La manovra economica di cui si sta discutendo con prelievo "dalle tasche degli italiani", esclusi i ricchi e i ricchissimi beninteso, di 24 miliardi di euro, piace solo a Tremonti. Tra i giudizi che ha sollevato i più benevoli sono stati "doverosa, ma completamente sbagliata perché i tagli non sono per tutti e non c'è niente che riguardi la crescita".
Tra non molto (si parla di settembre) dovremo subire anche la riforma della giustizia, una riforma non disinteressata, che una volta per tutte metterà fuorigioco la magistratura e conferirà una sorta di impunità a coloro che dovrebbero essere almeno giudicati.
E poi sulla testa dei cittadini italiani pende sempre il progetto di una riforma della Costituzione, definita "cattocomunista" e "un inferno che non consente di governare".
Penso che stiamo vivendo in uno scenario da colpo di Stato strisciante che sta erodendo il nostro Paese lasciando sul terreno solo disastri. Un esempio per tutti: i giovani. E' come se non ci fossero, nessuno se ne occupa se non per sfruttarli. La nostra classe politica è così miope da pensare che questa non è un'emergenza. E allora continuiamo pure a sopportare i capricci del principe, magari anche sorridendo a qualche sua gaffe o battuta idiota, oppure mugugnando. Continuiamo pure a farci del male.
Tutto perduto, quindi? Dipende. Oscar Niemeyer, il geniale architetto brasiliano ha detto: "Quando la miseria si moltiplica e la speranza fugge dall'uomo, è tempo di rivoluzione". L'ha detto in tempi non sospetti. Ma le ideologie sono morte e hanno trascinato nella caduta anche le rivoluzioni.
Continua la lunga notte della seconda Repubblica. Ai veri democratici il difficile compito di riaccendere almeno la speranza.
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