lunedì 5 dicembre 2016

Referendum: Renzi è stato sconfitto da Renzi

Il governo di Matteo Renzi è stato spazzato via da una sonora sconfitta nel referendum sulla riforma costituzionale trasformato in un voto politico. La maggioranza degli italiani ha punito il presidente del Consiglio Renzi per la sua incapacità di lottare contro il disagio sociale e disuguaglianze sempre più marcate. Ha fatto tutto da solo allontanando dal tavolo chiunque, tra le parti politiche e sociali, avesse idee diverse dalle sue senza neppure il beneficio di ammetterli a una discussione sui problemi più gravi del Paese. Tutto anche in nome della velocità, ma la velocità non è garanzia di buon governo. Eppure tre anni fa la maggioranza degli italiani (me compresa) si era innamorata di lui quando si è presentato come l'Uomo della Provvidenza capace di rottamare senza se e senza ma certi arnesi della vecchia politica e promettendo una riforma al mese.
Non ci è voluto molto però per capire che Renzi stava buttando via il bambino con l'acqua sporca. Tra il suo governo e gran parte degli italiani, anche del suo partito, cominciò ad aprirsi una crepa via via diventata un crepaccio. Anche le sue caratteristiche caratteriali (arroganza, presunzione, attitudine a mentire) hanno cominciato
a scalfire la sua immagine facendo emergere un comportamento che, nella politica interna, dettava politiche sempre più lontane da un'idea di sinistra (certe sue riforme non erano riuscite neppure alle destre) e vicine a mai dimenticate politiche democristiane nel senso deteriore del termine (vedi alla voce Vincenzo De Luca, governatore della Campania).
Ora si è aperta la crisi di governo.

Ma era proprio necessario? Il referendum sulla riforma costituzionale non era obbligatorio dopo che la riforma era stata approvata dal Parlamento. Ma la tentazione di un plebiscito sul suo operato è stata per Renzi un richiamo troppo forte. E ha commesso lo stesso errore di Cameron col referendum sulla Brexit. Le conseguenze di questo suo gesto hanno lasciato un Paese frantumato. Nessuno ha vinto, abbiamo perso tutti.

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