giovedì 18 giugno 2015

Ultimo scandalo Jobs Act: la sanatoria pro aziende

Per rispettare la legalità il Jobs Act sarebbe in gran parte da riscrivere. L'ultima novità contenuta nel decreto sul riordino dei contratti è scandalosa.
Invece di prevedere una sanatoria a favore dei lavoratori che sono stati brutalmente truffati con falsi contratti a progetto e false partite Iva riconoscendo loro, nel passaggio al nuovo contratto "a tutele crescenti", l'integrità dei contributi pregressi e una somma una tantum per le differenze retributive, tredicesima e Tfr, il legislatore ha pensato ancora una volta di beneficiare le imprese, soprattutto quelle disoneste. Come? Dopo l'abolizione dell'art. 18 e gli 8mila euro di sgravi contributivi all'anno (per 3 anni) a favore delle imprese, ecco la beffa: nel passaggio dai contratti atipici a quello "a tutele crescenti" il 1° gennaio 2016 scatterà una sanatoria ancora a tutto vantaggio delle aziende che hanno violato la legge con l'estinzione di quanto dovuto ai lavoratori in materia contributiva, amministrativa e fiscale per il tempo di lavoro pregresso. In sostanza il lavoratore dovrà rinunciare a tutto quanto gli è dovuto firmando una conciliazione; in cambio l'azienda s'impegna a non licenziarlo per un anno.

Nessun commento:

Posta un commento