lunedì 12 maggio 2014

I costi della corruzione e non solo....

"Capitale corrotta, nazione infetta". Questo celebre titolo de L'Espresso (inchiesta di Manlio Cancogni sulla speculazione edilizia a Roma, 1956) calza a pennello purtroppo ormai a tutto il nostro Paese.
Tangentopoli non è mai finita: gli arresti "eccellenti" di questi giorni lo testimoniano. Che schifo. E le conseguenze di questi comportamenti criminali le paghiamo tutti, soprattutto pesano sul costo economico e sociale del lavoro.
Da anni, per esempio, la colpa del mercato del lavoro bloccato, troppo rigido, viene attribuita alla crisi economica e questa responsabilità è individuata soprattutto nella rete di protezione dei lavoratori, nei loro diritti che sarebbero sempre troppi e impediscono agli imprenditori di fare gli imprenditori. Balle.
Troppa burocrazia, lentezza biblica della giustizia, i crediti che le aziende fornitrici dello Stato non riescono a riscuotere e l'alto tasso di corruzione (vedi la cronaca recente) sono invece tra i maggiori fattori responsabili della rigidità del mercato del lavoro.
Chi ha orecchie per intendere, intenda e la smetta di raccontare frottole.

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