venerdì 14 gennaio 2011

I doveri di Sacconi

Mentre è in corso l'illegittimo referendum tra i lavoratori di Mirafiori sul quesito se accettare o respingere il ricatto di Marchionne, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha perso una buona occasione per tacere.
Si può non essere d'accordo con la protesta della Fiom, si può concedere ai lavoratori il diritto ad avere paura, si può pensare che tanto ormai la classe operaia non ha più ragion d'essere nel mondo globale delle crisi globali eccetera..... Ma dire quel che ha detto Sacconi, no. Reiterare, a urne aperte, la minaccia per i dipendenti Fiat di perdere il lavoro in caso di vittoria del No, non si fa.
Se vincesse il No, egregio signor ministro, lei e il governo cui appartiene avreste il dovere di intervenire per trattenere la Fiat dal portare a termine il suo progetto, in nome di quel che ancora di buono esiste in questo Paese: la dignità dei cittadini che vivono solo del proprio lavoro. Lei, Sacconi, avrebbe anche il dovere di chiedere a Marchionne il contenuto del suo piano industriale, avrebbe il dovere di mediare tra l'azienda e le parti sociali. Che cosa avverrebbe a Mirafiori in caso di vittoria del Sì? Siamo sicuri, per esempio, che una produzione andata/ritorno, tra Detroit e Torino, di inquinanti Suv targati Chrysler/Fiat, sia proprio un progetto in linea con uno sviluppo eco-compatibile del nostro Paese?
Sacconi, lei è il ministro del Welfare. Lei ha dei doveri.

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