domenica 27 febbraio 2011

Draghi insiste sul precariato

Ancora una volta il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha denunciato i danni sociali del precariato.
Ieri, a Verona, ha detto che in Italia nel mercato del lavoro "vige il minimo di mobilità a un estremo e il massimo di precarietà all'altro", che la disoccupazione giovanile arriva al 30%, che i salari d'ingresso in termini reali sono fermi da oltre un decennio su livelli inferiori a quelli degli anni '80, che i giovani sono avviliti, che dipendono dal reddito dei genitori eccetera. Tutte cose che sapevamo, è vero. Però, ripetute da un'autorevole personalità come Draghi, ci si aspetterebbe una certa attenzione da parte del governo.
Figuriamoci! Governo e Parlamento latitano e, anche in tempi di crisi economica, quel poco che fanno lo dedicano ai problemi giudiziari del Capo.

1 commento:

giò ha detto...

Valentina, a proposito del "capo", io vorrei che Draghi diventasse il leader di una coalizione (quale che sia, più forze sono in campo meglio è) per un governo di salute nazionale che faccia le riforme indispensabili (prima tra tutte, quella elettorale!). Ma la situazione è bloccata: per realizzare questo progetto "lui" dovrebbe dimettersi, e non ha intenzione di farlo visti i sondaggi che lo danno in calo. Allora che fare? Quando si andrà a votare, per avere la certezza del risultato, non resta che creare un fronte unito delle opposizioni. Fantapolitica? Speriamo di no

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