martedì 12 gennaio 2010

Riforma del fisco: per distrarci dalla giustizia

Il 2010 sarà l'anno delle riforme. Lo dicono tutti nel centrodestra. E, tanto per cominciare, ecco che Berlusconi riesuma una vecchia idea di riforma fiscale, quella con due aliquote (23% per redditi fino a 100 mila euro e 33% per redditi superiori a 100 mila euro) e la mette nell'agenda del governo accanto alla riforma della giustizia, per confondere un po' le acque e per ravvivare la sua campagna elettorale per le regionali di marzo.
Che il Paese abbia bisogno di una riforma del fisco è fuori dubbio. E' scandaloso, per esempio, che certe rendite finanziarie siano tassate molto meno (12,50%) dei redditi da lavoro (l'aliquota Irpef più bassa è del 23%). Questa proposta di riforma sembra quasi un pretesto per deviare l'attenzione dalla riforma più cara a Berlusconi, quella della giustizia. Che poi una tassazione di questo tipo rappresenti un favore ai cittadini più ricchi (e non occorre essere dei fiscalisti per capirlo) sembra ininfluente.
Non è la prima volta che Berlusconi tenta il coup de théatre prima di una tornata elettorale. Alle ultime politiche promise l'abolizione dell'Ici e, avendo vinto lui, i Comuni ancora piangono. Una promessa pre-elettorale non mantenuta fu invece quella dell'abolizione del bollo auto. Ma questo è un coniglio che il premier potrebbe tirar fuori dal cilindro da un momento all'altro.

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