Per ridare speranza ai cittadini bisognerebbe far rispettare l'art. 1 della Costituzione là dove dice che il nostro Paese è una repubblica democratica "fondata sul lavoro". E respingere così anche i tentativi di chi (leggi il ministro Renato Brunetta) vorrebbe cancellare proprio la parte che ho citato. Certo che in tempi di crisi globale non è facile. Per ridare dignità al lavoro serve una prova di buona volontà di tutte le parti sociali. Inutile far finta di niente o parlare per proclami. Il lavoro è la prima emergenza del nostro Paese.
sabato 1 maggio 2010
1° maggio. E' urgente ridare dignità al lavoro
Oggi è la Festa del Lavoro (a destra un momento del Concertone di Roma, 2008). Quanti discorsi retorici si fanno sul lavoro! C'è chi tira in ballo l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori, chi dice che l'occupazione è aumentata, chi dice che la disoccupazione è aumentata (più realistica quest'ultima), chi vuol fare festa, chi vuol tenere i negozi aperti, chi invoca una riforma del sistema lavoro, chi dice che la flessibilità è necessaria, chi (4 milioni di italiani, giovani e non) che con la precarietà non c'è futuro, chi dice che è colpa della globalizzazione, chi dei cinesi, chi piange i morti sul lavoro, chi dice che queste morti non devono più accadere, chi dice che, dopo la sbornia del terziario avanzato, bisogna ridare valore al lavoro che produce beni materiali, manufatti. Chi dice che il merito paga, chi dice che è meglio una raccomandazione. Chi lo vuole a progetto, a tempo, "somministrato", a chiamata, chi semplicemente lo vuole sicuro.
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