domenica 5 gennaio 2014

L'insostenibile leggerezza di Matteo

L'aria nuova che l'arrivo trionfale di Matteo Renzi alla segreteria Pd aveva sollevato soffia ormai come una forte e gelida corrente che può portare più malanni che benefici.
Renzi ha modi ha adolescente un po' bullo che vuole primeggiare tra i suoi compagni per farsi bello con le ragazze, ma ora è al comando del principale partito italiano, "azionista di maggioranza" di un fragilissimo governo di larghe intese, basta con atteggiamenti da Fonzie!
Qualcuno dei suoi consiglieri dovrebbe dirgli che ora non gioca più nella squadretta dell'oratorio di Rignano sull'Arno, il paese dove è cresciuto, ma in quella della politica che ha nelle mani le sorti del Paese.  Insomma, sarebbe ora di fare sul serio per evitare di commettere errori che potrebbero pregiudicare il programma di cambiamento di cui l'Italia ha assolutamente bisogno.
Invece gli scivoloni di Matteo, forse preso da ansia di prestazione, sembrano essere all'ordine del giorno. Per esempio, era proprio indispensabile mettere subito sul tappeto delle urgenze la Bossi-Fini e le unioni civili? Non bastavano, per cominciare, due macigni come la legge elettorale e la riforma del lavoro? Così ha scompaginato le carte e i suoi avversari (dentro e fuori il governo) hanno avuto gioco facile nel mettere subito in chiaro che non sono questi i problemi più urgenti per il Paese.
In effetti, condotte in porto le riforme della legge elettorale e del lavoro, Renzi avrebbe potuto giocare all'attacco anche sui temi sensibili. Così invece diventa forte il rischio che, in un tourbillon di veti incrociati su questo e quel provvedimento, tutto si squagli prima di cominciare e allora, di tutta quella carne al fuoco, resterà solo un acre odor di bruciato.
E poi, la battuta sarcastica "Chi?" riferita al viceministro per l'Economia Stefano Fassina era proprio necessaria in un momento così delicato? Per il bene di tutti spero che Renzi cambi atteggiamento e decida di diventare un politico affidabile: ha voluto a tutti i costi la sfida di mettersi in gioco per il rinnovamento e allora giochi le sue carte senza fare il depositario esclusivo della verità. Prima ascolti, poi decida. Diventando segretario del Pd, Renzi rappresenta tutti gli elettori del Pd e le speranze di una vera svolta democratica e modernizzatrice del Paese. Speranze che non possono più essere deluse.
Col pretesto di quella battuta, Fassina si è dimesso. "Non ci si dimette per una battuta", hanno commentato subito alcuni renziani (Debora Serracchiani, per esempio). Renzi a caldo ha spiegato che lui non sarà mai "un grigio burocrate che non può sorridere, scherzare, fare una battuta".Vero, ma le battute in politica non devono offendere qualcuno (per anni abbiamo stigmatizzato questo vezzo di Berlusconi e del desaparecido Bossi). Se Renzi vuole "rottamare" tutto ciò che in politica sa di superato, deve "rottamare" anche un certo lessico degli ultimi vent'anni che ha inquinato la comunicazione politica riducendola alla stessa stregua di quella da caserma. Un vero innovatore sa cambiare anche il linguaggio.
Dietrologia: i comportamenti di Renzi, dal sapore di campagna elettorale, sono forse segnali di guerra al governo Letta?


1 commento:

LAURA ha detto...

Condivido appieno. Temo che Renzi sia immaturo e creda che tutta l'Italia - inca....ta - voglia un linguaggio simile a quello di Grillo. Ma il PD ha uno stuolo di elettori che hanno superato magari la settantina,che sono legati ancora ai modi di Berlinguer. Che diceva cose importanti e a volte terribili e convincenti senza sbragare e senza offendere. Impara Fonzie, altrimenti finisci male.

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