l'uno a fare il capocomico e l'altro fa da spalla; poi viceversa nel dannato sforzo di coinvolgere gli spettatori e di appassionarli al loro duello. Ma quale duello? Erano palesemente complici nel recitare ciascuno la propria parte e quella dell'altro. Hanno ottenuto però ciascuno il risultato che voleva: Santoro l'audience e Berlusconi il rilancio. Se è questo che serve al nostro Paese....

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