sabato 13 luglio 2013

Le colpe del sindacato nel dramma dei periodici Rcs

Colpita e affondata. L'espressione che caratterizza le mosse vincenti del gioco della battaglia navale si adatta benissimo alla battaglia per la sopravvivenza di Rcs Periodici, ma per registrare una sonora sconfitta.
Da ieri sera, dopo una drammatica assemblea sindacale, il settimanale A, i mensili Bravacasa, L'Europeo, Yacht&Sail, Max, hanno cessato le pubblicazioni, 47 redattori sono stati messi in cassa integrazione straordinaria a zero ore, con integrazione aziendale, fino al 15 febbraio prossimo. Per le altre testate (Novella 2000, Visto, Ok Salute, Astra, polo dell'Enigmistica) è in via di definizione l'acquisto da parte di Prs Mediagroup (Alfredo Bernardini de Pace e Gaddo della Gherardesca) con garanzia occupazionale per due anni. Per l'editoria periodica è un evento simile al crollo dell'impero romano (chissà che cosa ne direbbe il vecchio cumenda Angelo Rizzoli... altri tempi).
Cos'altro si poteva fare?, ha detto a fine assemblea, sconsolata e impotente, la delegazione sindacale (Comitato di redazione Periodici e Associazione lombarda giornalisti) che ha condotto una trattativa durata quattro mesi, cominciata con dei proclami durissimi e terminata in pappa.
Forse non molto, ma certamente altro si poteva almeno tentare di fare. Ma il copione sembrava già scritto e le parti in commedia lo hanno interpretato senza aggiungere alcun guizzo innovativo alla strategia prestabilita.
Perché non denunciare l'azienda per il mancato rispetto di precedenti accordi sui periodici?
Perché non chiedere conto del disastro ai manager che, con disastrose operazioni finanziarie, l'hanno spolpata accaparrandosi però in tempo cospicui bonus in uscita e perfino in entrata (giusto per non perdere l'occasione di avere al proprio servizio cotanti cervelli)?
Perché tenere all'oscuro i lavoratori della strategia sindacale che si stava percorrendo coprendo col silenzio ogni dissenso interno e rifiutando qualsiasi contributo alla discussione della vertenza?
Perché, per paura di perdere il piatto di lenticchie concesso dall'azienda come integrazione alla Cigs, si è preferito perdere tutto?
Prima della votazione finale di ieri sera 40 giornalisti hanno lasciato l'assemblea sindacale per esprimere il loro dissenso. Ma la paura ha vinto.
"Ero tra i 40 che hanno abbandonato l'assemblea", ha detto Letizia Lanati, giornalista di Insieme. "Disgustata da un sindacato che ti mette con le spalle al muro senza nessuna possibilità di discutere o scegliere. Dopo quattro mesi di NO abbiamo detto SI' a tutto: 107 esuberi, cinque testate chiuse e cinque vendute. Abbiamo perso tutti, e io ho perso dei bravissimi colleghi e amici".
Condivido lo sconforto di Letizia: ho passato gran parte della mia vita professionale nelle testate dei periodici Rcs e vissuto altri momenti sindacali molto critici. Ma questa vicenda e' ben più' grave perché significa la morte di cinque testate,  la sopravvivenza incerta di altre cinque, di fatto una vittoria schiacciante dell'azienda. 
E' dura per i miei ex colleghi dover accettare per forza ciò che si ritiene inaccettabile; soprattutto a causa delle modalità con cui è stata gestita questa brutta storia.



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