venerdì 11 febbraio 2011

13 febbraio: anche gli uomini scendano in piazza

Domenica andrò in piazza a manifestare. Ci vado convinta che sia anche un dovere, oltre che un diritto, pur se ritengo che stavolta l'iniziativa delle donne abbia un'impostazione che appare un po' troppo connotata al femminile. Il rischio di passare per una manifestazione veterofemminista e di essere liquidata come cosa del passato è alto. Certo, è un rischio che comunque val la pena correre.
Invece di concentrarsi sulla difesa della dignità delle donne, finalità importantissima, ma non unica, avrei preferito che il significato della mobilitazione fosse più ampio e partisse, per esempio, dalla mancanza di rispetto delle regole, condizione dalla quale discendono corruzione, connivenze tra politica e criminalità, malaffare, un'immagine e un corpo dell'Italia deturpati dall'arroganza del potere politico, economico, mediatico, e dal degrado etico della sua classe dirigente. Problemi che toccano indifferentemente tutti i cittadini, donne e uomini.
Le azioni criminose che contaminano e corrompono ormai ogni aspetto della vita del nostro Paese non sono però solo peccati, come qualcuno vuol far credere, dai quali il perdonismo della Chiesa assolve con facilità: sono reati da perseguire applicando la legge.
Spero che domenica in tutte le piazze d'Italia, e in quelle all'estero, siano presenti anche molti uomini.

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