martedì 9 maggio 2017

Lavoro flessibile col Jobs Act? No, più rigido

Volevano un mercato del lavoro flessibile e non si sono accorti della possibilità concreta, col Jobs Act, di irrigidirlo. E' solo la mia opinione, ma faccio un semplice ragionamento. Il Jobs Act ha spaccato in due la platea dei lavoratori: da un lato i protetti, quelli con contratto a tempo indeterminato ante Jobs Act, quindi con art. 18; dall'altro i non protetti, quelli con contratto "a tutele crescenti" (dove si sa - ma non tutti lo sanno - che a crescere è solo l'indennizzo in caso di licenziamento non la tutela del posto di lavoro) che, dopo l'entrata in vigore del Jobs Act, non hanno la garanzia dell'art. 18.
A causa di questa spaccatura è molto facile che chi ha la protezione dell'art. 18 resti buono buono nel suo posto di lavoro e non si metta mai a cercare un altro posto anche più remunerativo perché, se decidesse di andare a lavorare presso un'altra azienda, gli verrebbe applicata la nuova normativa senza art. 18.

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