sabato 13 luglio 2013

NO al "contratto di lavoro Expo"

L'occasione è ghiotta, il pretesto è perfetto e così i sostenitori della superflessibilità del lavoro ci riprovano. In vista dell'Expo 2015 gli imprenditori (Confindustria, Abi, Ania, Rete Imprese Italia e Alleanza delle cooperative, cioè tutti), sostenuti dal Pdl, hanno presentato al governo il progetto di un "contratto di lavoro Expo" della durata fino a 36 mesi di lavoro precario senza obbligo di causale né di assumere a fine contratto, cioè con licenziamento finale sicuro. Il presidente della Commissione del Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (nonché ex "ministro della disoccupazione" del governo Berlusconi) è entrato in questa proposta di creare un canale privilegiato per le aziende trasformandolo in un'autostrada e ha chiesto che vengano ulteriormente liberalizzati anche i contratti a chiamata, a progetto e in somministrazione.
Il fronte sindacale è contrario; il Pd, perplesso, sta alla finestra; Palazzo Marino è contrario. Che cosa dirà il governo?
L'Expo, al netto della lentissima partenza del suo progetto, sarà un evento d'importanza capitale per l'intero Paese. La sua riuscita peserà in modo rilevante anche sul rilancio dell'Italia e della nostra economia. Tutti dobbiamo lavorare perché sia un successo.
Ma, per assicurare forza lavoro alle imprese direttamente e indirettamente interessate e a tutto ciò che ruoterà intorno a questo grande evento, è proprio indispensabile creare altra precarietà? Chi pensa che i paletti della legge Fornero abbiano solo provocato mancati rinnovi contrattuali non sa invece che la stessa legge, nei casi in cui prevede, date certe condizioni, la stabilizzazione del lavoratore, continua a essere ignorata. Gli imprenditori hanno già a disposizione diversi strumenti contrattuali per far fronte a una situazione eccezionale e finora ne hanno abusato a piene mani e in modi tali che, misteriosamente, neppure i controlli talvolta riescono a smascherare. Che cosa vogliono ancora? La crisi non c'è solo per loro. Col ricatto della disoccupazione giovanile certe aziende si sentono autorizzate a fare scempio continuo dei diritti. Invece l'Expo è un'opportunità che va sfruttata bene e nell'interesse di tutti, anche quello dei disoccupati giovani e non.

Nessun commento:

Posta un commento