domenica 12 giugno 2016

Quel gran pasticcio del Jobs Act

Due notizie sul fronte lavoro.
Nonostante l'opinione contraria del governo e dei giuslavoristi che lo appoggiano, la Cassazione ha stabilito che per i dipendenti pubblici continua a valere l'art. 18 sui licenziamenti fino a quando non verrà dichiarata formalmente la loro esclusione dall'applicazione della legge Fornero e dal Jobs Act.
A Reggio Emilia, il giudice del lavoro ha condannato il ministero della Pubblica Istruzione per "abuso dei contratti a termine" obbligandolo ad assumere un'insegnante precaria da 14 anni, e a risarcirla per le differenze retributive e contributive pregresse.
Per i dipendenti privati assunti col Jobs Act l'art. 18 non vale più e, beffa delle beffe, quando vengono assunti dopo anni di precariato, perdono il diritto a rivendicare dall'azienda che ha abusato del loro contratto quanto è loro dovuto per differenze retributive e contributive pregresse (e non solo, l'azienda disonesta è anche premiata con incentivi fiscali!).
Non faccio dell'art.18 una bandiera a tutti i costi. Dico, e l'ho ripetuto tante volte, che il Jobs Act è una riforma frettolosa che sta producendo nuove assunzioni senza tutele, e danni a chi sperava di veder riconosciuti diritti legittimamente maturati.

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