mercoledì 23 aprile 2014

Lavoro: chi pagherà il prezzo dell'accordo?

Così c'è voluta la fiducia della Camera per il primo passo (il secondo sarà in Senato) del decreto lavoro su contratto a termine e apprendistato. Nessuno stupore, la materia lavoro è molto scottante e temo che, nonostante il laborioso e litigioso travaglio necessario per portare alla luce la riforma che verrà, alla fine verrà partorito un topolino.
Del resto, come si può riformare con efficacia, equità e giustizia, una materia così delicata se i superstiti della sinistra sono ormai minoranza (non che quand'erano maggioranza abbiano potuto fare molto; adesso cercano di fare almeno rumore) e se il governo, per restare in piedi, è finito sotto ricatto di gente come Alfano e Sacconi? Per non dire di Berlusconi.
Sul lavoro può esserci solo divisione perché gli interessi che le parti rappresentano sono diametralmente opposti. Il contratto a tempo indeterminato, nonostante l'Europa abbia dichiarato di volerlo al centro del sistema-lavoro, resta una chimera per una moltitudine di lavoratori. Chi ha fatto le leggi che hanno creato abusi contrattuali e precarietà diffusa?
Ancora una volta saranno i più deboli a pagare il prezzo di questo compromesso. Altro che riforma del lavoro!

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