mercoledì 12 ottobre 2016

Misure pro occupazione: esclusi sempre gli stessi

La Legge di Stabilità (DEF) 2017 verrà presentata quasi certamente sabato 15 ottobre. Da alcune indiscrezioni pubblicate ieri da Repubblica apprendo che nella manovra ci saranno alcune misure riguardanti l'occupazione.
Bene, è sempre positivo lottare contro la disoccupazione; vuoi vedere che magari il governo (dati Istat alla mano) si è accorto che ad agosto 2016 l'occupazione è leggermente migliorata per le fasce d'età tra 15 e 24 anni, va meglio per gli over 50, ma purtroppo è ancora di segno negativo per lavoratori tra 25 e 49 anni?
All'ultima fascia d'età che ho citato appartiene anche la "Generazione '80", quella che Mario Draghi nell'aprile scorso ha definito "la più istruita di sempre" (forse perché nata da genitori baby boomers che non hanno lesinato sulla formazione dei figli), ma che rischia di essere irrimediabilmente perduta (perché trascinata in basso dal gorgo delle ultime riforme del lavoro che l'hanno resa precaria) e per questo richiede qualche strumento normativo che le dia un po' di ossigeno (ma questo è un aspetto del problema che interessa ben pochi perché riguarda solo i lavoratori di quella generazione e le loro famiglie).
Forse il governo intende finalmente intervenire con degli investimenti pubblici (opere di manutenzione del territorio, dei trasporti, di politica turistica o culturale eccetera) per cambiare il segno di questa tendenza negativa? No, quello che c'è nel DEF riguarda ancora sgravi fiscali dai quali sarà però esclusa la fascia di lavoratori 25-49 anni.
Tra le misure che verranno presumibilmente adottate c'è infatti quella del ritorno degli sgravi fiscali del 2015, a pieno regime (8 mila euro l'anno per 3 anni) per le aziende che assumono stabilmente un loro ex stagista diplomato o laureato al massimo da sei mesi, quindi quasi certamente un giovane under 25.
Gli sgravi sia pure ridotti al 40% (quelli in vigore nel 2016) dovrebbero invece cessare completamente il prossimo 31 dicembre anche se non tutti i lavoratori precari alla data di entrata in vigore del Jobs Act (marzo 2015) sono stati "stabilizzati". Anzi molti di loro, paradossalmente grazie al Jobs Act, sono diventati disoccupati perché non hanno voluto subire il ricatto di dover rinunciare per sempre a far valere i propri diritti maturati negli anni (cioè un contratto stabile ante Jobs Act e il riconoscimento di differenze retributive e contributive) in cambio di un discutibile contratto "a tutele crescenti", e senza neppure un bonus (che ormai non si nega a nessuno) a parziale risarcimento delle spettanze mai avute. Non accetti il ricatto? Perdi il lavoro.
Altre misure del DEF riguardano sgravi per le aziende del Sud che assumono, categorie di lavoratori svantaggiati, un potenziamento della Garanzia Giovani eccetera. Tutto bene tranne che per gli esclusi, sempre gli stessi.
Intendiamoci, l'obiettivo della piena occupazione non è mai stato raggiunto neppure in lontani anni migliori, ma tendere ad avvicinarsi il più possibile senza escludere nessuno è un dovere che si compie soprattutto con una politica economica fatta di investimenti per rilanciare la domanda. E non ho parlato dei voucher.

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