Non la pensano così alla regione Lazio, dove ogni anno si spendono per 800 bagni circa 500 mila euro (ripeto: 500 mila euro) solo per la manutenzione delle assi del water (Corriere della sera di oggi, pag. 15). Che cos'hanno di così speciale queste tavolette da richiedere, ciascuna, 52 euro al mese per essere mantenuta efficiente? Forse perché vengono a contatto col lato B di assessori, consiglieri, funzionari e dipendenti regionali? E che cos'hanno questi fondoschiena di diverso da quelli degli alunni delle scuole?
Confesso che non conoscevo neppure l'esistenza di così raffinati wc tecnologici (sono rimasta ai fogli di cellulosa da deporre sui bordi del vaso, come si usa in viaggio, nei campeggi, eccetera) dotati di un pulsante che, a ogni scarico dello sciacquone, fa entrare in azione un meccanismo che cambia automaticamente la pellicola plastificata che copre la superficie dell'asse. Tutto pulito, tutto sterile, perfetto, avanti un altro.
Sembra che una simile meraviglia (anche diseducativa in certi casi, nonostante l'età adulta dei fruitori, perché finisce per sollevarli dal dovere di comportarsi sempre e ovunque con educazione e civiltà) sia in dotazione anche al ministero degli Esteri, a quello del Tesoro, all'Aci e alla regione Veneto, ma non si sa fino a quando, dal momento che gli onerosi contratti d'appalto per la manutenzione dei water tecnologici, firmati per la regione Lazio dagli ex governatori Francesco Storace e Piero Marrazzo, ricaduti sulla Polverini, e denunciati adesso dal ministro leghista Calderoli, sono entrati tra gli obiettivi della guerra agli sprechi nella pubblica amministrazione. Battaglia giusta per principio, almeno fino a quando non verranno dotati di sedili elettronici tutti i bagni degli edifici pubblici, scuole comprese.
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