venerdì 27 gennaio 2012

Riforma lavoro. Primo: basta ai falsi co.co.pro

Nell'agenda del governo Monti la riforma del mercato del lavoro veniva subito dopo quella delle pensioni. Invece prima del lavoro sono apparse le liberalizzazioni e poi la semplificazione. Tutti temi importanti, certo, ma diventa legittimo pensare che la riforma del lavoro si presenti più difficile del previsto.
Il primo incontro tra il ministro Fornero e le parti sociali non è andato molto bene. Il ministro sembra più incisivo quando può decidere tout court, come ha fatto con le pensioni; quando deve confrontarsi con altri interlocutori appare incerto e titubante, da sicura professoressa la Fornero ridiventa allieva balbettante.
La settimana prossima dovrebbero riprendere le trattative. Sul tavolo ci sarebbero uno, due, nessun progetto. Dipende dalla volontà di affrontare la questione e portarla a termine seriamente e con equità, ripristinando il primato della legalità.
La premessa dovrebbe essere innanzi tutto quella di eliminare gli abusi contrattuali sgomberando il tavolo da un'infinità di contratti fasulli e trasformando, ipso facto, i falsi contratti a progetto (ce ne sono molti che hanno addirittura il requisito della continuità pluriennale con la stessa azienda) in contratti a tempo indeterminato. Basterebbe questo per dare un primo, giusto colpo alla precarietà (non l'ha forse detto anche la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che bisogna cancellare gli abusi?). Poi, da lì ripartire con l'esame delle nuove proposte di intervento. Il lavoro dovrà pur diventare flessibile, ma deve smettere di essere precario. E' il caso di dire "buon lavoro".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io sono un lavoratore a progetto da 5 anni presso la stessa azienda come cocopro e svolgo il mio lavoro in maniera professionale, la cosa che mi fa rabbia è il fatto che non ho ferie, malattia, straordinari, tredicesima, tfr, nè contributi pensionistici pieni, ma solo minimi previsti. Nel mio contratto vi sono anche elencati dei diritti ai cui non posso fare appello poichè rischierei di non lavorare più. Vorrei domandarvi una cosa: è giusto il fatto che le nuove generazioni debbano vivere in un ambiente lavorativo precario senza avere dei diritti ne uno strumento per costruirsi un futuro? Spero cambi qualcosa in questo paese...

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