venerdì 28 agosto 2015

Roma città ferita, il sindaco è assente

Roma messa sotto la tutela del super prefetto Franco Gabrielli a pochi mesi dal Giubileo che porterà nella capitale milioni di fedeli. Il sindaco Ignazio Marino, in vacanza ai Caraibi, continua a fare immersioni in quel mare limpido prevedendo, al ritorno, di doversi immergere nella melma fangosa degli scandali che hanno travolto la capitale e delle polemiche per la sua assenza.
Le opposizioni ne chiedono con forza le dimissioni per andare subito a nuove elezioni. Sul suo predecessore, Gianni Alemanno, indagato per associazione mafiosa e rinviato a giudizio per finanziamento illecito, le opposizioni tacciono.
Il professor Marino, grande chirurgo dei trapianti ampiamente votato dai romani come sindaco due anni fa, ha avuto il merito d'aver scoperchiato la rete di connivenze criminali, ma politicamente si è dimostrato incapace di amministrare una città complessa come Roma.
Al di là delle sue responsabilità vere e/o strumentali, credo che Marino avrebbe fatto meglio a tornare dalle vacanze. Se la città brucia il primo cittadino deve essere in prima linea nel tentativo di spegnere l'incendio. Non serve sapere che durante la sua assenza lui era pienamente rappresentato dal vicesindaco Marco Causi. Restando in vacanza, Marino è diventato un bersaglio troppo facile per il tiro al piccione delle opposizioni. Anche volendo evitare un commento moralistico, fare la morale a Marino è diventato un gioco da ragazzi per chi da tempo aspetta di impallinarlo ben bene.
La politica, ma prima ancora l'etica e il senso civico di ognuno, ci impongono i doveri prima dei diritti. E questo vale per tutti, ma per un sindaco di più.

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