giovedì 3 marzo 2011

Qual è il progetto del Pd sul lavoro?

Emma Marcegaglia ha detto ieri che la flessibilità in entrata nel lavoro è forse eccessiva (nota: lo è anche in Germania, ma là gradualmente si trasforma in stabilità) e i suoi strumenti andrebbero tarati. Sembra una notizia incoraggiante, se non fosse che, in cambio di questa piccola apertura, la presidente di Confindustria ha aggiunto che sarebbe ora di affrontare anche la flessibilità in uscita. Nel mirino c'è ancora e sempre l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che rende obbligatoria la giusta causa in caso di licenziamento.
Questo ulteriore tentativo di intaccare i diritti dei lavoratori stavolta sembra non coinvolgere i precari già molto vessati (per loro l'entrata è difficile e l'uscita è sempre facile), ma i cosiddetti "garantiti" (fin che crisi non li travolga).
Poiché l'occupazione è ormai frantumata contrattualmente in mille rivoli, e lo sarà sempre di più (tendenza Marchionne), vorrei tanto, prima che l'intero sistema sia ridotto in polvere, conoscere il progetto sul lavoro del maggior partito d'opposizione, il Pd, e del sindacato (quale o quali dipende dalla rispettiva sensibilità al problema).
Se questo progetto esiste, è inutile tenerlo nel cassetto, lo si comunichi, lo si discuta. Non si può continuare a lasciare il pallino del lavoro alla Marcegaglia, a Marchionne e a Sacconi.

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