mercoledì 2 giugno 2010

Chi vuole e chi non vuole la pace in Medio Oriente

I quasi 700 volontari, le cui navi con aiuti umanitari, cercando di forzare il blocco di Gaza imposto dagli israeliani, sono state attaccate lunedì notte dai militari israeliani in acque internazionali, appartengono a diverse nazionalità. Secondo l'elenco fornito dalle autorità di Israele i loro Paesi di provenienza sono: Australia, Azerbaijan, Italia, Indonesia, Irlanda, Algeria, Usa, Bulgaria, Bosnia, Bahrein, Belgio, Germania, Sudafrica, Olanda, Gran Bretagna, Grecia, Giordania, Kuwait, Libano, Mauritania, Malaysia, Egitto, Macedonia, Marocco, Norvegia, Nuova Zelanda, Siria, Serbia, Oman, Pakistan, Repubblica Ceca, Francia, Kosovo, Canada, Svezia, Turchia, Yemen.
Stando alle apparenze si potrebbe quasi dire che la pace in Medio Oriente, con la creazione di due Stati liberi e indipendenti (Israele e Palestina), la vuole tutto il mondo tranne i diretti interessati.
Ma ovviamente la questione è molto più complessa: gli aggrediti, anziché pacifisti, sarebbero attivisti legati ai filopalestinesi e il governo di Gerusalemme che li ha affrontati con una reazione fuori controllo, ha provocato, oltre alla morte di nove persone, anche un vero disastro politico. Un'altra interruzione (e una complicazione perché quanto accaduto coinvolge pesantemente la Turchia dalla cui coste sono partite le imbarcazioni degli attivisti) per il già difficilissimo cammino verso la pace.

Nessun commento:

Posta un commento