giovedì 18 novembre 2010

Una mostra - Italiani a Berlino oggi

Non so quanti sono gli italiani che vivono a Berlino. So invece che essi sono davvero ben rappresentati in ogni categoria: studenti, insegnanti, dirigenti, attori, ristoratori, architetti, musicisti, ricercatori, giornalisti, casalinghe, eccetera.
La comunità italiana a Berlino è molto attiva e presente nella vita della città. E Berlino, la metropoli certamente più vitale, ricca di fermenti culturali e moderna d'Europa, sa rispondere alle aspettative di chi, per diversi motivi, ha lasciato l'Italia.
Questa corrente continua tra gli italo-berlinesi e la loro città d'adozione è ben documentata da una interessante e bella mostra fotografica (www.annarenzo.de), appena inaugurata e in corso fino al 22 gennaio 2011 all'Istituto italiano di Cultura (Hildebrandstrasse 2), dove sono esposte le immagini scattate da sette fotografi italiani che hanno illustrato lo stile di vita dei loro concittadini: "Anna, Renzo e tutti gli altri. Italiani a Berlino oggi" è infatti il titolo dell'esposizione.
I fotografi sono: Piero Chiussi (ha ripreso l'attività dei circoli italiani), Christian Del Monte (gli intellettuali che lavorano nella gastronomia), Benedetta Grossrubatscher (la quotidianità delle famiglie per metà italiane), Emanuele Lami (persone nel loro ambiente privato e lavorativo), Gino Puddu (la vita e le visione della prima generazione d'immigrati), Paolo Risser (l'omosessualità in età diverse), Luca Vecoli (l'attrazione per Berlino dei giovani italiani).

1 commento:

Susanna Bacci ha detto...

“C'ero anch'io fra il '96 e il 2001. Con un gruppo di italiane abbiamo messo su un centro di incontro interculturale: l'IOBB. E' durato poco più di tre anni ma sono passate di li tante donne che poi hanno trovato la loro strada, che hanno avuto lo spirito giusto per cogliere il nuovo che stava arrivando correndo.
Donne adulte, vissuti diversi, partecipazione incrollabile. E' stata una
bella esperienza che i più giovani forse non capiscono e che anche allora guardavano con diffidenza. Ma non era il modello inadeguato, eravamo noi donne che dovevamo recuperare un ruolo, una collocazione, un senso diverso che nessuno sembrava avesse il tempo di fermarsi ad indicare. Allora ci siamo ritrovate per parlarne e per crescere insieme.
Credo che in tutte noi sia rimasto un bel ricordo, in me certamente è
rimasta anche la voglia di continuare a cercare, perché è questo ciò che veramente Berlino passa direttamente nell'anima: il passato ha un senso se ne hai tratto lo spirito per l'oggi e la spinta per il domani.
Anche se gronda ancora lacrime e sangue Berlino....”.

Posta un commento